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Idee in Movimento
di Ely Galleani
Alassio  21 Gennaio 2006 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25
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  Le Tre Grazie

    Al giorno d’oggi seguire un Telegiornale equivale ad inorridire nell’immediato: dalla divulgazione di notizie concernenti l’esecuzione di condanne a morte, messe in opera nella ‘pseudo’ legalità di un sistema che ne consente ancora l’uso… alle immagini sugli attentati, con decine di morti innocenti in Iraq e nelle altre parti del mondo... misfatti, questi, autorizzati da quella che viene , da alcuni, ingannevolmente chiamata ‘guerra santa ’
   Le notizie diffuse dai media sono davvero aberranti, riflettono un mondo che nulla ha più di umano , dove non esiste più alcun rispetto a tutela della nostra civile esistenza.
   Fin quando queste informazioni giungono dall’estero si può forse credere di essere, noi italiani, ancora indenni dal loro diretto influsso ma quando è la nostra cronaca a proporre notizie che hanno connotazione nell’assurdo…allora ci rendiamo conto come, anche da noi, si stia scivolando inesorabilmente verso una era di barbarie.
   Sono rimasta sconcertata, giorni fa, dalla notizia di un cinquantenne ritrovato cadavere nella propria casa dove aveva occultato, da tre anni, il corpo della propria madre al fine di potere continuare ad incassare la pensione di competenza della anziana genitrice. Il giornalista, nel commentare l’accaduto, poneva l’accento sul fatto che quel disgraziato trascorreva la sua vita da solo nella propria casa dalla quale usciva solo i primi del mese per prelevare l’importo della pensione e poi ritirarsi nuovamente nell’isolamento della sua follia..
   La sua follia?
   Sarebbe meglio dire ‘la follia ’ di un intero paese che, almeno per tre anni, non ha sentito né il bisogno di parlare con lo sventurato uomo né la necessità di avvicinarlo, di comunicare con lui…come dovrebbe avvenire in una società sana. Non è folle solo quell’uomo, ma folli siamo tutti noi !
   Noi che viviamo isolati l’uno dall’altro, dove ‘uno’ è poco ma ‘due ‘sono già troppi !
   Noi che tendiamo a chiuderci nella nostra realtà , totalmente ignari di quanto accada al nostro diretto vicino.
   Vale la pena riflettere sull’accaduto in quanto sintomatico di una chiusura sociale che impedisce qualsiasi interesse verso il prossimo: al punto che una persona può occultare la morte di un congiunto, per tre mesi, senza che qualcuno se ne accorga …!
   Nessuno ha voluto conoscere la realtà di quell’uomo dall’animo devastato dalla miseria, economica e morale. Non lo hanno fatto le istituzioni né i singoli cittadini.
   Perché?
   Perché viviamo in una epoca di impoverimento morale dove essere singoli non costituisce più un problema ma un traguardo e dove le famiglie spesso si intendono tali anche se sono composte da sole due persone… 'uno' è poco e 'due' sono già troppi !
   Apprezzo la solitudine e non ne sono contraria ma devo convenire come, nella ricerca dell’ individualità, abbiamo perso ogni valore di condivisione, ogni desiderio di socializzare, di interessarci al nostro Paese e allo status dei suoi abitanti, come se fossero problemi estranei alla nostra persona…e come sia impensabile, quindi, considerare di dividere con gli altri le nostre fortune e angosce!
   Tutto l’opposto della evoluzione!
   Eppure fin dai tempi delle antiche culture, egizia e greca, l’evoluzione dell’uomo è insita nella triade: dove chi procede offre ad un altro che riceve e ad un altro ancora che restituisce.
   Mi riferisco alla raffigurazione delle Tre Grazie che, per gli antichi come per gli artisti del nostro Rinascimento, hanno costituito il simbolo stesso della evoluzione umana.

