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176 Ravenna, 11 ottobre 2005
Guardiamoci con
tenerezza nel "Cronovisore"
Siamo fortunati senza saperlo.
L’informazione mi giunge attraverso le pagine di un libro scritto
da una giornalista del “Corriere della Sera” che si chiama Serena Zoli e che mi
sta subito simpatica sia per ragioni di latitudine geografica (la giornalista è
nata a Lugo di Romagna a un tiro di sasso da casa mia) sia per il fatto che ha
proprio la mia stessa età, come lo afferma senza veli nella prima pagina del suo
libro e quando una donna dichiara subito quanta sabbia abbia accumulato nella
parte inferiore della sua clessidra è già una notizia sensazionale che irradia
simpatia anche perché, se non lo sapete, nascondere la propria età non sempre è
un giochetto che funziona e potrebbe capitarvi quanto accadde a quella signora
che alla domanda civettuola: “Ma lei, scusi, quanti anni mi dà” Si sentì
rispondere: “Non gliene do nessuno perché mi sembra che ne abbia già
abbastanza”. Secondo l’autrice di questo libro, edito da Longanesi e che si
intitola per l’appunto “La generazione fortunata”, le generazioni baciate dalla
fortuna sarebbero quelle che fanno capo alla “leva” dal 1935 al 1955, e noi del
1943 siamo abbastanza vicini all’ombelico di questa fascia fortunata e dunque in
una poole position di tutto rispetto. Il libro è simpatico e avrei voluto
scriverlo io, ma a questo mondo mica si può far tutto e così mi sono limitato a
leggerlo traendone godimenti e frenesie, come mi capita spesso quando mi accingo
a mescolare il pentolone dei ricordi e sono tanti, accidenti se sono tanti, ma
tutti molto dolci e teneri, almeno quelli che amiamo richiamare, perché non
sempre tutto quello che proviene dal passato è bello e piacevole, anzi, ma
dentro di noi esistono sistemi di censure che lasciano passare solamente ciò che
evidentemente ci fa piacere e ci gratifica.
Non tutto, ovviamente, è condivisibile, però nel complesso la lettura è
piacevole e la gente come noi dovrebbe sicuramente apprezzarla. La parte più
carente del libro, a mio parere, è quella musicale, nel senso che la giornalista
concede pochi revival musicali quando invece la musica ha in sé, per sua natura,
una straordinaria potenza evocatrice dei ricordi e se non ci credete date una
occhiata al mio
Only you (chiedo scusa della vanità) e poi ditemi se non ho
ragione. Immagino di mettere sul piatto del giradischi il polveroso “45” e lo
lascio girare e girare e ancora girare e il suo movimento sembra quello di una
trivella che scende e scende negli strati bassi della nostra mente e fa uscire
odori, sapori, umori, volti e tutta una congerie di sensazioni che
incredibilmente ha mantenuta intatta la propria vitalità, incredibile davvero
come è incredibile il “cronovisore”, un aggeggetto che al momento sembra essere
conservato segretamente in Vaticano. Si tratterebbe di una macchina inventata da
un sacerdote in grado di mostrare tutto quello che è accaduto in passato e la
cosa sarebbe stata dichiarata pericolosa, anche se io avrei dichiarato
pericoloso il contrario e cioè un marchingegno che avesse il potere di far
vedere il futuro ma comunque stiano le cose mi ha intrigato non poco
l’invenzione di questo prete che sfruttando certe onde e chissà quale tecnologia
avrebbe inventato questa specie di televisore che ti fa vedere il passato e
allora mi immagino che sarebbe piacevole dotarsi di questa sorta di
elettrodomestico che consente di mandare all’indietro la bobina della vita e
così ci si ritrova più giovani e ci si rivede in certe situazioni che
evidentemente sono ancora là, nel grembo del tempo, perché nessuno le ha mai
cancellate e allora mi piacerebbe tanto rivedermi studentello proprio in questo
periodo di ottobre o rivedermi correre sul campo di calcio con dentro alle
scarpe il furore degli anni e l’odore dell’erba che mi inebriava, ho il pallone
fra i piedi e mi riesce di incunearmi nella difesa avversaria, salto un
difensore e poi un altro ed ecco il faccia a faccia col portiere che tenta di
stregarmi con uno sguardo malandrino ma io ho la dinamite nei piedi e faccio
gol, ragazzi che emozione poter vedere in diretta dal passato certi fotogrammi
della nostra vita e più ci penso e più mi convinco che non sia possibile una
invenzione del genere e che magari sarà la solita bufala inventata per dare un
po’ di sapore ai segreti del Vaticano. In mancanza del “cronovisore”, allora,
accontentiamoci di questo libro di Serena Zoli che, in un certo senso, un po’
“cronovisore” lo è anche lui. Non c’è bisogno di collegare fili o installare
parabole. E’ sufficiente sfogliare le pagine. Il libro, “aperto, sembra che
ascolti il tarlo che lavora” (sono versi di Pascoli). E il tarlo che lavora è il
tempo. Quel tempo che ci viene in qualche modo restituito come un dolce
boomerang.
Franco GàbiciSimonelli Editore consiglia di leggere:
Gadda - Il dolore della
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Franco Gàbici
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Buon Compleanno,ONLY YOU!
Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è direttore del
Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista
pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani
Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Avvenire e all'inserto "Tuttoscienze"
de La Stampa. E' presidente della sezione ravennate della "Dante
Alighieri".
Oltre a una ventina di saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di
cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col
Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di
don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano
("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli
Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon
Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005).
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