I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.20
Autori Introvabili o quasi


 

NOVALIS

"LA METEORA"

Novalis, poeta tedesco: pseudonimo di Georg Phillip Friedrich von Hardenberg- (Oberwiederstedt 1772 - Weissenfels 1801). Dalla bellissima introduzione al suo volume, «Inni alla Notte e Canti Spirituali» (Oscar Classici Mondadori):
«... Lo si può considerare un'apparizione celeste, un giovane divino, che passò sulla terra per prendere ben presto il volo verso i lidi amati della propria nostalgia... In volo da orizzonti lontani verso immense lontananze abbagliò come una meteora e si lasciò dietro negli spazi percorsi la scia di luce del senso universale... La vita di Novalis sembra scorrere su rette parallele; invece di scissione della personalità, sarebbe giusto per lui parlare di personalità che si moltiplica, di vita che si estrinseca su diversi piani. Il poeta che più di ogni altro incarna la Sehnsucht, la nostalgia indefinita romantica, il poeta che per questo struggimento dell'anima ha trovato l'immagine e il nome del "fiore azzurro"... Di un Cristianesimo non dogmatico né settario, al poeta interessava, oltre all'amore di un Dio che amava, "rendere tangibile e sensibile con le immagini poetiche la propria convinzione della presenza di un mondo trascendente della pace, dell'amore", e che il suo scopo era "la realizzazione dell'infinito, non la idealizzazione del finito».
Presentare Novalis è difficile, direi arduo. Di lui, (che morì di tisi a neppure 29 anni - stessa sorte toccata a nove dei suoi dieci fratelli, che morirono anch'essi dai venti ai trenta), al pari di personaggi quali Emerson, Whitman, Thoreau, Emily Dickinson e al contemporaneo Sturgeon... non ci si può limitare a dire di averli letti; c'è qualcosa di più. Che appunto travalica, supera, trascende... Così come per tutti i romantici che erano alla ricerca del "nocciolo", non tanto della propria attività, quanto delle scienze dell'universo. In ciò sta la grandezza di Novalis e di tanti romantici; in ciò e in una totale non-chiusura verso le altre visioni e le altre culture.
Due piccole cose dalla poetica di Novalis:
«Fra le mille ore serene una sola ancora mi è fedele, di quelle che ho trascorso; quando in mille dolori ho sentito nel mio cuore chi per noi era morto.»
(da "Canti Spirituali" - IV)
"Passo oltre il valico, e ogni dolore sarà un giorno lo sprone della voluttà. Ancora un attimo e sarò liberato, dormirò ebbro in grembo all'amata. Vita senza fine fluttua possente entro di me, io guardo dall'alto laggiù verso di te..."
(da "Inni alla Notte" - IV)
Non aggiungo altro. Questo, per voi, come per me, che lo conobbi indietro nel tempo e lo sto ora riscoprendo, è - verso un mago d'universo senza limitazioni di sorta - un invito alla lettura.


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
La biografia che non c'era e che hanno voluto
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I "Desaparecidos" della Letteratura
di Ermanno Bartoli  n.20