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05/11/2006
Memorie di una donna straordinaria
Sono quelle di Malwida von Meysenbug, antesisgnana del femminismo fra l'Ottocento e primissimi anni del Novecento, della quale Giovanna Zavatti ci ripropone una versione con un linguaggio più adatto ai lettori del Terzo Millennio e con la rivelazione inedita della sua bella amicizia con Romain Rolland, futuro Premio Nobel per la Letteratura.





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Nulla è più bello e appassionante che entrare nel "cuore" di un'epoca attraverso gli occhi di chi ne è stato protagonista e testimone. Questo libro non soltanto offre l'occasione di una esperienza "in diretta" per entrare dentro l'Ottocento ma offre anche la possibilità di farla con gli occhi di una donna come Malwida von Meysenbug che visse la sua lunga stagione di vita vicino a protagonisti come Wagner, Liszt, Nietzsche, Herzen, Mazzini e che nell'ultimo arco della sua esistenza, quando ormai si era entrati nel Novecento, intrecciò una bella amicizia con Romain Rolland, lo scrittore che sarebbe stato poi insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Parla di questo volume appassionante come lo sono tutti quelli che offrono pagine di autentica testimonianza Giovanna Zavatti, la sua curatrice. Un volume che esce contemporaneamente in duplice edizione: quella stampata e quella, in formato elettronico
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Giovanna Zavatti, chi è Malwida?


Malwida von Meysenbug è una donna tedesca dell'Ottocento. Ha vissuto fino a 35 anni in Germania, poi per un decennio a Londra, successivamente nella sua patria d'elezione, l'Italia.


Che risponde a chi dice: non ne avevo mai sentito parlare?


Neanche io, prima di leggere alcune pagine di Stefan Zweig. Ma alla fine dell'Ottocento le sue Memorie, pubblicate in tedesco, in francese, e in gran parte anche in italiano, la fecero conoscere e amare.


Perché riproporla oggi?


Ho cominciato a leggere i suoi ricordi in un momento difficile per me. Me ne sono subito appassionata. Quelle pagine mi davano coraggio. Allora mi sono detta: perché non farla conoscere alle altre donne?


A chi ha mostrato per prima il suo dattiloscritto?


A una mia ex-collega, insegnante di matematica, che stimo molto. Mi chiese se poteva prendersi anche due mesi di tempo. Dopo una settimana mi telefonò: le dispiaceva averlo già finito. Così mi sono rimessa al lavoro e ho aggiunto il capitolo "Il racconto continua", 40 pagine selezionate e tradotte da "Le soir de ma vie".


Perché non ha optato per una biografia?


Volevo lasciare il suo modo di raccontare le cose e le sue riflessioni. C'é una grande onestà intellettuale in Malwida e insieme una sorta di candore, una disposizione amorevole nei confronti del mondo.


Come mai nel libro non c'è una prefazione, ma c'è un post scriptum?


Nell'ultima pagina dico come è nato questo lavoro e come sono costruiti i vari capitoli. E' una spiegazione che ho collocato alla fine perché risponde a domande che ci si pone alla conclusione di una lettura più che al suo inizio.


Leggo dal risvolto di copertina che questo è il secondo libro in cui racconta un'amicizia molto solida, e un po' insolita, tra un uomo e una donna. Ce ne sarà un terzo?


Sì, ma non subito.


Qual è il messaggio di Malwida?


Malwida non ha alle spalle una carriera brillante. Non ha marito nè figli. Non è neppure diventata quell'artista che da giovane ha sognato di diventare. La sua opera d'arte è la sua vita, il suo interrogarsi sul senso dell'esistenza, trovando risposte di volta in volta diverse, agendo in coerenza con le sue idee, e non rinunciando a concretizzare i suoi ideali. Lei è un esempio che non c'è alcun limite alla crescita in sapienza e in amore, anche per chi di primavere ne ha viste più di ottanta.



Fonte: L'ISTRICE

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