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LE PRIME DUE PAGINE DI...

«A.M.O.R.E.» di PAOLA QUATTRINI

«Non parli mai tu?»
Oh se avrebbe parlato! L’avrebbe fatto vedere a tutti quello che valeva. Ma questo tempo che non passa mai!
Ricordava quando, ragazzina, l’avevano portata nel paese vicino da quel prete perché le togliesse il demonio.
I suoi dicevano che era troppo strana solo perché non si vestiva come volevano loro. L’odiava quel vestito a piccolo punto con le maniche a palloncino. Doveva stare anche attenta a non sporcarlo e per lei che giocava continuamente con i colori era un martirio.

Lei era alta e aveva una massa di capelli mossi castano dorato, il naso dritto si allungava un poco quando era di cattivo umore. Le veniva sempre la tosse quando rideva troppo con le sue labbra carnose. Forse era l’asma di natura nervosa. Aveva quarantadue anni ma ne confessava trentotto e forse ne dimostrava anche meno.
Era arrivata a Roma da Fiorenzuola a diciotto anni. Essendo una appassionata ballerina, aveva conosciuto una ragazza in una discoteca che l’aveva presentata ad un tale che procurava ai vari locali le «ragazze in pista». Niente di male ma alla seconda pacca sul culo decise che non era quella la sua strada. Si mise a dipingere mentre faceva la cameriera da MacDonald. Qualche quadro era anche riuscita a piazzarlo ma poi, grazie a un amico truccatore cinematografico, riuscì ad ottenere un contratto di tre mesi per un film in costume e tornò al suo antico lavoro di parrucchiera.
Conquistò tutti sul set per la sua innegabile abilità e per la sua bellezza genuina.
Proprio sul set conobbe lui: attore famoso, vent’anni più di Lei, dominato da una moglie che lo comandava a bacchetta ma che lui fingeva di domare, come fanno la maggior parte degli uomini.
La baciò la prima volta nella sua roulotte quando Lei andò a togliergli i beccucci. Sapeva di cipria e ombretto lui, Lei di vernice e trementina. Sì perché la passione della pittura non le era passata ed era reduce da una nottata insonne dove aveva dipinto lavabo e bidè a righe rosa e celesti.
Indossava una tuta larga che lui le sfilò senza difficoltà e che Lei, rapita dal fascino dell’attore più che dall’uomo, si lasciò sfilare e, quando lui cominciò a baciarle i capezzoli, si sentì completamente rapita. Se non fosse stato per l’arrivo dell’aiuto regista, che veniva a ripassargli le battute, sarebbe successo allora.
Il giorno dopo non si fece sentire e quando lo rivide c’era la moglie e non ci fu verso di incontrare il suo sguardo.

...CONTINUA
IN «A.M.O.R.E.»
di PAOLA QUATTRINI
Simonelli Editore, pp.144, Euro 9,81