Pompei V secolo aC.(Museo Nazionale Napoli)


   Armonia nasce da Venere e da Marte perché solo nel conseguire la perfetta unione dei contrari, nella discorde concordia…nasce il nuovo essere in grado di restituire il beneficio iniziale ( “Harmonia est concordia discors, Harmonia est discordia concors” vedi Manilio, Astronomica, I , 42 e Agostino, Epistolae, XVI, 4).
   Giacchè l’oscurità degli arcani si chiarifica, si spiega mediante espressioni, apparentemente, contraddittorie.
   Nel geroglifico egiziano ‘djd’ il simbolo, composto da un triangolo con una piccola apertura alla base, possiede letteralmente e contemporaneamente tre significati:
   dare
   avere
   essere dotato
   Non si può avere se non si da, non si può dare se non si è avuto e, sicuramente, non si può essere dotato se non si sono espletate le prime due funzioni!
   Ora mi chiedo : nella nostra attuale società il terzo dove è finito?
   Cosa pensiamo di diventare se, al massimo, ci applichiamo per raggiungere un benessere personale che siamo in grado di estendere solo all’interno della eventuale coppia che abbiamo avuto la fortuna di formare ?
   Anche quando siamo rilassati, in compagnia di amici, la nostra postura normale è , spesso, quella di tenere le braccia conserte sul petto. Il gesto indica una nostra, tanto naturale quanto totale, chiusura al mondo esterno.
   Le nostre braccia dovrebbero essere aperte ad abbracciare i nostri simili, un moto sia verso la persona a cui offriamo come verso chi ci restituirà quel beneficio che, con la nostra iniziale offerta, abbiamo stimolato.
   Le Tre Grazie, il ‘djd’, indicano da millenni come questo atteggiamento sia imprescindibile dalla corretta evoluzione umana.
   Artisti come Valeriano, Raffaello, Botticelli, Correggio, Veronese hanno commemorato le Tre Grazie nei loro dipinti unitamente a quelle riprodotte dal conio nelle monete commemorative ( ndr.Medaglia di Pico della Mirandola all’epoca in cui era giovane allievo di Ficino), a quelle stampate negli ex-libris ( ndr. Johannes Cuspinianus) o ancora raffigurate nelle popolari Carte dei Tarocchi.
   Solo nella nostra epoca siamo riusciti a sfuggire all’importanza simboleggiata dalla triade: l’assoluta necessità di procedere non solo verso il nostro prossimo ma anche verso il terzo, l’altro.
   L’essenza dell’uomo è insita nel numero tre e non già nell’uno!
   L’uno è trino.
   Testimonianze si trovano nei testi antichi della “ Hypnerotomachia” con l’individuazione dei monumenti egizi alla trinità : uno per tutti l’obelisco. Lo ‘djd’ che, nella forma amplificata dell’obelisco, assume la connotazione della congiunzione con l’assoluto.
   I simboli sono stati così disattesi, ignorati, dimenticati dalla nostra frettolosa cultura dal renderci , alla fine , più poveri nella comprensione del mistero della vita. Rifuggiamo dalle religioni perché respingiamo ogni dogma e così facendo ci allontaniamo dai simboli che esse hanno preservato per noi.
   Credo sia una attenta apertura, e non già una chiusura, la chiave per migliorare il nostro presente e sta a noi attuarla, interessandoci anche a quelle persone, a quelle nozioni che non fanno parte della nostra famiglia di valori o aspettative.
   La carità è una parte importante della nostra vita purché non venga esercitata solo materialmente in quanto offrire il nostro tempo è sicuramente più gratificante. A parer mio esporsi di persona permette di amplificare la comprensione dei mali che affliggono i nostri simili.
   Seguire l’esempio delle Tre Grazie forse aiuterebbe a riscattarci dalla nostra stessa ignavia.

   Dedicato alle persone che sono ancora alla ricerca di un po’ di luce…
 

C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com

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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano, Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie, impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato infantile, il desiderio di giocare. Crede nel web, nella possibilità di una nuova forma di comunicazione

 


Ely Galleani

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