di Ermanno Bartoli n.11
Autori Introvabili o quasi
Miguel de Unamuno:
Tex Willer potrebbe pure definirlo un "Satanasso" e Kit Carson, pure, ma stiamo per fare la conoscenza con un autore al quale quell'attributo potrebbe pure andar stretto.
Miguel de Unamuno, Bilbao 1864 - Salamanca 1936, scrittore e filosofo spagnolo è uno dei più poliedrici e geniali autori che stanno a cavallo fra questi due secoli. Morto al principio della guerra civile spagnola, dopo esser stato perseguitato dal dittatore Primo De Rivera, Unamuno rappresenta l'obiezione al potere cieco e costituito. Permeato da uno spirito religioso quasi mistico, egli ha al suo attivo (secondo diverse fonti ben poco riscontrabili in Italia causa la carenza di materiale) diverse cose di pregevole valore e fattura, prima fra tutte l'inventiva che ho potuto riscontrare anche nel romanzo «Nebbia» (uno dei rari scritti tradotti in italiano e in qualche modo reperibili) che mi accingo fiato-corto a presentare.
Quella stessa inventiva gli farà ribattezzare, in un sopralzo terminologico molto italico, le sue numerose novelle "Nivole" - ovvero leggere come le nuvole - quelle nuvole al quale il poeta-saggista-scrittore si è sempre ispirato per le sue creazioni più alte e vigorose.
La sua genialità gli farà scrivere intere pagine sul rapporto scrittore-opera-lettore, in un connubio quasi goliardico che ben poco ha di "maceratesco"e che si risolve in un assunto possibilista.
Sentite qua; tratto dal breve saggio «Come si fa un romanzo»:
«Voglio raccontarti, lettore, come si fa un romanzo, come fai e devi fare tu stesso il tuo proprio romanzo. L'uomo di dentro, l'intra-uomo, quando diventa lettore , contemplatore, se è vivo, deve farsi, lettore, contemplatore del personaggio che sta creando nel momento in cui legge; contemplatore della sua stessa opera e ogni lettore che sia uomo di dentro e umano, è, lettore, autore di quello che legge e sta leggendo, Questo che leggi ora qui, lettore, lo stai dicendo tu a te stesso ed è altrettanto tuo quanto mio. E se non è cosÏ è perchÈ non leggi.»
Sublime.
E ancora, Unamuno ha scritto un'opera stupenda sul senso di umanità al quale tiene tanto: «Del sentimento tragico della vita negli uomini e nei popoli».
Ma venendo a «Nebbia», questo romanzo del 1914 che ci tenevo a presentare.
Esso tratta di un uomo che, non corrisposto, si innamora di una donna che egli trova stupenda. Non solo: ma nel cammino tormentato di sua vita, l'uomo finisce coll'innamorarsi, in una catena senza fine, dell'amore stesso: della sua ineffabile essenza.
E - poiché innamorato e non corrisposto - il nostro decide di suicidarsi. Ma non può farlo perché l'autore non glielo permette.
Fra autore e personaggio ha così luogo un dialogo, figlio di un rapporto di prossimità unico e vivacissimo, ricco di spirito e d'ingegnosità.
Quell'ingegnosità che, non difettandogli, fa di Unamuno uno scrittore profondo ed avvincente.