Il Gioco
Una recente ricerca effettuata su un
campione di bambini italiani ha evidenziato come la loro stragrande
maggioranza preferisca quando ai fornelli c’è il papà anziché la mamma.
Nell’indagine successiva, atta a determinare i motivi di tale
preferenza, è risultato che i bambini prediligono la cucina dei propri
padri in quanto, nel realizzarla, si comportano in maniera più
divertente e fantasiosa.
E il risultato finale, quando è portato in tavola, viene ovviamente
arricchito da più ingredienti.
Per le mamme invece cucinare è l’ennesima scocciante routine alla quale
sono quotidianamente sottoposte, un obbligo a cui non possono sottrarsi.
L’atto di cucinare in pratica è identico ma opposto il punto di vista
con il quale lo si interpreta.
Tutto è relativo e dovremmo imparare a vedere le cose da più
angolazioni.
Albert Einstein |
Se i bambini preferiscono la creatività del gioco
hanno tutte le loro buone ragioni!
Questo deve far riflettere.
In una vita portata avanti nell’obbligo non vi è più una scintilla di fantasia,
tutto diventa grigio, imposto, fatto per dovere. Occorre anzitutto sbrigarsi a
terminare…per togliersi da quella incomoda posizione in cui il ruolo, che
abbiamo assunto nella vita, ci ha relegato.
Ci troviamo così impegnati a studiare i modi migliori per attuare bene e
velocemente quello che dobbiamo fare e ci applichiamo, come una macchina, in
modo da finire il più presto possibile per poter riservare spazio ad altro… Così facendo si perde la coscienza della vita che , come insegnano i bambini, è
e deve rimanere un gioco, ricco di estro ed inventiva. Un gioco con le
sue regole. |
Di cui nessun bambino si sognerebbe mai di infrangere le norme che lo
disciplinano e , anche noi adulti, quando passiamo il tempo giocando a carte, a
scacchi o a dama siamo ligi alle regole iniziali e, senza adottarle, non
cominceremmo nemmeno una partita.
E’ vero esistono i bari ma, quando imbrogliano, lo fanno senza intaccare o
eludere i precetti del gioco…tirano fuori un mazzo truccato o una carta da sotto
il tavolo senza mai trasgredire, neanche loro, i dettami
iniziali…considerandoli, quelli sì, inviolabili.
Fateci caso non esistono altri campi come nel gioco in cui le regole sono così
strettamente osservate, mai confutate o discusse.
Da alcuno.
Quando da bambini entriamo a far parte del mondo impariamo a giocare e, tra
risa e gridolini, apprendiamo a rispettare i tempi e le regole del gioco, sia
esso “un, due, tre stella” o “nascondino”, dove è consentito barare, mentre si
sta alla conta …sbirciando tra le dita ma mai voltarsi prima del tempo.
A cosa sono serviti quegli insegnamenti che dovevano prepararci alla vita?
Se poi, una volta cresciuti, abbiamo dimenticato di vivere la vita come un gioco
le cui regole sono inviolabili?
Amare la vita, a parer mio, significa gioirne prendendone parte attivamente,
ricercando ogni giorno di migliorarla e non già nel grigiore dell’espletamento
odierno di obblighi.
Dovrebbe essere una ricerca di condivisione in mille gesti a portare gioia e un
sorriso nell’ipotetico viso di un bambino o di un anziano che ci osservi.
Proprio in quelle due età che più sanno cosa è in realtà la vita!
Sì, vorrei dire, sono capace ancora di giocare. Non mi sono fatta tediare dagli
impegni e riesco ancora a concluderli cantando…
Tanto, se sono un obbligo, forse mi conviene sorridere e ricercare una allegria,
un colpo al centro, un goal… anche in quelli !
Che differenza esiste tra un atteggiamento serio e uno giocoso, al di fuori
della circostanza che ce lo impone ? Nessuna : i bambini sono terribilmente seri
quando giocano e anche noi lo siamo quando ci impegniamo in una partita a carte
! Perché non esserlo sempre ?
La serietà presente nei bambini impone il non venire meno alle regole anche
quando le situazioni precipitano nel dramma (ndr.La Luna e il Lago in onda
domenica 9 aprile, alle 21,00, su Rai Uno )
Partecipare alla vita come a un incontro, questo sì particolarmente serio, è
sempre più la forma vincente perché solo nel gioco le regole si assimilano e si
fanno proprie per intero, nel rispetto, per l’appunto, del gioco stesso.
Riconosciute le regole il partecipare ad un gioco collettivo è emozionante !
Ci sono momenti, sempre meno rari, in cui ai giocatori il gioco, la vita,
diventa evidente, si palesa.
Ognuno sente , in cuor suo, di essere una piccola pedina che però fa parte di un
tutto inscindibile, come le gocce del mare nelle onde di Hokusai.
Hokusai, La Grande Onda di Kanagawa |
Un tutto orchestrato da un ordine imperscrutabile ma al quale i singoli
strumenti, noi esseri umani, si uniformano in una unica armonia.
Allora ci si ritrova a sorridere, anche da soli, l’animo si fa più sereno:
forse è merito dell’avere riconosciuto l’importanza del gioco, l’averne
finalmente preso parte rispettando ognuno le regole….
Senza bisogno che alcuno debba ricordarle.
In fondo perché prendere la vita come un obbligo…non siamo obbligati a vivere… ma
siamo invitati a parteciparvi nel migliore modo possibile! |
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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