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Ravenna, 1 Agosto 2006

  La sapete l'ultima? Dicono di aver scoperto
  il vaccino contro la fame e il fumo...
Buone Vacanze

   La storia è piena di aneddoti che ti rimangono stampigliati nella mente. Magari ci si ricorda solamente di quelli e si dimentica il contesto. Ma l’importante è ricordare. Volete qualche esempio? La stampella di Toti (anzi di Enrico Toti, sennò qualcuno lo potrebbe confondere col Totti, lo “sputatore” nazionale) e il sasso di Balilla. E poi c’è anche Amatore Sciesa, il tappezziere milanese che fu arrestato dagli austriaci per le sue attività clandestine. Fu condannato alla forca, ma siccome mancava il boia (in Italia non funzionava proprio niente, nemmeno allora) fu messo davanti a un plotone di esecuzione. Prima, però, lo fecero passare davanti alla sua abitazione nella speranza che, per salvare la pelle e tornare in famiglia, rivelasse il nome dei complici. Lui, invece, rimase inflessibile e il suo “tiremm inanz” è passato alla storia. E infine Pietro Micca, detto “Passepertut”, che alla fine di agosto di tre secoli fa saltava per aria per impedire ai francesi di prendere possesso della Cittadella di Torino assediata. Nato da famiglia modesta, si guadagnava da vivere facendo il minatore e per questo motivo lo misero di guardia dentro a un cunicolo insieme a un altro compagno. Pietro, come avvertì che stavano per irrompere i francesi, disse all’amico di mettersi in salvo e mise davanti all’ingresso un barilotto di polvere da sparo di 20 Kg per far saltare il cunicolo e impedire l’avanzata dei nemici. Purtroppo, però, si accorse che non c’era tempo di preparare la miccia e così con una fiaccola diede fuoco alle polveri e oggi Pietro Micca ha il suo bravo monumento ed è venerato come un eroe.
   Uno storico, però, analizzando il caso, sostenne che Pietro Micca saltò per aria non per fare l’eroe, ma perché aveva fatto male i conti sulla lunghezza della miccia. La constatazione non sposta comunque la questione. E poi ci sono anche gli eroi a loro insaputa. Ma la storia è fatta così.
   Parlo di Micca a tre secoli esatti da quel gesto (agosto 1706) che tutti abbiamo appreso sui banchi di scuola, quando le nostre maestre cercavano di inculcarci dentro i buoni sentimenti e l’amor di patria. Il gesto di Pietro Micca è citato anche nel libro “Cuore” di De Amicis, dove si ricorda che la maestrina dalla penna rossa leggeva ai suoi alunni il gesto eroico dell’umile minatore. Tempi lontanissimi. Ricordo che alla scuola elementare, durante l’ora di musica, ci facevano cantare “Va pensiero” e “Fratelli d’Italia”, con quelle parole astruse che stentavano a farsi largo dentro alle nostre testoline. Ma era pur sempre l’inno nazionale e i nostri petti si infiammavano.
   E mentre Pietro Micca consumava il suo sacrificio, il fisico Denis Papin (1647- 1712), che aveva costruito la famosa pentola a pressione, inventava un battello a vapore che fece sbalordire tutti tranne i battellieri e i proprietari di imbarcazioni che si vedevano minacciati da quella diavoleria. Andò a finire che il battello venne distrutto perché evidentemente i tempi non erano ancora maturi per accogliere il progresso. O tempora o mores! Si trattò di un anticipo di quel fenomeno detto “luddismo” con il quale viene definita qualsiasi protesta violenta da parte di chi è contrario all’introduzione nel mondo del lavoro di nuove macchine. Prende il nome dall’operaio Ned Ludd che per protesta fracassò un telaio. Pare addirittura che Ludd non sia nemmeno esistito, ma sta di fatto che il suo nome è entrato comunque nella storia.
   Come vedete, niente di nuovo sotto il sole. E il Sole, dal canto suo, continua a brillare e lo farà per almeno altri cinque miliardi di anni. Tintarella e scottature, dunque, sono assicurate ancora per un bel po’ di tempo. Uno sciupio di energia che ha dell’incredibile. Ogni secondo (badate bene, ogni secondo) il Sole trasforma 600 milioni di tonnellate di idrogeno in elio e questa trasformazione (detta “fusione”) produce una quantità incredibile di energia sotto forma di luce e di calore. Quella luce e quel calore che ci godiamo particolarmente durante la stagione estiva, unitamente ai soliti discorsi sul caldo, sugli esodi, sulle partenze intelligenti, sui cani abbandonati e sulle diete. A proposito di diete sembra che sia stato scoperto il vaccino della fame (si chiama Grelina, se proprio lo volete sapere) per cui basta una iniezione e via la fame e la pancia. E di vaccino in vaccino si dice anche che sia stato scoperto il vaccino che toglie la voglia di fumare. Chissà se a qualcuno, affetto da luddismo, non venga voglia di distruggere tutti questi vaccini. Non credo, infatti, che servano a molto. Altro che vaccino.
   Chi vuol perder peso deve piantarla di mangiare a tutte le ore e chi vuol smettere di fumare non deve più andare dal Sali e Tabacchi per acquistare i pacchetti di sigarette. Più semplice di così. E buone vacanze a tutti.

Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze" de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante Alighieri". Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005).

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Franco Gabici

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