Cari amici, desidero cominciare gli anni Duemila senza portarmi dietro ragnatele, cattivi ricordi, pessime compagnie.
Io voglio guardare soltanto avanti conservando, nella mia memoria da elefante, soltanto il meglio che c'è stato.
Chi mi ha fatto del male, ha tramato trabocchetti e sgambetti, si consoli: non sono affatto interessato alle sue slealtà, cattiverie, viltà. Si rassegni e sappia che la sincerità, la spontaneità, la correttezza alla fine vincono sempre e che le cattive azioni si finiscono sempre per pagare.
Ma, per quanto mi riguarda, non sarò mai io a presentare loro il conto, sarà la vita.
G. V.
Cara Amica [perché chi scrive è una donna: per rispetto forse eccessivo della privacy ma anche per evitare di farle fare una brutta figura ne ometto il nome per esteso], mi spiace deluderla ma non sono di quelli che nottetempo s'inventano e mettono on line numeri di visitatori inesistenti. Forse, se avesse letto più attentamente quanto in queste pagine si scrive e anche un po' della mia biografia non si sarebbe permessa di dubitare della mia correttezza. Comprendo, comprendo bene come le possa far venire un moto di rabbia tutte le volte che entra nel mio dominio vedere quanto segna quel contatore che, da quando abbiamo superato i centomila, ho voluto sfacciatamente evidente. E mi spiace per la sua rabbia ma, esattamente in questo istante, il numero dei visitatori è di
Eh, no, amici miei!
Vergogna, signore mio.
Premesso che, come è scrittro da più parti in questo dominio, tutti sono invitati a non inviare attached perché non intendo correre rischi di virus, invito cortesemente a interrompere questo stillicidio.
Per ora non ho risposto a nessuno perché i questionari propogono domande irreali. Tutti presuppongono di rivolgersi a realtà aziendali sterminate, al clone on line di quelle che sono le aziende tradizionali; presuppongono anche, parlando di commercio elettronico, che esista una realtà già decollata in cui si fanno fatturati a nove zeri quando, invece, la verità è che sono rari quelli a sei zeri e molto più diffusa è la categoria di chi non riesce a fatturare a più di cinque zeri. Questo a dispetto delle grandi "balle" che certe realtà commerciali on line "sparano" per salvare la loro faccia, perché fanno parte di aziende già ampiamente affermate nel mercato tradizionale. Ed è sempre da quest'ultimo che fanno trasmigrare on line inserzioni pubblicitarie on line...
Ah, benissimo. Complimenti. Poi, guardando bene, si occupano anche di chi registra un po' di meno... Ma, comunque, che importa? Dalla mia trentennale esperienza editoriale off line e quinquennale on line è risultato sempre più evidente che i "target mirati" sono quelli che danno i migliori risultati pubblicitari. E allora, questo dominio non vi pare, cari pubblicitari, che sia fortemente in crescita con un suo target molto mirato?
Naturale che questo accada quando si è on line ma le visite sono scarse. Se era difficile farsi notare già nel 1996, data del nostro debutto on line (e anche off line con i libri Simonelli Editore), immaginatevi oggi, con l'affollamento che c'è, se si sbarca nella rete con l'ingenua illusione che basta esserci perché tutti vengano a trovarci. E allora, visto che da queste nostre parti non mancano i visitatori, una notiziola sull'esistenza in vita del nuovo dominio sarebbe preziosa...
No, non è strano;, signora. Come ho già accennato precedentemente, questa è una casa editrice off line e on line fuori dalla tradizione, nata già proiettata nel futuro. E, a mio avviso, comunque la si giri, il futuro - grazie al progresso tecnologico - mette sempre più al centro le individualità. Luciano Simonelli
ho letto sul Suo sito la pagina intitolata "ma dove va la pubblicità su Internet". Mi ha interessato molto la sua disgressione sui contatori e sul loro utilizzo, spesso, e qui concordo pienamente, poco realistici. Però incuriosita dal tema (ho un piccolo sito amatoriale dove si parla di libri, appoggiato a Tripod, molto poco visitato) sono andata a vedere il suo contatore, ma non sono riuscita a capirne il funzionamento. A quale programma si appoggia, e su quale server è ospitato? Non negherà poi che anche il Suo numero di contatti giornaliero è un po' sospetto. Spero in una Sua cortese risposta, che credo abbia già dovuto dare agli interessati alle Sue attività.
