I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.9
Autori Introvabili o quasi


 

GEORGE ORWELL
Fiorirà l'aspidistra

C'è l'aspidistra, e c'è Gordon Comstock.
L'aspidistra è una pianta che per la capacità di resistere al caldo e al freddo, alla polvere, alla mancanza di luce senza richiedere particolari cure, è la più diffusa nelle abitazioni della piccola borghesia inglese. E Gordon Comstock detesta l'opaca rispettabilità borghese; non ne sopporta il conformismo, la meschina aspirazione al benessere materiale come fine ultimo della vita... e un sacco di altre cose. Così si ribella e, disprezzando le legittime ambizioni dei famigliari, rinuncia a un impiego redditizio per un misero posto di commesso di libreria che gli dà solo il minimo per vivere in una squallida soffitta. Il suo solo desiderio è diventare un grande scrittore, ma i versi che invia alle riviste letterarie vengono regolarmente respinti. Deluso, eternamente scontento, abbandonato ad un cupo vittimismo e nel contempo padrone di una certa capacità speculativa di fondo, Gordon decide di scendere i gradini sociali e quelli ancor più impervi della personalità fino a raggiungere  il basso. Più giù, sempre più giù. In una sequenza incalzante di scelte autodistruttive e lesive; col fisico che comincia a rispondere di conseguenza. Giù. Fino a toccare il fondo, del quale ne assapora i disperati livori.
Come l'aspidistra che ha bisogno di poco, anche Gordon, per poco, comincia a reagire. E' un poco che solletica: l'amicizia di Ravelston e l'amore di Rosemary che sta per dargli un bambino. E' nel sentire il movimento del piccolo nel ventre della sua donna che Gordon fa la sua scelta ultima e definitiva: l'annichilimento non fa per lui. Non fa per nessun lui che voglia assaporare la vita. Così, la coscienza della sua prossima paternità riporta Gordon Comstock nell'alveo di una nuova tranquillità borghese. Nonostante tutto non è una scelta facile. L'abisso è sempre lì ad aspettarlo... E Gordon Comstock fa la scelta più tranquilla e, al contempo, più rivoluzionaria. La stessa dellšaspidistra che ha bisogno di poco per sopravvivere e, magari, rifiorire.
Questa è una delle interpretazioni possibili di quest'opera di Orwell; l'autore di «Omaggio alla Catalogna», de «La fattoria degli animali» e di «1984». Ed è quella che lo stesso Orwell si sente incline ad appoggiare. Quella che non è altro (bisticci di parole a parte) che un'altra interpretazione, l'ennesima possibile nel variegato panorama dei tanti che hanno misurato la discesa agli inferi come una grande e rivoluzionaria possibilità, è ben illustrata da Thomas Disch nella breve prefazione al suo romanzo «Umanità al guinzaglio»:
«Sì, certo, un'umanità senza difetti, in cui sopravvivano soltanto le qualità per così dire migliori, può creare una vita perfetta, di una universale ed eterna bellezza, immersa in capolavori d'arte e in mondi meravigliosi. Ma una simile umanità ha il cuore di pietra e il gelo nell'anima. No a questa salvezza dell'uomo, se deve essere conquistata ad un simile prezzo. Meglio una stalla calda di aromi non afrodisiaci, che palazzi sterminati di marmo! Sì, l'uomo deve accettare di "sporcarsi le mani" per conquistare la libertà. Ma questo sporco dev'essere un ingrediente soltanto temporaneo sulla via del riscatto. L'umanità calda di odori e di sudiciume è preferibile all'asettica civiltà dei "Padroni", ma non è detto che debba crogiolarsi in eterno in questi profumi e in questo sudiciume. La rivoluzione, la conquista della libertà, sono soltanto il primo passo; un inizio, non una fine»


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
La biografia che non c'era e che hanno voluto
le Biblioteche degli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo
ORDINALA SUBITO CONTRASSEGNO



I "Desaparecidos" della Letteratura
di Ermanno Bartoli  n.9