I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.14
Autori Introvabili o quasi


 

ERIC FRANK RUSSELL
Il suono dell'anima

Chi pensa che la fantascienza
sia letteratura di serie B si accomodi pure.

«Wade Harper era un uomo tarchiato, dalle spalle immense, dalle mani pelose e sopracciglia come cespugli. Andava verso i guai alla velocità di novanta chilometri all'ora».
Comincia così uno dei più bei romanzi di Eric Frank Russell, fiero narratore inglese ahimè da tempo non più tra noi... di quella letteratura che, pur definita (da noi) di serie B, ha dato molto.
«Fantascienza? Puah! Odio la fantascienza!» è il commento più frequente a questo "genere". Eppure... la gente va al cinema a vedersi i film e, "Guerre Stellari" a parte, quello del cinema è un raro esempio di passione e incassi che forse neppure il western ha eguagliato. E c'è da scommetterci che fra i fruitori delle sale ci siano anche parecchi di quei "puah!". Da "Il pianeta delle scimmie", tratto dal romanzo di Boulle, (raro esempio di film che supera il romanzo a cui si ispira) a "Viaggio allucinante"; da "La mosca" a "Armageddon" e via dicendo. Ma non voglio parlarvi di un genere.
Eric Frank Russell... Graffiante, bruciante, ironico, divertente, ricco di pathos, umano, straodinariamente romantico; quanti aggettivi per un solo autore, forse insieme a Bradbury e Heinlein, il più popolare di tutti i tempi. Eppure non un termine sprecato. "Galassia che vai", splendido romanzo sul rifiuto a compiere azioi nonché a pensarla contrariamente alla propria natura interiore; "La caccia", struggente, e un poco sbragona, storia di un detective dai poteri telepatici che vive in un mondo di caos nel quale è come costretto ad udire tutti e nel quale nessuno lo asxcolta; "La macchina dei delitti", terribile atto d'accusa contro le manipolazioni della mente; "Il pianeta maledetto", sulla solitudine degli sperimentatori di nuove vie... Questi ed altri, non dimentico i racconti, sono il biglietto da visita di un autore che davvero vale la pena di leggere. E se avevate appena finito di leggere Goethe, non credo che questi se ne offenderà.
Ma voglio lasciarvi con una perla, una piccola cosa per forza di cose tagliata (non è poesia nel senso letterale, ma come non coglierla), tratta dal finale del racconto "Una voce dal nulla" che fa parte di una vecchia antologia di racconti di Russell dal titolo omonimo. Il racconto narra di un'astronave per viaggi da diporto interstellari che precipita su un pianeta sconosciuto. Si salvano in pochi: alcuni membri dell'equipaggio fra i quali un ufficiale xenofobo e un po' razzista (che è il protagonista della storia) e genti un po' di tutte le razze... persone comuni e alquanto goffe che non hanno dimestichezza con l'azione. A seguito di tante peripezie, infine, rimangono in tre: l'ufficiale, un piccolo cinese e un cane pulcioso. Il cinese si ammala per aver mangiato di nascosto delle strane bacche, pur di non far mancare le provviste agli altri due e l'ufficiale, che pure un tempo lo detestava, pur di non abbandonarlo, lo porta sulle spalle per giorni e giorni di cammino e delirio... Troppi tardi giungono i soccorsi. Ed ecco come Russell conclude.
...Oh, l'abbaiare e l'uggiolare della cosa che lo precedeva e il "whuyoum-whuyoum" che pulsava non lontano dalla fornace terribile di quel sole. E la voce che tuonava dentro di lui, cosicchè, per una volta, lui poteva sentire ciò che stava dicendo. «Venite a Me tutti voi che siete stanchi e sofferenti.»
Non gli importava niente di quella voce. Non gli era mai importato niente. Forse esisteva, forse no. Ma diceva una parola che gli interessava. Una parola sola. «Tutti» diceva. Non faceva discriminazioni. Non aveva preferenze. diceva «tutti»...
«Questo è morto da poco,» disse l'uomo che era rimasto accanto ai cadaveri. «È stato un miracolo che sia arrivato fin qui. Siamo venuti qualche minuto troppo tardi. L'altro, invece, è morto da quattro o cinque giorni.»
«E allora perché diavolo lo trasportava?»
«Non chiederlo a me. Forse era il suo migliore amico.»
«Che? Un piccolo cinese rinsecchito? Non dire sciocchezze» così disse. Ma egli non aveva mai avuto ragione di sentire una voce. «Tutti», diceva.

No comment. Se non il richiamo al titolo che ho sopra dato, a piccolo omaggio per questo grande autore: il suono dell'anima.


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
La biografia che non c'era e che hanno voluto
le Biblioteche degli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo
ORDINALA SUBITO CONTRASSEGNO



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di Ermanno Bartoli  n.14