Dunque, mentre comprendo il suo disappunto - (molto meno l'arroganza, mi consenta, di non vedere la differenza tra chi è un professionista della comunicazione e chi è semplicemente un "amateur") che poi è lo stesso disappunto provato da quelli che credono basti essere on line, avere un indirizzo perché in tanti, per grazia ricevuta, facciano la fila per entrare a visitare - deve sapere che tecnicamente queste pagine sono "messe in onda" da un "cervellone" su cui vengono parcheggiate. Ognuna di queste pagine ha una formuletta fatta di lettere e numeri, formuletta che, quando lei richiama una pagina e questa si "apre" sullo schermo del suo computer, fa scattare un passaggio. Il numero che dunque vede quando apre la home page indica che con lei questa pagina è stata aperta quel numero di volte indicato.
Ma, per soddisfare ancor più la sua curiosità, le posso dire che dal "cervellone" di Bitlevel, la società che tiene in hosting queste pagine, risulta che attualmente con il dominio di Simonelli Editore si collegano da 80 Paesi, che il numero di pagine aperte ogni mese è di circa 50mila corrispondenti a oltre seimila persone singole (ogni visitatore apre e legge in media 8,8 pagine). Il cervellone dice inoltre che attualmente i visitatori sono per il 47,94 per cento italiani, per il 13,71 per cento sono degli Usa e per il resto entrano da 78 Paesi, Brasile, Argentina, Corea, Cina, Canada, Australia, India, Emirati Arabi Uniti compresi.
Ogni visitatore sosta in media nelle nostre pagine per circa 8 minuti e questo è un dato particolarmente significativo perché conferma quanto il dominio Simonelli Editore non sia una realtà "mordi e fuggi" ma, offrendo molti contenuti, faccia indugiare le persone abbastanza a lungo sia per leggere on line sia per "scaricare" pagine da stampare poi a casa sia per partecipare ai nostri forum. Altro dato significativo è la fidelizzazione dei frequentatori che tornano a trovarci in media ogni 14 giorni ben sapendo ormai che le nostre pagine vengono aggiornate continuamente.
Gentile amica un po' sospettosa e invidiosa, io di questi dati sono particolarmente orgoglioso. Lo sono perché dimostrano come puntare sui contenuti fa davvero la differenza in Internet, lo sono perché si tratta di risultati ottenuti soltanto con il passaparola (si immagini come si dilaterebbero se su questo dominio si facesse un decimo delle campagne pubblicitarie su giornali, radio e tv con cui si lanciano altre realtà on line). Allora, non pensa anche lei che questa realtà dovrebbe interessare il mercato pubblicitario? Noi siamo qui: se qualche concessionaria di pubblicità vuol fare la differenza...
La faccenda "Piccoli Editori" del Comitato George Orwell sta dimostrando il volto italiano più tipico e deleterio.
All'inizio, grande affollamento ...io, io, anch'io... tutti volevano esserci al ForumOnLine Piccoli Editori contro Godzilla. Poi, una volta verificato che qui non c'è nulla da spremere, che questa è una cosa seria, che proprio per questo non spetta a noi risolvere i problemi pratici di ch si è improvvisato editore, ha prodotto dei volumi e soltanto dopo si è posto il problema di come distribuirli e venderli, che qui, insomma, c'è eventualmente solo da unirsi per "portare avanti" il discorso della pari opportunità di una vera editoria indipendente, ecco la grande fuga...
MI SCAPPA DA RIDERE, come stranamente mi accade sempre più frequentemente di fronte agli esempi più sublimi di "italianità".
Intendiamoci, meglio che scompaiano questi pseudo piccoli editori che altro non sembrano essere che piccoli improvvisatori. L'editoria dei libri è una realtà fin troppo complessa per essere resa ancora più complicata da chi si dichiare editore senza sapere neppure di che cosa stia parlando. E sia ben chiaro che se io ho deciso di cavalcare il discorso del Comitato George Orwell è stato per uno spirito di servizio, perché ritenevo giusta in linea di principio la battaglia. NON PERCÉ IO fossi così pieno di problemi come tanti cosiddetti piccoli editori. Ho offerto, insomma, l'aiuto della mia competenza.
Se qualcuono crede di lasciarmi con il cerino acceso in mano, si sbaglia di grosso: con un leggero soffio, l'ho già spento. E se qualcun altro crede di confondere Simonelli Editore con qualcosa di "smandrapìpato" e marginale proprio non ha capito niente. La mia è una casa editrice con tutti gli attributi professionali per essere e stare sul mercato al pari di qualsiasi altro grosso gruppo.
