Alcuni giorni fa su un grande quotidiano nazionale è uscita la notizia di uno studio sul cervello di Albert Einstein. Ma come, dirà qualcuno dei miei lettori, Einstein non aveva lasciato detto che il suo corpo doveva essere cremato e le sue ceneri disperse? Sì, è vero, ma è anche vero che al mondo esiste la categoria dei disubbidienti e così il patologo Thomas Harvey non se la sentì di far bruciare l’illustre scienziato ma chiese, e evidentemente ottenne, di risparmiare il cervello che aveva partorito le due celeberrime teorie della relatività.
Sì, teorie, perché anche se si parla di Relatività come se fosse un unico sistema in realtà le relatività sono due, la Ristretta (o speciale) del 1905 e la Generale del 1916.
Ma qui non voglio parlarvi del cervello di Einstein che, secondo gli ultimi studi sarebbe “speciale e insolito” (altri studi, invece, lo avevano definito normalissimo e allora vai tu a fidarti degli studiosi…), bensì di come è stata presentata la faccenda su questo quotidiano nazionale.
Il redattore, infatti, o chi per lui, ha pensato bene di corredare la pagina inserendo alcune frasi celebri dello scienziato e fra queste una è stata evidenziata con caratteri più evidenti spacciandola per la frase per antonomasia. E la frase, udite udite, è questa: “Nulla è assoluto tutto è relativo”.
Einstein è morto nell’aprile del 1955 e dopo quasi sessant’anni dalla sua morte ancora si sentono queste sciocchezze.
Purtroppo chi scrive di scienza sui quotidiani non ha laurea in fisica (come il sottoscritto, ad esempio) e possiede un bagaglio di nozioni scientifiche abbastanza approssimative. Né si preoccupa di verificare se le sue affermazioni siano giuste o sbagliate. Einstein fu il rimo ad ammettere che il nome di “relatività” appiccicato alle sue teorie avrebbe indotto non pochi equivoci e il grande fisico aveva ragione se è vero che ancora oggi c’è gente che crede che la grande scoperta di Einstein sia stata quella di affermare che a questo mondo “tutto è relativo”. Peccato, però, che Einstein affermò tutto il contrario!
In effetti basta guardarsi attorno per rendersi conto che a questo mondo tutto è relativo nel senso che uno stesso fenomeno appare diverso a seconda di come lo si guarda. Se uno se ne sta seduto in uno scompartimento di un treno e si accende la pipa, per questo signore l’accensione della pipa e la prima boccata di fumo avvengono nello stesso luogo, vale a dire nella carrozza del treno. Per un tipo che invece osserva il tutto dal marciapiede della stazione, l’accensione della pipa avviene in un determinato punto e la prima boccata avviene in un altro perché nel frattempo il treno si è messo in moto. Dunque, come potete ben vedere, il fenomeno è lo stesso ma le descrizioni sono diverse e dunque è vero che “tutto è relativo”. Se avesse affermato che “tutto è relativo” Einstein avrebbe scoperto veramente l’acqua calda.
Del resto, prima di lui, c’è stato un certo Galilei che parlava di relatività (la famosa “relatività galileiana”). E allora? E allora cercherò di spiegarvi cosa ha veramente affermato Einstein di così straordinario. Einstein, infatti, ha dimostrato che nonostante, e qui sottolineiamo questo “nonostante”, al mondo tutto sia relativo, esiste invece qualcosa di “assoluto” che mette d’accordo tutti i punti di vista. La teoria della Relatività, dunque, è una Teoria dell’Assoluto, è la ricerca di un punto fermo nel mare oscillante delle cose del mondo.
Pensate se io adesso scrivessi che Dante Alighieri ha scritto “I Promessi Sposi”.
Vi immaginate le critiche, le indignazioni?
Direbbero ma guarda cosa va a scrivere questo analfabeta e via discorrendo. Le verità scientifiche, invece, hanno un altro destino. Tutti ne possono parlare a sproposito e nessuno alza un dito per sottolineare lo scandalo.
Purtroppo i giornali godono di una certa credibilità fra il grande pubblico. “L’ho letto sul giornale”, si dice a garanzia di una verità incontrovertibile perché si pensa che i giornalisti siano preparati e non scrivano baggianate. E invece, cari miei, dobbiamo ancora sopportare situazioni di questo genere.
Ricordatevi, allora, che Einstein non ha affermato che “tutto è relativo”, ma il contrario. E soprattutto non fatevi ingannare dall’aspetto delle parole perché dire che “Einstein ha affermato che tutto è relativo” ha lo stesso tasso di verità dell’affermazione che “Girolamo Savonarola morì per una infiammazione”! Occhio, dunque, a non prendere fischi per fiaschi. E ricordiamoci che la teoria della relatività è una teoria dell’assoluto.
Ma i mass media continuano a pensarla in altro modo. Il che, direbbe Guareschi, è bello e istruttivo.
Franco Gàbici
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).