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L'Ambiente siamo Noi
di  Mara de Mercurio  


   L'obiettivo di questa rubrica settimanale è ambizioso: educare a capire, a saper vedere “con gli occhi della mente” ciò che sta intorno a noi, sopra di noi, dentro di noi. La sintesi possiamo definirla così: educazione ambientale tout-court.
   Viviamo sul pianeta terra popolato di esseri viventi, governiamo le sue leggi, prendiamo ciò che ci serve, non poniamo limiti al creare a al distruggere.
   Dalle piccole azioni quotidiane spesso nascono grandi e inarrestabili scelte. Tuttavia non viviamo nel miglior modo possibile. In un attimo, ciò che credevamo nostro per sempre viene distrutto. Ciò che ci era sembrato irrevocabilmente in nostro potere ci sfugge e ci condanna all’impotenza.
   Cataclismi naturali, malattie, sottosviluppo. Di chi la colpa?
   Gran parte certo può essere la fatalità o le stesse leggi implicite nelle dinamiche interne al pianeta terra. Ma un’altra parte, non piccolissima, va riportata alla quotidianità, alla banalità dei nostri più semplici gesti.
   In poche parole: siamo progrediti ma non siamo civili. Siamo all’avanguardia della tecnologia: più automobili, più frigoriferi, più cellurari, più computer. Ma non sappiamo riconoscere un platano da un leccio, un paesaggio urbano da un paesaggio rurale.
   Questa rubrica vuole aiutare a capire l’ambiente, a rispettarlo, a tutelarlo. Perché l’ambiente siamo noi.


  Roma, 10 novembre 2005 - 1 - 2
  Il verde agricolo

  La diffusione dell'agricoltura in Italia è stata lenta ma progressiva. Certo, fa un certo effetto pensare che, mentre migliaia di anni fa fiorivano già nel vicino Oriente le prime civiltà agricole e urbane, la nostra penisola era abitata ancora da cacciatori che si spostavano in cerca di prede all'interno di vaste e fitte foreste, tra le conifere alpine i boschi di latifoglie sulle alture appenniniche e la macchia mediterranea delle regioni meridionali.
  Quanti degli abitanti del nostro Paese sanno distinguere un verde agricolo da un territorio all'altro? Temiamo che sia solo una piccola minoranza. In tempo di guerra si coltivavano, tra uno sterrato e l’altro delle periferie urbane, piccoli orticelli che hanno sfamato migliaia e migliaia di famiglie. Poi la guerra è finita, e gli orti sono tornati, in appezzamenti ben coltivati, fuori delle grandi città.
  Ma Il verde in agricoltura rimane la grande risorsa della popolazione. E’ caratterizzato in modo diverso a seconda della peculiarità del territorio: a nord, al centro, al sud della penisola italiana.
  Proviamo a fare un viaggio immaginario, a carattere inevitabilmente descrittivo, per le regioni del nostro Paese: scopriremo che il verde agricolo nella regione alpina è condizionato soprattutto dall’altitudine. Sopra i 1500 metri si susseguono distese boschive di conifere; sopra i 2000 metri, vi sono solo pascoli per il bestiame. A quote più basse vengono coltivati cereali come orzo e segale, patate e ortaggi.
  Dal Piemonte al Friuli, la catena prealpina si ricopre di boschi di faggi e castagni. Nella regione dei laghi, le cui acque addolciscono il clima, vengono coltivate piante mediterranee tra cui olivi e limoni. Dalla pianura padana alla riviera ligure, dalle regioni tirreniche a quella calabro‑siciliana, alla Puglia, alla Sardegna, la varietà dei paesaggi agrari è quanto mai articolata. Una cosa è ormai certa: le aree verdi spontanee si sono drasticamente ridotte. Nella maggior parte del territorio sono diffuse colture intensive con sistemi di lavorazione che possono anche alterare negativamente la struttura del terreno. Ma ormai alla vegetazione spontanea, costituita un tempo da boschi, foreste, macchie, si sono sostituite le monoculture di cereali o di piante esotiche.
  Ma saper conoscere e riconoscere il verde agricolo in tutte le sue sfaccettature ambientali ( ci vengono in mente le visite guidate intelligenti in differenti zone dell'Italia) induce anche a riflessioni critiche sull'uso sbagliato che spesso facciamo del territorio.
  Negli ultimi cento anni il contadino ha impiegato mezzi sempre più potenti di lotta chimica contro insetti di ogni genere: inimmaginabili i guasti causati alla salute dell’uomo. L’uso indiscriminato di insetticidi e anticrittogamici ha provocato gravi problemi ambientali come l'inquinamento del suolo, delle falde acquifere, dei fiumi, del mare e come il progressivo impoverimento del terreno che, privato di batteri, funghi e piccoli insetti, diventa sempre più arido e improduttivo. La lotta biologica può, al contrario, ristabilire l'equilibrio ecologico.
  Salute e nutrizione sono strettamente correlate.
  Come diceva in una lettera diretta al Presidente degli Stati Uniti, nel 1854, il Capo indiano Seattle: “... Tutte le cose sono collegate. La Terra non appartiene all'uomo. L'uomo appartiene alla Terra".

Mara de Mercurio
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Mara de Mercurio
(qui ritratta da Yaria), giornalista e scrittrice, è nata in Calabria e vive a Roma. E’ stata per lunghi anni preside della “Scuola Media San Giacomo” di Nettuno, da lei trasformata in prestigiosa scuola pilota della CEE per l’educazione ambientale. Era ed è conosciuta, infatti, per la sua battaglia in difesa dell’ambiente.
Infaticabile viaggiatrice, ha scritto numerosi saggi e articoli anche di altri argomenti nonché libri per ragazzi.

 

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