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di memoria, cultura e molto altro...      Ravenna, 27 Maggio 2017




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Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.

Tutto è relativo...

  Sono un appassionato di enigmistica, passione ereditata da mio padre Guido che fin da bambino vedevo impegnato a risolvere i cruciverba della Settimana Enigmistica e in particolare gli schemi di Manente, che erano una faccenda per gli enigmisti più esperti. Da tempi immemorabili corro in edicola il giovedì mattina per acquistare la Settimana e devo confessarvi che giovedì scorso sono rimasto un po’ così perché mi aspettavo un qualcosa dalla Settimana. E sapete perché? Perché il numero in edicola di questa settimana è il quattromila quattrocento quaranta quattro, che scritto in cifre si legge 4444. Un numero palindromo che più palindromo non si può e pertanto mi aspettavo che la Settimana avrebbe escogitato qualcosa per ricordare questo avvenimento. E invece niente. Eppure il 4444 è pur sempre un bel numero così come lo è il 4. I Pitagorici, che di numeri si intendevano parecchio, chiamavano “pari pari” i numeri divisibili per 4 e il 4, insieme all’8, era associato all’armonia e alla giustizia. Quattro era anche il numero degli elementi (acqua, aria, terra, fuoco) e il carattere di una persona era il risultato della combinazione di quattro umori. Quattro sono anche i punti cardinali. Il 4 viene usato nel linguaggio corrente per esprimere modeste quantità (eravamo in quattro gatti…) oppure, in condominio con l’8, per definire tempi brevissimi (ho risolto la questione in quattro e quattr’otto). E poi, ancora, a quattr’occhi, urlare ai quattro venti, farsi in quattro, fare il diavolo a quattro, fare quattro salti, dirne quattro.
Quattro sono anche le dimensioni dello spazio-tempo di Einstein e a proposito di Einstein devo dire che ancora c’è gente che crede di identificare il pensiero dell’illustre fisico nella frase tutto è relativo. Alla fine dello scorso anno Eugenio Scalfari, in una sua rubrica sul settimanale L’Espresso, informò i suoi lettori di una sua provvidenziale caduta sulla strada di Damasco che gli indusse la conversione alla fisica. Galeotto fu un libro e precisamente Spazio, tempo e gravitazione del grande astronomo Arthur Stanley Eddington. E, dopo averlo letto, “da allora la relatività è diventata per me un concetto fondamentale che denota la modernità a partire dall’Illuminismo. Non c’è nulla di Assoluto, tutto è relativo, tutto emana dal singolo individuo e lo si vede nella storia del pensiero moderno. Scientifico, politico, religioso”.
Dopo aver letto queste considerazioni presi subito carta, penna e calamaio e scrissi all’Espresso per segnalare il grave errore. Einstein, infatti, non ha affatto affermato che a questo mondo tutto è relativo. Già lo aveva detto Galilei e poi mica c’è bisogno di essere dei capoccioni per affermare che tutto è relativo. Lo sanno anche i gatti. Einstein, invece, considerò il tutto è relativo la premessa del suo discorso che lo avrebbe condotto ad affermare che a questo mondo, nonostante tutto sia relativo, esiste invece qualcosa di assoluto. Ovviamente la mia lettera non ha ricevuto nessuna risposta. Figurarsi se Scalfari si prende la briga di confrontarsi con uno come me, autorevole rappresentante della stirpe dei Pincopallini, ma mi conforta il pensiero che navigando in rete ho trovato che anche il fisico Giuseppe Vatinno ha avuto la mia stessa reazione e ha pubblicato in rete una pagina dove sottolinea l’errore gravissimo di Eugenio. Ma purtroppo il mondo va così. La fisica è conosciuta da pochi e si continua a persistere in certi errori.
Se io, tanto per fare un esempio, scrivessi che Dante Alighieri ha scritto I Promessi Sposi, verrei sicuramente bollato di ignoranza crassa e magari sarei radiato dall’albo dei giornalisti per aver diffuso informazioni sbagliate, false e tendenziose. Se uno invece va in giro dicendo che Einstein ha affermato che tutto è relativo, il messaggio passa inosservato. E magari gli battono pure le mani.
Povera cultura scientifica!
Ma torniamo al 4444 perché c’è ancora qualche curiosità legata a questo numero. Innanzitutto in cielo passeggia un asteroide “targato” 4444 e intitolato al grande Maurits Cornelis Escher. L’asteroide è stato scoperto nel 1985. Ma dal cielo scendiamo sulla terra e andiamo in Veneto dove esiste, lo sapevate?, la scalinata più lunga d’Italia. E questa scalinata è composta da 4444 scalini, né uno di più né uno di meno. La scalinata, che risale alla fine del Trecento, collega Valstagna a Sasso di Asiago e chi ha voglia, e soprattutto gambe, può percorrerla in circa due ore e mezzo. Molto meno del tempo impiegato a leggere questa Bollicina.

Franco Gàbici

- Le considerazioni sul 4 sono tratte dal volume Numeri memorabili di David Wells edito da Zanichelli nel 1991.
- Il citato Spazio, tempo e gravitazione di Arthur Stanley Eddington è pubblicato dal 1971 dalla Bollati Boringhieri.




 

Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).



 


Franco Gabici

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