I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.19
Autori Introvabili o quasi


 

DANIEL KEYES
FIORI PER ALGERNON

«E' come tutti gli altri bambini. E' buono» (Daniel Keyes)

«Il Dotor Strauss dicie che doverei skrivvere quello che penso e riccordo e tutto quello che mi sucederà dora inavanti. Non so il perché ma lui dicie che importante perché così vederanno se potrò servire a cualcosa. Spero di sì perché Miss Kinnian dicie che forse riussiranno a farmi diventare inteligiente».
Nessuna traveggola e nessun errore di battitura (spero). Questo è l'inizio - alcuni dicono "incipit" - del romanzo più famoso di Daniel Keyes, autore newyorkese poco prolifico ma incisivo, del quale confesso sapere poco. Quella che segue è la bella presentazione che spicca dalla quarta di copertina di un'edizione "Pocket" Longanesi del '77. Il romanzo, oggi più che mai attuale (caratteristica dei geni e loro simili è quella di essere attuali venti, trenta, quaranta... anni dopo) è del 1959.
«Nessuno aveva aiutato Charlie Gordon a uscire dall'isolamento e dal buio della sua mente atrofizzata, ed egli, rinnegato da tutti, pareva destinato a trascinare una spenta esistenza puramente vegetativa. Poi venne, con la sua équipe di biologi, psicologi e neurochirurghi, il dottor Nemur. L'uomo che stava conducendo esperimenti sul cervello dei topi e che era riuscito a trasformare uno di questi, Algernon, in un abilissimo, oltre che simpaticissimo essere evoluto. Anche Charlie diventerà una cavia, l'amico-rivale di Algernon, e poi un individuo di straordinario genio capace pure di rinnovare la riscoperta più affascinante: quella dell'amore (per Algernon e per Miss Kinnian). Ma anche la scienza conosce errori... Un'unica atroce sorte accomunerà l'esistenza di Algernon a quella del suo devotissimo Charlie... Questo è un libro che sonda le inesplorate capacità della mente. E' il diario fantastico di una straordinaria, emozionante esperienza umana».
Da questo romanzo fu tratto il film «I due mondi di Charlie», che nel '68 valse a Cliff Robertson un meritatissimo Oscar quale miglior attore protagonista. E' un film difficile... soprattutto da dimenticare. E come non ricordare le parole di Charlie che, dopo tanta genialità - per buona parte il libro, scevro da errori, vibra di una liricità unica; pari forse soltanto alla parte errata - ormai avviato per una inarrestabile china regressiva, ha un ultimo pensiero per il suo piccolo grande amico scomparso, compagno di tante prove e sfide?.. «PS per piaccere se posono metano cualke fiore su la tomba di Algernon nel kortile».
Le emozioni sono emozioni e nessuno, neppure il critico più scafato potrà mai veramente scalfirle o sostituirle con kualcosa (pardon!) qualcosa d'altro. Il resto, meglio lasciarlo alla sterile speculazione dei sofismi. Per finire, credo che in tempi di manipolazioni genetiche - di cui si fa un gran parlare e fare - e mentali (le ultime non proprio nuovissime), l'attualità di «Fiori per Algernon» ci stia tutta.


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
La biografia che non c'era e che hanno voluto
le Biblioteche degli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo
ORDINALA SUBITO CONTRASSEGNO



I "Desaparecidos" della Letteratura
di Ermanno Bartoli  n.19