“Senti, perché hai detto che sto sbagliando tutto?”
“A beh, niente, così. Ecco, per esempio, quando mi hai fatto salire a casa tua, che stavi studiando?”
“Io ti ho fatto salire? Nullità e annullabilità degli atti processuali”
“Ecco, lo vedi, a che serve? Scusa, sarà roba di cent’anni fa”
“Anche di mille”
“Eh, meglio ancora! Io capisco, che so?, studiare diritto spaziale”
“Diritto spaziale?”
“Certo. Due astronavi si scontrano. Chi è che paga, no? Oppure: i terreni sulla Luna si possono lottizzare? Hai capito? Vabbè che quando arriva Kruscev già ci trova le palazzine dell’Immobiliare…”
Questo, lo avrete capito, non è uno dei dialoghi di Platone, ma uno scambio di battute fra Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) e Bruno Cortona (Vittorio Gassman) nel mitico film di Dino Risi “Il sorpasso”. Il film è targato 1962, ma proprio in questi giorni, dopo quasi cinquant’anni, l’Ansa ha diffuso una notizia che praticamente rilancia le considerazioni di Gassman. Secondo il Comitato dell’Onu per l’uso pacifico dello spazio, infatti, sarebbe giunto il momento di istituire una torre di controllo e un codice per evitare incidenti nello spazio attorno alla terra, troppo intasato da veicoli di ogni specie. Gassman, dunque, senza saperlo, fu profeta.
Non so se al mondo ci sia gente che si stia preoccupando di queste cose, ma almeno uno c’è, di sicuro, e si chiama Donald J.Kessler, sì come le gemelle tedesche Alice ed Ellen che negli anni Sessanta del secolo andato sbarcarono in Italia a mostrar le loro belle gambe, ma quando le utilizzarono in un famoso “Carosello” per reclamizzare un paio di calze, la nostra castigatissima tivù impose loro di indossare calze scure di nylon, per confonderle. Ma torniamo a noi. Dunque questo Kessler è un consulente della Nasa che nel 1991 cominciò a dire, ragazzi stiamo attenti perché con tutta questa roba che ci gira sopra la testa andrà a finire che si verificheranno collisioni a non finire e il cielo si riempirà di detriti che costituiranno un vero pericolo per le future missioni spaziali. Probabilmente questo pensiero non lo faceva dormire alla notte e la preoccupazione di Donald sarebbe passata alla storia come “sindrome di Kessler”.
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su “Una Canzone al Giorno” per riascoltare la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
Ma intanto, sindrome o no, continuiamo a mandare veicoli nello spazio e proprio alcuni giorni fa si è conclusa felicemente la missione STS-130, che sarebbe la trentaduesima missione dello Shuttle verso la Stazione Spaziale Internazionale, che dal novembre del 2000 è sempre abitata da due astronauti, che se ne stanno lassù, a circa 350 Km da noi poveri terrestri, a intessere orbite attorno alla terra ogni 92 minuti. Ma sulla ISS non ci stanno solamente gli astronauti, possono trovar posto anche i turisti e anche se la cosa può sembrare strampalata vi dirò che i turisti spaziali che hanno raggiunto la stazione spaziale sono una decina.
L’apripista è stato un imprenditore americano di nome Dennis Tito, classe 1940, che il 28 aprile del 2001 è rimasto sulla ISS per 7 giorni, 22 ore e 4 minuti, una roba da raccontare ai nipoti, davvero, soprattutto se si pensa che Dennis all’epoca del volo aveva già sessant’anni compiuti ma soprattutto aveva un bel portafoglio pieno di grana perché il biglietto di andata e ritorno gli è costato la bellezza di 20 milioni di dollari, un bello sfizio, non c’è che dire, che pochissimi si possono permettere e pertanto se a qualcuno verrà voglia di farsi un giretto fino alla Stazione spaziale mi sa tanto che dovrà aspettare il giorno in cui andare nello spazio sarà come andare fuori porta per la gitarella domenicale e magari aggregarsi a qualche tour organizzato.
Ma al momento, a meno che uno non abbia soldi da gettare, bisogna pazientare e attendere tempi migliori. E soprattutto bisognerà aspettare che inventino un’altra navetta perché con questo volo lo Shuttle chiude il libro, dopo quasi trent’anni di onorato servizio e 130 missioni compiute.
L’idea dello Shuttle venne a Richard Nixon nel gennaio del 1972, ma la prima navetta fu lanciata il 12 aprile del 1981 con a bordo due uomini. E in quello stesso mese d’aprile la Coca Cola Company apriva una filiale in Cina.
Voi mi direte ma cosa c’entra la Coca Cola con lo Shuttle e invece c’entra. Nel luglio del 1985, infatti, a bordo di una navetta venne installato un distributore di bevande gassate sponsorizzato dalla Coca Cola e dalla Pepsi. La pubblicità non conosce confini. E verrà il giorno in cui qualcuno riuscirà a scrivere sul disco della Luna: “Questo bel plenilunio vi è offerto dalla ditta Pinco & Palla”.
Povero Leopardi!
Franco Gàbici
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).