I "Desaparecidos" della Letteratura

di Ermanno Bartoli  n.5
Autori Introvabili o quasi


A. Maslow: La terza via

«La persona che si autorealizza non fa mai uso dell'altro, non lo controlla, non disconosce i suoi desideri, ma riconosce alla persona rispettata una dignità fondamentale irriducibile e non l'umilia... Questo vale non solo per le relazioni fra adulti, ma anche nelle relazioni che le persone che si autorealizzano hanno verso i bambini. Una tale persona è capace di trattare un fanciullo con rispetto, come non è capace nessun altro nella nostra cultura.»

(Abraham Maslow: "Motivazione e personalità"; 1954)

Ho voluto trascrivere questo brano dello psicologo e psicoterapeuta Abraham Maslow perché in una società dicotomizzata e dualistica come la nostra è fondamentale riconoscere, quando li si incontra, quei rari casi di "terze vie" dove l'arte, l'amore, la passione e in fondo una vita migliore, non giocano fuori casa rispetto alle competenze. È infatti grazie a Maslow (anzi, pił direttamente, grazie al suo "allievo" Wayne Dyer) che ho, per esempio, letto le prime cose di Robert Frost; autore che Dyer considera uno dei più grandi spiriti liberi nella storia della letteratura. Non stupisce che, quasi in un cerchio magico e infinito, il fondatore della psicologia umanistica abbia un amore tutto particolare per gli autori del trascendentalismo americano, del romanticismo inglese e di quanti altri vanno nel senso di una maggior valorizzazione della natura istintuale umana... natura che, come dice Maslow, è tutt'altro che cattiva; come invece una cultura "della mancanza" che abbiamo fatto nostra pretenderebbe farci pensare. Ancora secondo Maslow: "Per qualsiasi persona di buona volontà, per chiunque stia dalla parte della vita qui c'è lavoro: lavoro vero, buono, soddisfacente, che può offrire un ricco significato alla propria esistenza ed a quella degli altri".
L'accenno non è solo alla sua psicologia umanistica, ma proprio a tutto quel variegato mondo di ricchezze interiori che troppo spesso, in un mondo che ha fatto del malessere la sua prima voce di utilità, stenta ad essere considerato. Con l'augurio che quest'ultima affermazione sia sempre meno vera, auguro a tutti un buon proseguimento d'anno e ai papà dell'Istrice un buon 19 marzo.

(marzo1999)


I "Desaparecidos" della Letteratura di Ermanno Bartoli  n.5