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IL MANIFESTO di Carlo Federico

PRIMA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

5.

 

Che ne sappiamo, dei Ricchi danarosi? È difficile giudicare dall'esterno qualsiasi situazione interiore (e forse non dovremmo mai giudicare?). Si narra che la nipotina di John Pierpont Morgan alla fine delle scuole elementari dovesse svolgere il tema: "Descrivete una famiglia povera". Svolgimento: "La famiglia Smith era molto povera. Tutti loro erano estremamente poveri. Il padre, la madre e la bambina erano poveri. Anche il maggiordomo, l'amministratore, le cameriere, il cocchiere e l'autista, perfino il giardiniere e il cuoco erano disperatamente poveri, come tutti gli altri della servitù in quella casa. Anche gli stallieri erano poveri". Probabilmente è difficile mettersi nei panni degli altri.

Noialtri, comunque, ci sentiamo al nostro posto nel mezzo tra l'insaziabile ricco e il rapace indigente: e la classe media, a cui apparteniamo, sembra l'ambiente ideale per i Ricchi. Probabilmente c'è un grano di vero in questo. Leggiamo così spesso sui giornali quale tesoro di buon senso sia il ceto medio per il benessere dell'umanità. Laddove la classe media ha radici profonde, là anche la democrazia è robusta, dicono questi commentatori, così il generale benessere è sicuro. Guardate le nazioni scandinave e quelle dell'Europa occidentale, essi dicono, insieme alla Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l'Australia: una prospera classe media è garanzia di stabilità e saggia legislazione. Dove la classe media è debole o non-esistente, come in certe regioni Latino-Americane o Africane o Asiatiche in cui un piccolo numero di famiglie ricchissime sta seduto sulla polveriera di una enorme maggioranza di indigenti, laggiù la situazione politica è esplosiva, la democrazia è una farsa, gli investimenti stranieri stanno alla larga e le prospettive per il futuro sono tetre, essi dicono.
Essi amano ricordare come la disastrosa vittoria dei NAZIonalSocialisti di Hitler nella fragile repubblica di Weimar avvenne quando l'inflazione monetaria spazzò via quel pilastro della democrazia, la virtuosa classe media, lasciata ad agonizzare fuori al freddo con le sue banconote svalutate. Gli stessi articolisti profetizzano tempi duri per la Russia dove, dopo secoli di malgoverno zarista e poi sovietico, una promettente classe media stava appena cominciando a decollare ed ora viene strangolata da un'inflazione tipo Weimar dovuta alla goffaggine dei governanti attuali.

Sì, forse c'è più di un grano di vero in tutto ciò, benché potremmo rivolgere a noi stessi qualche domanda cattiva su alcuni aspetti del buon senso comune della classe media, e dei suoi legami con la democrazia. Ma sopra tutto: Bazzecole come la politica economica hanno qualche connessione con la distaccata serenità interiore dei Ricchi?

La risposta sembra ovvia, ma non ne sono sicuro. Una risposta affermativa implicherebbe che i Ricchi Saccaromiceti hanno una missione all'interno della loro classe media. Ma perché mai dovrebbero? Come disse Groucho Marx, perché dovrei preoccuparmi dei posteri? Che hanno fatto i posteri per me? Tutto mi sembra confuso e fonte di confusione. Nulla è certo, salvo la morte e le tasse. Il resto è un labirinto nella nebbia. Volete aiutarmi a trovare qualche filo-guida attraverso i meandri?
Potremmo avventurarci insieme. In veste di vostro collega junior, cari amici Ricchi, spero di essere aiutato dai vostri suggerimenti. Potremmo provare insieme a disegnare una mappa del labirinto, nella seconda parte di questa chiacchierata.

(5. continua)