...ma come erano straordinari
quegli anni Sessanta...
Edoardo Vianello festeggerà i suoi settant’anni con un concerto e la cosa più straordinaria non è tanto il concerto, quanto il fatto che Edoardo Vianello abbia compiuto settant’anni (se proprio lo volete sapere li ha compiuti il 24 giugno scorso).
Sembra incredibile, ma evidentemente l’anagrafe non fa sconti e il volgere della Terra attorno al Sole si rivela un gioco perfido. Aveva un bel dire Nico Fidenco quando negli anni Sessanta cantava “non è vero che passano gli anni… è la Terra nel cielo, che gioca col Sole…”, sì d’accordo, la Terra gioca col Sole ma non è un gioco molto carino perché dopo ogni giro ti trovi sulla groppa con un anno di più.
Dunque Vianello, il cantautore sbarazzino che ogni estate sfornava il 45 che avrebbe fatto da colonna sonora alle nuotate o alle escursioni in montagna. Eppure il cantautore dell’estate, del sole e delle allegrie iniziò la sua carriera con pezzi che con l’estate non avevano proprio niente a che vedere.
Nel 1960, infatti, lanciò “Siamo due esquimesi” e l’anno successivo “Che freddo!”.
Ma quello era l’anno di “Legata a un granello disabbia” nella versione di Nico Fidenco e Vianello riuscì a catturare l’attenzione del pubblico con “Il capello”, un motivetto allegro che raccontava simpaticamente una storia di gelosia ingiustificata.
“Mi aiutò, a togliermi la giacca. Mi scoccò un bacio sulla bocca…” ma a un certo punto la ragazza urla “traditor!” perché scopre sulla giacca un capello. Un vero disastro e il ragazzo deve impegnarsi parecchio per dimostrare che “non è un capello, ma un crine dicavallo uscità dal paltò, si può sbagliare soltanto avendo in cuore la gelosia d’amor”.
Fine della storia.
Perché non capite “Una Canzone al Giorno”?
Carina, davvero, ma Vianello doveva ancora esplodere e la deflagrazione avvenne nell’estate del 1962 quando lanciò “Pinne fucile e occhiali” accoppiata con “Guarda come dondolo”, due motivi che ebbero la loro consacrazione nel film “Il sorpasso” di Dino Risi.
“Pinne fucile e occhiali” è canticchiata da Gassman mentre attraversa la strada per salire nell’appartamento di Trintignant che si trova al civico 66 di via Porta Petronia a Roma mentre “Guarda come dondolo” si ascolta nella balera dove Gassman sta ballando con labiondona procace, moglie del commendatore, prima della scazzottata.
Nella copertina del 45 campeggiava Maria Grazia Buccella in tenuta da sub e col fucile e dopo le “pinne” e gli “occhiali” arrivarono “Abbronzantissima” e poi “I Watussi” e “Il peperone”, tutti motivi scanzonati che mettevano al bando le malinconie.
Eppure Vianello sapeva anche essere delicato e i suoi 45 a volte avevano la stessa caratteristica della Luna, con una bella facciata allegra e un lato nascosto, tutto da scoprire.
Ricordo, ad esempio, “Non pensiamo al domani”, che era il lato B del “Capello”, un motivo “lento” che Edoardo interpretava accompagnato dai Flippers (bellissimi i ricami della tromba) ma anche “Ti amo perché” e “O mio Signore” e “Parlami di te”, che ebbe una versione anche di Francois Hardy.
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
Vianello, l’estate, le allegrie… tempi lontani, il cui sapore è racchiuso nei solchi polverosi di quei 45 giri che gelosamente conserviamo nel cassetto dei ricordi. E allora, dico io, perché non andarli a riscoprire?
Qualcuno potrebbe rispondermi che i dischi chissà dove sono, magari in soffitta, dentro a quello scatolone che è sotto ad altri miliardi di scatoloni.
Ma esiste un modo migliore, meno faticoso, per andare a rispolverare questi vecchi 45 e sapete qual è?
È quello di andare a sfogliare le pagine di “Una canzone al giorno”, un libro che vi farà rivivere le magie del bel tempo che fu. Non è bello, lo ammetto, propagandare le proprie cose, ma il libro l’ho scritto io e, vi assicuro, se io vedessi in libreria un libro del genere lo acquisterei subito. Immediatamente.
Una amica mi ha fermato per strada e mi ha ringraziato per averle fatto rivivere gli anni beati della sua gioventù. Fatelo anche voi. Mettete nello zaino delle vacanze questo libretto che ha il formato del 45. Leggetelo davanti al grande poema del mare o seduti comodi in un bel prato di montagna.
Sfileranno davanti a voi una quantità incredibile di ricordi.
Poi, magari, fatemi sapere un vostro giudizio. E allora buona lettura e buone vacanze.
E auguri anche a Vianello e a tutti i settantenni: Tony Renis, Memo Remigi, Remo Germani, Rocco Granata, Franco Califano… ma è proprio vero che hanno tutti settant’anni?
Ma va là che non è vero.
Aveva ragione Fidenco: è la Terra che gioca col Sole.
Il resto son dettagli.
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su “Una Canzone al Giorno” per riascoltare la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
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(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri". Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).
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