Have you understood, guys?
Ironizza forse quando va dal suo commercialista, dal suo avvocato, dal suo dentista e si trova poi di fronte a una parcella da pagare per il servizio ricevuto?
Non credo proprio.
E lei pensa allora di poter avere a disposizione lettori professionisti per grazia ricevuta?
Non ha capito nulla, amico mio.
Comunque, con la sua ironia ha già dimostrato di essere un pessimo scrittore e di non essere all'altezza dei valori etici che spirano in queste pagine. Il Mondo Simonelli Editore non ha bisogno di lei e, forse, neppure la letteratura.
Per carità, sono onorato che il Mondo Simonelli Editore sia attraente al punto che, se avessi risposto positivamente a tutte le offerte giunte finora nel '99, avrei già oltre duemila dipendenti. Non posso però permettermi tanta grazia di Dio e anche se, economicamente parlando, potessi non lo farei. Il progetto imprenditoriale di questa casa editrice on line e off line è quello di una azienda davvero del Terzo Millennio. Una azienda che sfrutta al massimo le opportunità offerte dalle "nuove tecnologie", è sviluppata da non più di due persone e ricorre, nei rari casi in cui ne ha bisogno, soltanto ad occasionali collaborazioni esterne. Questa impresa editoriale è l'esempio di una realtà di lavoro un cui ciascuno è di fatto un libero professionista (non insegue più il lavoro unico e per la vita) ed è pronto ad aggregarsi con altri (anche io stesso lo sono) temporaneamente e per realizzare progetti mirati.
Forse il problema è un altro? Forse la pubblicità giunge in domini in cui voi stessi siete anche un po' proprietari?
Beh, se volete, parliamone... Tenete però presente che - come si fa giustamente in Internet - bisogna tenere presente le potenzialità di un dominio. E il nostro, nell'ultimo anno, ha avuto un incremento di contatti di circa l'85 per cento...
All'inizio, tanto tempo fa, avevo cominciato a darle queste notiziole ma poi sono stato scottato dalla mia generosità e ho preso consapevolezza - scusate l'arroganza - della unicità di questo dominio. Allora, a domande del genere, ormai rispondo proponendo ai richiedenti di aprire una loro vetrina lungo Shopping Boulevard con un link diretto sul loro dominio. Un'operazione promozionale a buon mercato, del costo di circa tre caffè al giorno per almeno un anno.
La maggior parte dei richiedenti dopo questa risposta-proposta non dà più segni di vita, altri si arroccano sulla giustificazione che loro sono una realtà No Profit e allora... Allora, credono che con questi costi si faccia profitto? Credono che con tutto quello che offro gratis on line lungo circa settecento pagine costantemente aggiornate sia un "approfittatore"? ... Mah.
Comunque, l'altro giorno sono andato a dare un'occhiata ad alcuni di questi domini che "non hanno capito".
Stenticchiano. Accidenti, come stenticchiano a trovare visitatori.
L'Editore nel senso tradizionale non può esistere più. Esistono invece persone che, come me, riescono a coniugare in se stesse molte professionalità.
Per quanto mi riguarda - continuando nell'esempio - unisco il fatto di essere giornalista, scrittore, ricercatore culturale con esperienze di direzione giornalistica ed editoriale, con la conoscenza dei metodi di stampa tradizionali e tecnologicamente avanzati, con la capacità operativa di muovermi in ambiente Internet conoscendo anche tecnicamente i linguaggi necessari per ottenere certi risultati eccetera. E, per strano o eccessivo che possa sembrare, questa non è millanteria, è la realtà. Significa anche che, durante i miei primi cinquantasette anni, non sono stato con le mani in mano.
Detto questo, a mio avviso oggi bisogna uscire dalla figura romantica dell'Editore ed entrare in quella di un libero professionista con un suo studio di produzione editoriale (la Casa Editrice di un tempo) in cui, accanto alle proprie creazioni, mette a disposizione anche di altre realtà produttive off line e on line una così articolata professionalità.
Quindi, l'editore Simonelli è contemporaneamente e sempre "sul mercato" pronto a dare la consulenza editoriale, giornalistica e su Internet (sul piano dei contenuti, di che cosa si deve fare per attirare molti visitatori...).