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IL MANIFESTO di Carlo Federico

TERZA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

17.

 

Il romanziere peruviano Mario Vargas Llosa, durante la sua campagna presidenziale, confessò: «Questa cosa è veramente strana e penosa per me, questo linguaggio stereotipato che si deve usare. Non si comunicano idee quando si fa politica, si producono segnali-slogan emotivi».

Due gambe male, quattro gambe bene, è probabilmente uno dei più brillanti esempi di slogan, gridato (o meglio belato) dalle straripanti pecore nella Fattoria degli Animali di Orwell. Nessuna possibilità di discutere, nemmeno di pensare: l'assordante belato a 100 decibel delle stupide creature semplicemente ti distrugge il cervello, con grande soddisfazione dei maiali al potere.

«I poveri d'America sono così occupati a migliorare la loro posizione economica che non hanno tempo per l'invidia» è così ovviamente uno slogan di pio desiderio che non merita nemmeno di scherzarci su. Ma sentite questo:

«Le capitalism c'est la merde». Questo era scritto sull'ingresso principale della Renault a Billancourt, dove come giovane ingegnere trascorsi uno stage circa 45 anni fa. Questo è un buon esempio di slogan, per la nostra analisi. A parte il fatto che la Regie Renault era stata nazionalizzata dieci anni prima, quindi quelle parole erano indirizzate al governo francese che possedeva le fabbriche, questo slogan ci consente di fare un piccolo esercizio semantico. Uno dei miei colleghi all'ISMP di Harvard (voi potete riconoscere a prima vista un uomo di Harvard, ma poi non riuscite a dirgli molto) stabilì una volta che la parola-di-cinque-lettere è una risorsa tipica in casi disperati. Be' questo caso non sembra disperato, ma possiamo accettare in linea di principio la definizione: il capitalismo è cacca. Probabilmente il compilatore dello slogan aveva in mente i ben noti svantaggi del capitalismo: dura vita per la classe lavoratrice, e magari disoccupazione, mentre gli imprenditori accumulano profitti eccetera.
Bene, d'accordo. Il capitalismo (o il libero mercato senza freni, nella sua più recente armatura globale) è cacca. Ma se uno si ferma lì, soltanto gridando cacca, è un fesso. Primo perché quando si bolla qualcosa come cattivo, si dovrebbe spiegare quale ragionevole alternativa viene proposta (I Rossi ancora? i sopravvissuti zoccolo duro degli orfani del Grande Fratello qui a ovest di Minsk - con i loro record di scaffali vuoti e migliaia di persone furiosamente in fuga dal loro paradiso - sembrano i Jacobiti in Inghilterra dopo il 1688). Secondo, la cacca è una cosa molto importante e va studiata e trattata coscienziosamente.

Qualsiasi persona saggia deve aver cura dei propri intestini come del cuore e del cervello. Oserei dire che le vostra budella, con il loro contenuto fecale, sono forse più vitali della vostra chioma ondulata e dovreste preoccuparvene molto. Gli intellettuali parlano volentieri di ideologie e concetti astratti, ma questo è frivolo, come molti dei prodotti del loro pensiero [un feroce libro che vorrei consigliarvi: «Intellectuals» scritto da Paul Johnson, edito da Harper & Collins, ed anche «The Birth of the Modern» dello stesso autore = mi pare che «Intellettuali» sia stato pubblicato in italiano da Longanesi, ma non ci giurerei].
È un peccato che la maggior parte degli intellettuali mostri così scarso interesse per argomenti pratici, come il funzionamento degli intestini, macroeconomia e microeconomia. Molti letterati sono pieni di charme: è la superficialità in molte loro opere che è un po' deludente... come Oscar Wilde affermò; e Anthony Blond potrebbe aggiungere: che alberi siano stati abbattuti per fornire carta alla loro cosmetica superficialità è un affronto ecologico.
Sembra che Martin Lutero, ed anche Oliver Cromwell, esplodessero talvolta in terribili scatti d'ira collegati probabilmente alla loro stitichezza, e questo potrebbe aver in qualche modo influito sul Corso della Storia. Io sono certo che Beethoven non sarebbe riuscito così bene nello scrivere le sue toccanti sinfonie, se non fosse andato regolarmente di corpo. Perché incollare su qualsiasi cosa - anche sulla sostanza fecale - l'etichetta "cacca" e poi dimenticarsene?

Perché dunque non studiare seriamente il fecale capitalismo, o qualsiasi altra cosa? Perché accontentarci di slogan?

(17.Continua)