*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
Domenica 6 settembre
Molti tentano l'evasione ma finiscono per perdersi nei bui mendri di questo posto orrendo. E' per questo che, nella nostra zona, arrivano facce nuove, ogni tanto. Li definiamo i "chierici vaganti". Giunti qui s'accorgono di aver di nuovo fallito e si disperano. Noi, invece, abbiamo rinunciato all'idea d'uscire e siamo diventati degli stanziali che passano i loro giorni in queste grotte e in questi corridoi che, per convenzione, le guardie chiamano "il lato ovest". Tra i nuovi arrivati serpeggia del fermento. Uno di loro ha una crisi di nervi. Grida disperato, e non per il dolore d'essersi di nuovo smarrito. Mi par di capire che il suo dare in escandescenze sia dovuto alla recente perdita della Borsa. Si torce le mani, bestemmia, si dispera. Ho sentito anch'io di quarantamila miliardi bruciati in un giorno. Poverino un po' di quesi soldi andati in fumo dovevano essere i suoi. Rifletto e m'arrabbio a mia volta: chissà cosa gliene può fregare della Borsa a un recluso senza alcuna possibilità d'uscire... M'avvicino e... capisco di avere, ancora una volta, frainteso: sta disperandosi per aver perduto la sua borsa in similpelle, nella quale custodiva dei panini al formaggio. Provo tanta compassione che decido di dividere con lui la mia cena.
Sabino, quello venuto da Sarno, che ormai ha fraternizzato e non s'incazza più per il fatto che gli altri lo chiamino "l'infangato", resta spesso accanto ad Evaristo, un romano che tutti giudicano fuori di testa perché borbotta continuamente frasi in latino. Si sospetta che sia un ex prete. Dopo cena ci siamo radunati, in una decina, vicino alle crepe della muraglia perchè da esse filtra un po' d'aria fresca. Fumiamo, tranquilli e taciturni. Ad un certo momento Evaristo comincia a snocciolare una specie di giaculatoria e Sabino si fa subito attento
«Cumque plurimas et maximas commoditates amicitia contineat, illa nimirum praestat omnibus, quod bona spe praelucet in posterum nec debilitari animos aut cadere patitur...»
«Quant'è belle sta prejere, 'onn'Evarì! A stavv'a sintì me pare e turnà a ffà o chierichette..»
« 'A 'Nfangato! Che fai, interrompi? Ma quale preghiera e preghiera...»
«Ah! nunn'è na prejere? E allora cche d'è?»
«E' Cicerone, bestia!»
«Bestia a chi? Onn'Evarì vuje che dicite? E nun se fà accussì tra amici... ».
Ci resto proprio male. "Cose da Labirinto", mi dico, seguendo con lo sguardo Sabino che s'allontana dal gruppo, curvo per la vergogna.
Prima di rintanarmi scambio due parole con Kramer. E' insolitamente calmo e balbetta appena appena. Discutiamo per un po' delle ultime novità sportive di cui è giunta eco nel lato ovest:
«Hai s..saputo che Maldini è stato estromesso?» mi chiede ad un certo punto.
«Mi sembra giusto no? Ha perso il mondiale.. e chi è il nuovo allenatore?»
Kramer sforza la memoria e dopo qualche secondo conclude:
«Mi pare che si chiami Gua...ariniello, Dottor Guariniello» .
Vorrei rispondergli male, ma ricordando la pena appena provata per i modi di Evaristo, reagisco con molta pazienza:
«E dài, Kramer, ti rendi conto di quello che affermi? Ma lo sai chi è il dottor Guariniello?»
« N...no, m...ma le..leggi qui, vedi? Ha già co-co..nvocato Del Piero, Vieri, Co..costacu..curta... Dino Ba..baggio...»
Non c'è che dire, proprio: "Cose da Labirinto"!
[Continua]