I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.12
Autori Introvabili o quasi


 

HERBERT PAGANI
"Il vento dell'anima nel senso cosmico delle cose"


Signore e Signori, in piedi per favore poiché stiamo per fare la conoscenza con uno spirito, un'anima che non ha bisogno di aggettivi. Vi parlo di Herbert Pagani artista poliedrico ma mai banale o debordante. Cantante, scrittore, poeta, pittore, musicista, scultore, attore, intrattenitore, pacifista, naturista e religioso ante litteram. Apolide senza patria ma con due patrie (Italia e Francia) e poi una terza (gli Stati Uniti) e poi via via...
  Herbert Pagani, se non è mai stato veramente valorizzato in Italia - anzi è stato a volte a tal punto osteggiato da doversene "fuggire" in Francia per poter lavorare ed esprimersi senza limiti e con tutto l'impeto di cui era capace - è riuscito nel suo intento di essere "Cittadino del mondo " ben oltre il modo di dire che l'espressione spesso rappresenta.
Herbert Avraham Haggiag Pagani, nasce da una coppia di ebrei libici italianizzati dall'amministrazione coloniale. La separazione dei genitori lo vede in costante trasferimento in diversi collegi attraverso l'Austria, la Germania, la Svizzera, la Francia. La confusione dei luoghi, delle lingue e delle nazioni gli fa adottare fin da bambino il disegno come un "esperanto" per comunicare coi parenti lontani; per farsi capire da tutti. La sua poliedrica e vulcanica personalità è tale che richiederebbe pagine e pagine per poterla descrivere compiutamente; perciò, avendo scelto di scriverne con l'anima come stessi parlando direttamente con lui, invito chi fosse interessato a visitare il sito internet a lui dedicato: www.hp.org.it
Ero un ragazzino quando, guardando la tv, assistetti ad un'intervista che mi emozionò a tal punto che ancor oggi la ricordo, e so di non poterla dimenticare facilmente. Autore di testi anche "difficili", vigorosi e robusti, gli fu chiesto come mai avesse scritto una canzone come "Cin cin con gli occhiali"... molto bella, si affrettò a commentare il giornalista, ma pur sempre una "piccola" canzone. Senza scomporsi - v'è da dire che il giornalista non mise affatto ironia nel porre la domanda e che la stessa personalità di Pagani faceva desistere da qualsiasi ironia o polemica sterile - Pagani rispose, grossomodo, e gli chiedo scusa per le eventuali inesattezze dovute alla memoria e al passare del tempo:
«Questa canzone è dedicata a tutti i brutti, che non esistono, perché l'anima è bella. Mi è stata ispirata da un momento, a cui ho assistito, nel quale una ragazzina veniva presa in giro perché portava gli occhiali e l'apparecchietto per i denti; ricordo la sua profonda tristezza e la voglia di piangere dietro gli occhi gonfi quasi di disperazione. Beh, io credo che non sia giusto, credo che nessuno debba essere preso in giro perché porta gli occhiali o la macchinetta per i denti o per alcunché... e credo che tutti, come il brutto anatroccolo, abbiano il diritto di risorgere. Forse un giorno nessuno sarà più deriso per queste cose... (e qui, anche mettendoci del suo, Pagani è stato felice profeta)... Forse un giorno i ragazzi impareranno, anche da loro stessi, a non seguire i pessimi esempi degli adulti».
Qui, in questa piccola canzone credo ci stia tutto Herbert, tutta la sua poesia, tutta la sua fede incrollabile nello spirito. E il suo impegno sociale, le sue battaglie culturali, la sua voglia di vivere che lo porterà ad affrontare una malattia terribile come la leucemia con quel senso per la grandezza della vita che mai gli verrà meno.
Brani come...
«Ragazzina lo sai dietro ai vetri che hai c'è uno sguardo che mette le ali...» (Cin cin con gli occhiali)
«Siamo padri e siamo figli tutti nati in libertà ma saremo irresponsabili se uno solo pagherà.» (Un capretto)
«L'amicizia vuol dire chiamarsi fratelli guardare nella stessa direzione, l'amicizia sincera è un grande dono il più raro che c'è.» (L'amicizia)
«Ma sono rimasto lì come un cretino vedendo quei due arrivare un mattino, puliti... educati, sembravano finti sembravano proprio due santi dipinti, m'han chiesto una stanza gli ho fatto vedere la meno schifosa: la numero tre.» (Albergo a ore)
... credo meritino, aldilà di tutti i pregi di questo grande autore (autore tra l'altro d'un testo letterario mai pubblicato in Italia) - che sono tanti e abbisognerebbero di molto più spazio - il commento più bello che m'è capitato di sentire. E' di Red Ronnie... Qualche anno fa, nel presentare una breve anteprima di un pomeriggio tv dedicato a Pagani, attraverso un filmato nel quale il cantante stava dietro un bancone da bar e asciugando bicchieri cantava "Albergo a ore", Red Ronnie, nonostante tutta la sua capacità di intrattenitore esperto, riuscì a dire con voce rotta dall'emozione: -No comment. Ci vediamo dopo.


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
La biografia che non c'era e che hanno voluto
le Biblioteche degli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo
ORDINALA SUBITO CONTRASSEGNO



I "Desaparecidos" della Letteratura
di Ermanno Bartoli  n.12