L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

    

 
Cronache da una "Realtà" con un Grande Passato e un Radioso Futuro...
Scandali & Scandali
 di Nicoletta Sipos
  Milano, 9 Agosto 2007   n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19

Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su
"L'Antica Arte dello Scandalo" di Nicoletta Sipos

 Gli scandali
 sono il prezzo
 e la conseguenza
 della democrazia


 R
ieccoci. Ieri sera, ospite della notturna di Radiodue per una chiacchierata su scandali e pettegolezzi, ho avuto la sorpresa di sentire la conduttrice, Susanna Schimperna, citare questa mia rubrica ricordando il mio confessato disagio davanti agli scandali estivi di casa nostra. Come a dire: ci leggono, ci seguono, serviamo da stimolo (così speriamo) per qualche riflessione.
 Riprendiamo da qui, perché il disagio persiste. Davanti ai successi di Fabrizio Corona, prenotato dopo i recenti scandalosi guai giudiziari, per 30 serate in discoteca da15 mila euro l’una. L’uomo che distribuisce maglie e mutande ai fans in delirio, è tornato dalla moglie, Nina Moric, dopo la strombazzata separazione, perché l’eros estivo ha le sue esigenze. E mentre i problemi in tribunale si arenano, vede avverarsi la sua previsione. Aveva detto infatti: «per com’è sistemata l’Italia, quando questo polverone si sarà placato, tornerò alla ribalta più forte e più ricco di prima».
 Battute che motivano la depressione dei bravi cittadini mentre si scopre che il proto-italiano Valentino Rossi, il ragazzone che corre con il tricolore (ma vive a Londra), ha evaso il fisco per 60 milioni di euro. E che Don Gemini, il prete antidroga caro alla Cdl e in particolare ad An, è accusato di pedofilia. Certo: le molestie possono essere inventate, lo saranno quasi certamente. Ma autentica è la battuta del nostro che ribatte sui media denunciano un complotto ai suoi danni, mosso prima da forze occulte ebraiche e poi, correggendosi, dalla massoneria unita. Così crollano i miti, e uno dovrebbe sorridere comunque, e ostentare serenità?
 Come non deprimersi seguendo la bagarre seguita a una mera ipotesi di Prodi sulla possibilità di usare le riserve auree di Bankitalia per ridurre il debito? Tutti contro, tutti pronti a denunciare i deliri del professore, dimenticando che nel 2004 anche Tremonti aveva fatto la stessa ipotesi e che la strada, forse contestabile, è stata seguita da altri Paesi europei. Evidentemente in preda a una follia collettiva.
 Qual è, in tutto in questo, il ruolo della stampa? È proprio vero che ci lasciamo fuorviare dai clamori, e che troppo spesso, prendendo le notizie alla rinfusa, serviamo da megafono a notizie false e tendenziose? Il diritto alla libertà dell’informazione è, davvero, l’alibi di colpevoli incurie e trasandatezze?
 La domanda è retorica, ovviamente. Sappiamo bene che la libertà ha i suoi rischi, ma non ha prezzo. E che, senza scusare le fragilità degli operatori dell’informazione, vale comunque la pena di ricordare ai lettori d’oggi, e ai navigatori Internet, che non debbono prendere i media acriticamente. Perché le complessità del mondo d’oggi richiedono pur sempre da tutti noi un buon senso eccezionale, ironia e preparazione culturale.
 Per altro, il nostro fracasso è mille volte meglio dell’esemplare campagna con la quale Pechino punisce i giornalisti che propagano notizie false e tendenziose. L’ultimo giornalista finito alla gogna (ma rischia anche la galera) è il reporter televisivo Zi Beijia, che ha lanciato con vasta eco una storia su certi ravioli al vapore riempiti non già di carne, come sarebbe giusto, ma di cartone macinato, spappolato in acido e insaporito di estratto di maiale.
 Una storia inventata, secondo il governo, che segue altre storie false e tendenziose circolate nei mesi scorsi. Su un presunto cancro delle banane, su iniezioni di zucchero fatte ad angurie non mature per insaporirle, e sull’acqua infetta del lago russo Baikal, portato fino a Pechino per dissetare (a rischio di gravi infezioni), gli abitanti di Pechino. Il governo ha deciso di mettere a tacere le panzane fonte di infiniti allarmismi e ha stabilito punizioni esemplari per quest’ultima vicenda. Pagheranno, con Zi Beijia, anche i suoi capi alla tv di Pechino, colpevoli d’avere diffuso la notizia falsa. Inoltre, il governo ha esortato tutti i giornalisti cinesi a esercitare maggiore critica sulle loro fonti e ha preteso che ognuno di loro stendesse un documento di 2000 parole (circa 5 paginette, mica roba da ridere) per confermare che hanno imparato la lezione e che, d’ora in avanti, eviteranno sbagli altrettanto clamorosi. C’è da scommetterci che ci penseranno non una, ma dieci volte, prima di commettere sbagli così madornali.
 Tutto bene, dunque? Certo che sì, all’apparenza. E invece no. Perché queste regole che ufficialmente puniscono i cronisti poco scrupolosi, finiranno per essere rivolti contro i pochi coraggiosi che di tanto in tanto riescono a far pervenire al mondo storie di ingiustizie e crudeltà commesse nell’impero cinese. Contro dissidenti politici, monaci tibetani, bambini ridotti in schiavitù e così via.
La lezione è chiarissima: meglio il caos che regole imposte dall’alto e tese a frenare cronisti d’assalto. Che possono essere falsificatori e imbroglioni (e vanno ovviamente individuati e puniti dai loro giornali). Ma che spesso sono propagatori audaci di scomode verità, che senza il loro coraggio finirebbero in un angolo, ignorati per sempre. Gli scandali, non ci stancheremo mai di dirlo, sono il prezzo e la conseguenza della democrazia. Guai a soffocarli!
 Anche se, diciamolo piano ma in modo ben udibile, il troppo stroppia.
 Amici italiani: mettiamoci una mano sulla coscienza.

Nicoletta Sipos
Vuoi fare un commento?
Inseriscilo su The Web Park Speaker's Corner, dal 1996 il Forum più semplice della Rete

Intervista: Questo libro scandaloso >>> 

 

<<< Guarda
la VideoPresentazione
del Libro >>>

Per ordini solo dall'Italia
Sconto del 10%
se paghi con PayPal
euro 16,20
invece di euro 18,00
e zero spese postali

Sei una Banca
o un imprenditore e vorresti fare
un'intelligente sponsorizzazione culturale?
Scrivici:
ed@simonel.com
Noi qualche idea interessante ce l'abbiamo...

Per ordini solo dall'Italia
Sconto del 10%
se paghi con PayPal
euro 16,20
invece di euro 18,00
e zero spese postali


 

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved