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Ravenna,
4 Maggio 2007
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Don Bendazzi
e l’Enigmistica
La Settimana Enigmistica compie nel 2007 i suoi primi 75 anni di vita anche se, come mi spiega l’amico Stefano Bartezzaghi, l’ebdomadario enigmistico più famoso d’Italia ama celebrare i compleanni con un anno di anticipo. E magari ha anche ragione perché, che so, quando uno compie vent’anni, in realtà entra già nel ventunesimo anno e dunque i vent’anni, se proprio si vogliono festeggiare, dovevano essere festeggiati l’anno prima.
Benissimo Jeeves, ma per una mente matematica adusa ai numeri il ragionamento è diverso.
A volte patisco il fascino delle parole, greche soprattutto, e la ragione è un senso di inferiorità per non aver studiato greco, ma cosa volete, quando mi iscrissi alla scuola superiore la mia scelta fu determinata da tre fattori fondamentali:
a) era la scuola di mio cugino Gigi,
b) era l’unica scuola della mia città nella quale era permesso fumare durante gli intervalli,
c) era l’edificio più moderno della città essendo stato inaugurato appena sei anni prima. Motivazioni di fondo, non c’è che dire.
Ma torniamo alla Settimana Enigmistica, un giornaletto che girava in casa mia perché mio padre Guido era appassionato di cruciverba e ricordo che mi diceva sempre che i più difficili erano quelli di Manente e di Piero Bartezzaghi (all’epoca non immaginavo di certo che avanti negli anni sarei diventato amico del figlio di Bartezzaghi), che proponevano nomi di fiumi che scorrevano in paesi sperduti e che pretendevano una cultura da enciclopedia Treccani. Ma un giorno sarei arrivato anch’io a risolvere un Manente o un Bartezzaghi! Era il pedaggio per diventare uomini.
La Settimana Enigmistica continua a entrare in casa mia attraverso mio figlio Paolo, che ha ereditato dal nonno paterno la passione per questo genere di svago, soprattutto rebus, che avevano in Giancarlo Brighenti (pseudonimo Zanzibar) e nella vignettista Maria Ghezzi (che era sua moglie) un maestro indiscusso. Rebus deriva dalla locuzione latina cum rebus (con cose) e farebbe riferimento a un gioco con il quale si invita il giocatore a indovinare una frase utilizzando cose, cum rebus insomma. E ricordando la Settimana Enigmistica non posso non pensare al fantastico don Bendazzi, del quale quest’anno ricorrono i venticinque anni della morte.
Don Bendazzi è il nume dell’enigmistica italiana e di ciò deve anche essersi accorto il Padreterno che lo ha voluto con sé alla bella età di cent’anni in un giorno che, come ricorda ancora Stefano Bartezzaghi, è palindromo. Don Bendazzi morì a Ravenna il 28 febbraio del 1982 e la data, scritta 28.2.82 è incredibilmente palindroma.
Ancora Stefano Bartezzaghi aveva fatto notare che le Bizzarrie letterarie di don Bendazzi furono edite il 15.1.51 (ci fu sicuramente lo zampino del sacerdote enigmista). E io, che ho scritto l’unica biografia di don Bendazzi (il titolo, bellissimo, Sulle rime del don me lo ha suggerito Franco Costantini) me ne sto forse con le mani in mano di fronte a tutti questi straordinari scoop? Eh no, anch’io voglio portare il mio sacchetto di grano al grande mulino delle curiosità per cavarne una bella farina. Il don Bendazzi, convinto che nessuno gli avrebbe mai intitolato una strada, aveva inventato un camminamento all’interno del Seminario di Ravenna e lo aveva chiamato Via don Bendazzi.
Il Comune di Ravenna, invece, dopo la sua morte, ha deciso nel 2000 di intitolargli una strada nella località (Fornace Zarattini) che dette i natali all’illustre personaggio e, guarda caso, la delibera del 21 novembre porta il numero di protocollo 54645.
Amici lettori, ribaltate il numero e vi troverete fra le mani un’altra bella palindromata!
E questa l’ho scoperta io!
Oh com’è bello scoprire palindromi.
Franco Gàbici
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Giornalista Professionista, pluriennale esperienza, anche di direzione, in quotidiani, periodici e case editrici di libri, profonda conoscenza del Web e di tutti i maggiori software (da QuarkxPress a Word, OpenOffice, Front Page, BBedit, Adobe PhotoShop, Adobe Acrobat, Scansoft Pdf Converter Professional, DNL, ReaderWorksPublisher, Transmit, Fetch, Eudora, WinZip, WinRAR, StuffIt, ABBYY Fine Reader), in grado di operare professionalmente sia in ambiente Windows che Mac, utilizzando collegamenti FTP in ambedue le piattaforme, mette a disposizione la sua competenza esperienza e professionalitˆ come content webmaster, come coordinatore in remoto di team operativi per l'ideazione, lo sviluppo e l'aggiornamento di portali, come docente in corsi o master per la preparazione di professionisti della comunicazione online. Se interessati a questa figura professionale inviare una e-mail ad ed@simonel.com specificando nel Soggetto: Inserzione 4247A. Sarete direttamente contattati dall'interessato. |
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri". Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005).
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