Il fascino di Franz Liszt, una delle più celebri figure di virtuoso e compositore del diciannovesimo secolo, consiste in buona parte nelle sue contraddizioni. Fu considerato, in età matura, il musicista vate dell'Ungheria e il beniamino della nazione magiara, ma era nato in terra di confine, la sua madrelingua era il tedesco e i suoi antenati avevano scritto "List" il proprio nome: eccezionale virtuoso per tutta la giovinezza, chiuse pressoché d'improvviso il pianoforte per dedicarsi solo alla composizione e mai più diede un pubblico concerto; uomo bellissimo, uno dei più affascinanti della sua epoca, da vecchio prese un'aria d'arguto Mefistofele che si divertì ad accentuare; amante, durante tutta la vita, di una infinita teoria di donne fascinose, colte, influenti, fu nello stesso tempo compagno devoto e ligio più di un marito alla "sua" principessa, la polacca Carolyne Sayn Wittgenstein; tenero patrigno per la figlia di lei, Marie, fu invece padre assai più severo per i suoi figli, i tre avuti da Marie d'Agouit, proprio per l'influenza esercitata su di lui dalla rigida Carolyne; cittadino del mondo, mente illuminata ed aperta, organizzò la sua vita, negli ultimi decenni, in modo da alternare la residenza fra Roma, Budapest, Weimar e dovunque fu onorato come un sovrano ma il destino lo portò a morire nella soffocante roccaforte wagneriana di Bayreuth, assistito di malavoglia da una figlia che non lo amava e accompagnato alla tomba da musiche non sue. Intanto Carolyne, a Roma, era diventata una vecchia signora eccentrica e bigotta. Ma lei che pure aveva rifiutato il matrimonio con il compositore, accettando il fatto che Liszt trascorresse tanta parte dell'anno lontano, non resse al colpo di quella morte squallida e remota e lo seguì nella tomba pochi mesi dopo. Infine, Liszt ebbe un'altra caratteristica del tutto priva di contraddizioni perché lo accompagnò tutta la vita: fu un eccezionale scopritore di talenti. A parte gli strumentisti di valore che furono suoi siscepoli, alcuni dei quali rimasti figure di spicco nella storia della musica, non si può scordare che fu il primo a credere in Wagner e che, senza il suo appoggio, come riconosciuto da pur egocentrico e immensamente vanitoso interessato, un Wagner, è probabile, non ci sarebbe stato.
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rara.
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