I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.10
Autori Introvabili o quasi


 

Rainer Maria Rilke
Lettere a un giovane poeta

«Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Li invia alle riviste. Li confronta con altre poesie. E si allarma se certe redazioni rifiutano le sue prove: Lei guarda all'esterno ed è appunto questo che ora non dovrebbe fare. Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se stesso e protenda le sue radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto si domandi nell'ora più inquieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice io devo questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità.»

Tra il 1903 e il 1908 Franz Xaver Kappus, un giovane allievo dell'accademia militare di Wiener Neustadt, inviava a Rilke alcune sue prove poetiche. Accompagnava il corpus di poesie una lettera nella quale il giovane si apriva come non aveva mai fatto con nessuno. Ebbe così inizio quel carteggio che, staccato dall'epistolario rilkiano, fu pubblicato a sé nel 1929.
Dal poeta maturo al giovane scaturisce una sorta di lezione fatta di consigli stilistici ma soprattutto di insegnamenti spirituali. Con toni accorati, Rilke espone i temi principali della sua poetica; esorta Kappus a indagare se veramente lo scrivere sia per lui una necessità, gli indica il peso e la grandezza dell'essere artista, lo esorta alla solitudine come condizione per giungere alla maturazione di sé.
«Le restituisco inoltre i versi che gentilmente mi ha voluto confidare. E la ringrazio ancora per la grandezza e la cordialità della sua fiducia, di cui con questa risposta sincera, e data in buona fede, ho cercato di rendermi un po' più degno di quanto io, estraneo, non sia.»
Tra le più belle scritte da Rilke, queste dieci lettere costituiscono un breviario spirituale in cui il poeta, prescindendo ma non troppo dal destinatario, si pone davanti ad uno specchio straniante che lo aiuta a definirsi e in ultima istanza ad analizzarsi.
Sublime.


Non dimenticare di leggere «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio
pp. 504, euro 17,05
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I "Desaparecidos" della Letteratura
di Ermanno Bartoli  n.10