L'Addio
“… ‘Bocca semiaperta, occhi spalancati: sono sintomi di avvelenamento
.’
La stanza è una cassa armonica, sento le parole frusciare lontane.
Sono lontane, troppo lontane da me.
Il loro suono, quasi metallico, sembra provenire da un altro mondo o
sono forse atterrato io in una dimensione parallela ?
La realtà che mi si presenta è idealizzata nella mente, non sto
guardando attraverso i miei occhi… perché sono chiusi.
Percepisco attraverso i sensi e riesco, così, ad avvertire i movimenti
intorno al mio corpo: qualcuno si sta interessando alla mia sorte e,
senza avvicinarsi per toccarmi, sta diagnosticando la mia fine…quando
sono ancora vivo… ancora in grado di percepire il verdetto.
Sono le dieci di mattina quando una mano calda mi sfiora con una carezza
il viso: è mia figlia !
Con la voce rotta dal pianto chiede aiuto per sollevarmi da terra e
adagiarmi sul letto.
Si siede accanto a me, licenzia i presenti e mi accarezza, teneramente,
con la sua mano.
Con movimenti regolari liscia i tratti del mio viso fino a riportare il
colorito naturale facendo sparire quella tonalità bluastra dalla guancia
sinistra.
Le dita scivolano delicatamente sino alla base del collo, la sua mano si
posa sulla vena giugulare quasi volesse scaldare il sangue che ormai vi
ha interrotto il suo normale corso .
Io sono lì, incapace ad esprimerle il mio sentimento di amore e di
gratitudine e impossibilitato a cingerla in un abbraccio che suggelli
per sempre il mio affetto.
Vorrei rompere il silenzio del suo pianto…ma non posso.
Una decisione presa tanto tempo fa, quando non sapevo quanta importanza
avrebbe avuto per me la vita in questo momento, me lo impedisce:
‘Se sto male voglio poter andare via da qui ’ dissi allora, senza né
sapere né intuire quanto fosse facile uscire e impossibile rientrare !
Qualcuno, ora assente, mi aveva spietatamente e puntualmente aiutato ad
abbandonare la mia sofferenza…Ha posto fine ai miei dolori terreni
mantenendo un patto sottoscritto tanti anni prima quando non sapevo, non
potevo immaginare cosa comportasse quella scelta.
Allora avevo concesso ad una altra persona l’arbitrio sulla mia vita.
Ma non era quello che volevo, non era questo il momento …non ora.
Perché adesso guardando mia figlia china su di me, mentre si asciuga le
lacrime di una muta rassegnazione, non vorrei mai congedarmi dalla vita.
Fra poco il mio spirito abbandonerà il mio corpo e io non la vedrò più,
ora so quello che ho perso e non mi so dare pace. La sofferenza che
provo è senza fine perché, ora, mi è chiaro tutto l’iter della mia vita,
le dimenticanze e gli errori commessi…e quella ragazza , dai capelli
biondi e l’animo troppo sensibile, che ho visto crescere e che ora
abbandono nelle mani e all’arbitrio di un mondo crudele…la cui
aspirazione è solo quella di sopprimere i deboli.
Non so da che parte del muro mi trovo, se non sono forse io ad essere in
pace e lei nell’inferno dei vivi a cui devo lasciarla, adesso, da sola.
E’ stato il silenzio assenso della mia malattia a determinare il momento
della mia dipartita?
Chi ha potuto stabilire se fosse quella l’ora giusta per farla finita
sia con la mia sofferenza che con il fastidio che recavo agli altri?
Nell’attimo in cui sono consapevole di cosa significhi perdere la vita,
proprio ora che sono conscio del suo immenso valore…mi chiedo come possa
esservi stato un momento in cui io abbia preso, coscientemente, la
decisione di anticipare la mia morte per eliminare la sofferenza.
Pazzo…guardo ancora le mani di mia figlia…la pendola sopra al camino
segna le 20,00…il meccanismo si blocca…non c’è più tempo…devo andare…
Addio mia piccola. A Dio...”
…Che dire? Non so se possa esistere un diritto di alcuno sulla vita, di
certo so che non compete a noi, poveri esseri umani, il suo arbitrio.
Possiamo imparare ad alleviare il dolore, a non permettere
l’accanimento terapeutico ma non saremo mai in grado di determinare
quando sia giusto morire né altri potranno essere garanti dei nostri
diritti.
Quante adesioni a tale ideologia di morte, prese decenni addietro,
potrebbero trasformarsi in facili eliminazioni di ‘scomodi’ vecchietti?
Personalmente il mio modo di pensare è incompatibile con la proposta di
legalizzare l’eutanasia come è contrario all’impiego degli Ogm per
consimili motivazioni.
Chi può volere questo ulteriore abominio se non le stesse case
farmaceutiche?
Immagino già pronta una linea di medicinali ad hoc con le virtù
terapeutiche necessarie ad offrire un dolce passaggio nell’aldilà e
cospicui guadagni in terra.
I medici sono già in grado di interrompere una terapia e accelerare la
fine, con una iniezione di morfina o cortisone, in tutti quei casi in
cui ritengono inutile perseguire una invalidante terapia.
La ricerca deve trovare il modo di combattere i mali del mondo e non
rinunciare ad ogni ipotesi di salvezza.
Preferirei vedere ogni sforzo rivolto alla ricerca sulle cellule
staminali, sugli antivirus!
Vorrei ancora potere applaudire un medico che offre la sua ricerca,
gratuitamente, alla umanità senza ‘costosi’ brevetti.
Un altro bel Nobel alla ricerca… della vita e non della morte.
Nella migliore delle ipotesi, al massimo entro cento anni, la vita di
tutti noi sarà finita, anche quella dell’odierno neonato…non sarebbe il
caso di permettere e garantire, a questi pochi anni, il loro naturale
svolgimento ?
Lontani, lontani anni luce, per favore, da ideologie di ‘dolce morte ’…
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
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The Web Park Speaker's Corner
2001 Nobel per la Scienza
(BECs base di ricerca per i laser atomici)
Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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