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di memoria, cultura e molto altro...      Ravenna, 14 Luglio 2014



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Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.

A proposito di Superluna ed altre cose

  Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, della Superluna (12 luglio) e magari molta gente sarà rimasta delusa perché si aspettava di osservare in cielo una luna talmente grande che più grande non si poteva e invece hanno osservato una luna che pareva uguale a tutte le altre lune piene. Allora, per spiegare le cose, dovete sapere che la Luna gira attorno alla Terra su un’orbita che non è affatto semplice e pertanto la distanza Terra-Luna non è sempre costante, ma varia da un massimo a un minimo.
Bene, in questi giorni la Luna è al perigeo, vale a dire alla minima distanza dalla terra e dunque essendo più vicina è chiaro che apparirà anche un pochino più grande del solito anche se la variazione del suo diametro apparente non è certo tale da indurre la gente a spalancare la bocca.
Purtroppo i mezzi di informazione ci hanno messo del suo (o “del loro”?) per gonfiare non solo la Luna ma anche la notizia e così la gente si aspettava di vedere in cielo una Luna grande magari come una ruota di bicicletta. E invece… Purtroppo questa Luna o Superluna che sia non è che sia stata osservata da molti perché sarà anche vero che la Luna è al perigeo ma è anche vero che siamo in un periodo di pessimo clima, con tanto di cielo coperto e compagnia bella. Ci saranno, comunque, due controprove, una il prossimo 10 agosto e l’altra l’8 settembre, due date in cui vedremo la Luna un pochino più grassa, e pertanto anche più luminosa del solito ma non più di tanto. Purtroppo la Superluna disturberà non poco lo spettacolo delle “stelle cadenti” previsto ogni anno intorno al 10 agosto ma quest’anno le cose andranno così.
Fai diverso.
E a proposito di Luna vi dirò un’altra cosa che difficilmente è creduta. Quante volte avete sentito dire che la Luna quando è bassa sull’orizzonte è molto più grande rispetto a quella che si vede quando invece è bella alta nel cielo. Il fatto è che la Luna è sempre la stessa e se non ci credete provate a misurare le sue dimensioni apparenti e poi ditemi se non ho ragione. Le diverse dimensioni della Luna sono in realtà un fatto psicologico, la conseguenza di una suggestione. Provare per credere!
E parlando di Luna, come non ricordare il vecchio Fred (Buscaglione, si intende) che nel 1959 cantava per l’appunto “Guarda che luna”, con un incipit arpeggiato che faceva il verso alla famosissima Sonata al chiaro di luna di Beethoven? Alla canzone ho dedicato una scheda nel mio libro Una canzone al giorno (Editore Simonelli) e se non lo avete mai letto credo sia giunto il momento di farlo perché se uno ha sessanta o settant’anni sulla groppa non può aver raggiunto questa età senza leggere questo libro che praticamente raccoglie e racconta la colonna sonora di un’epoca lontana e ahimé irripetibile (anni Cinquanta e Sessanta) che riporta agli anni beati della gioventù. E in quegli anni, ricordate?, si tifava o per Coppi o per Bartali e si lasciava una fetta di tifo anche a Fiorenzo Magni, il “terzo uomo”.
Bartali! Nasceva giusto cento anni fa, il 18 luglio del 1914, e a me divenne subito simpatico per due ragioni. Era del 1914 come mia mamma Ines e portava all’occhiello il distintivo dell’Aci (leggi Azione Cattolica Italiana), un particolare che per noi ragazzini cresciuti all’ombra del campanile era una cosa di non poco conto. E qui bisognerebbe tirar fuori la storia di Coppi e della “dama bianca” ma lasciamo perdere perché ora mi interessa ricordare un’epoca, l’epoca di un ciclismo raccontato dalle straordinarie cronache radiofoniche di Mario Ferretti, che iniziò la sua carriera raccontando, per approssimazioni successive, la mitica impresa di Coppi nella tappa Cuneo-Pinerolo partendo dal famoso “uomo solo al comando”: Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Coppi, eterno rivale di Bartali.
Ricordo certe sere tiepide di maggio quando sul far della sera la radio trasmetteva il “Giringiro”, la trasmissione di Garinei e Giovannini condotta da Silvio Gigli con notizie e ironici commenti della tappa del Giro d’Italia ma sul più bello nonna Faustina ci imponeva di spegnere la radio perché i rintocchi della campana della sera annunciavano la funzione serale del “mese di maggio” alla quale non bisognava mancare. Erano sere allietate dal garrire di rondini impazzite attorno alla grande cupola della mia chiesa, preludio all’odore di incenso che ti accoglieva quando vi entravi.
Tempi lontani, troppo lontani. Ero ragazzo, allora, con la testa ingombra di sogni. E ricordo che nelle sere d’estate trascorrevo lunghi momenti alla finestra di fronte allo spettacolo della Luna che inargentava il mio cortile. Certo, non ero Leopardi, però la Luna mi affascinava non poco e non avrei mai immaginato che da grande, per guadagnarmi il lesso (come diceva Gadda), avrei insegnato alla gente che la Luna era fatta così e così e che quando era al perigeo diventava una Superluna. Ma la Luna è sempre la luna e nessun calcolo matematico o astronomico potrà toglierle il fascino della sua poesia.

Franco Gàbici

Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.




 

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Una Canzone al Giorno  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).



 


Franco Gabici

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