In questi giorni il ministro Brunetta si dà un gran da fare (giustamente devo ammetterlo) per eliminare i fannulloni dalle pubbliche amministrazioni ma oltre che sui fannulloni il ministro punta il dito anche sui cosiddetti esperti che in genere percepiscono immeritatamente denari pubblici.
Bene.
Allora io proporrei una cosa. Cominciamo a eliminare gli esperti ministeriali che vengono pagati per preparare in gran segreto gli argomenti dei temi da proporre nei famigerati esami di maturità.
E volete sapere il perché?
Semplice. Una delle prove scritte proponeva una poesia di Eugenio Montale tratta da “Ossi di seppia” e il candidato doveva fare attenzione alla prima strofa (dove compare il verso “ripenso il tuo sorriso”) perché in essa “il poeta esprime, in una serie di
immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall’altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile”. E a conclusione di questo bel discorso l’esperto ministeriale invita il candidato imponendogli di individuare tali immagini e di commentarle.
Tutto qui? Sì, tutto qui.
Però c’è un piccolo problema. Maria Luisa Spaziani, poetessa e amica di Montale, dopo aver letto il testo del tema ministeriale fa sapere che quella poesia non era stata scritta per una donna, ma per un uomo perché secondo lei Eugenio pensava sicuramente a un suo compagno di scuola o addirittura a un ballerino russo, che secondo alcuni avrebbe anche un nome e un cognome: Boris Kniaseff.
Perché non capite “Una Canzone al Giorno”?
Arriva immediata dal Ministero la risposta. Non stiamo troppo a sottilizzare su queste quisquilie. Tutti possono sbagliare e poi, via, come si fa a pensare che quel “ripenso il tuo sorriso” sia dedicato ad un uomo? Alzi la mano chi lo avrebbe pensato. E allora la prova è ritenuta valida e la prova non sarà inficiata.
Ma c’è dell’altro. In un’altra prova l’esperto ministeriale propone il tema e dal momento che siamo nella civiltà dell’immagine allega anche la foto del “galata morente” spacciandolo come scultura romana del I secolo a.C. quando invece si tratta della copia di un originale greco. Ma anche qui cosa vogliamo sottilizzare? Greco o romano chissenefrega. È una statua e questo deve bastare.
Non stiamo a fare del nozionismo e andiamo dunque alla sostanza.
Beh, beh… se io fossi uno studente direi ma come, per tutto il periodo scolastico mi avete terrorizzato con interrogazioni che dovevano essere perfette e senza errori e adesso mi proponete di fare dei ragionamenti su un tema e proprio voi mi mettete sulla pista sbagliata?
“Allegria!” direbbe il nostro Mike!
E allora cosa ne direste di far sostenere a questi esperti un bell’esame di maturità? Penso già alla prova di domani e penso, io che al tempo dei tempi ho frequentato il liceo scientifico, alla prova di matematica che, a considerare le premesse, potrebbe iniziare così: “Considerato un cerchio quadrato di raggio 2r…”
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Ma come fa un cerchio ad essere quadrato? E il Ministero subito a rispondere uffa come siete pignoli, cerchio e quadrato per me pari sono.
Ecco, questi esami di maturità sono proprio lo specchio del nostro paese e la dicono lunga sulla preparazione degli esperti. Chissà, forse aveva proprio ragione quella linguaccia di Leo Longanesi che ebbe a dire “tutto quello che non so l’ho imparato a scuola”. Ma probabilmente quando Leo andava a scuola gli esperti ministeriali non esistevano ancora e a scuola, dopo tutto, si imparava pur sempre qualcosa. Non ho mai avuto la pretesa di essere considerato uno studente modello, ma scommetto che con quel poco che ho studiato ai tempi del liceo potrei benissimo tener testa ai liceali di oggi. Ma questi sono discorsi da vecchi. Il passato lasciamolo dov’è e pensiamo invece al presente e pensiamo anche a quel verso di Montale. Sapere il destinatario è importante eccome.
Ricordate la canzone di Luigi Tenco intitolata “Vedrai, vedrai”? Iniziava così: “Quando la sera me ne torno a casa, non ho neanche voglia di parlarti. Tu non guardarmi con quella tenerezza, come fossi un bambino che ritorna deluso…” e ancora “preferirei sapere che piangi, che mi rimproveri di averti delusa, e non vederti sempre così dolce, e aspettare da me tutto quello che viene…”.
Bene, uno ascolta la canzone e pensa che Tenco abbia dedicato quei versi struggenti alla solita ragazza. E invece, guarda te, quella canzone era dedicata a sua madre. E, vi assicuro, se ascoltate la canzone pensando che è dedicata alla madre fa tuttoun altro effetto. Altrochè!
Morale della favola: cari esperti, cercate di essere più esperti. E vi passo un consiglio da amico. Il prossimo anno andate a sostenere voi un esame di maturità.
Credetemi, vi farà bene e così da inesperti esperti potrete diventare finalmente dei veri esperti. In bocca al lupo!
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(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri". Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).
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