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Cronache da una "Realtà" con un Grande Passato e un Radioso Futuro...
Scandali & Scandali
 di Nicoletta Sipos
  Milano, 28 Febbraio 2007   n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14

 Quando lo Scandalo
 trasforma la politica
 in reality

 T
re storie, questa volta, che dimostrano l’estrema capacità di sopravvivenza dello scandalo anche quando il suo corso sembra ormai concluso. E mettono in luce la sua grande capacità affabulatoria.
  Cominciamo dallo scandalo che scoppià prepotente nell’ottobre del 2005, quando Lapo Elkann fu ritrovato in coma nell’appartamento del trans Patrizia. Una storia strana che ha tarpato le speranze del giovane Agnelli, il nipote preferito dell’Avvocato, in un futuro di brillanti promesse. Vale a dire, ha indotto casa Agnelli a rivedere la struttura della leadership Fiat.
  Salvo per il rotto della cuffia, inviato negli states per una terapia di disintossicazione e nell’attesa che le acque si calmassero, il 20 febbraio 2007 Lapo ha riacceso il fuoco il fuoco manifestando al prestigioso quotidiano americano “New York Times” la convinzione che dietro lo scandalo ci fosse la mano del suo potenziale “nemico” Luciano Moggi,l’ ex direttore generale della Juventus travolto dallo scandalo Calciopoli, col quale aveva già più volte scambiato cocenti insulti.
  Certo, si tratta solo di una supposizione, precisa Elkann jr al giornalista del “New York Times”. Intanto però il sospetto è stato avanzato. E stoccate del genere hanno un peso straordinario quando riaprono vecchie ferite, come in questo caso. Soprattutto quando riguardano scandali doc che lasciano il segno in politica o sugli assetti finanziari il caso Elkann influisce ovviamente su questi ultimi. Moggi smentisce, quasi addolorato («è tutto falso, siamo amici», dichiara al “Corriere della sera” il 25 febbraio 2007. Ma tra le pieghe del dibattitp prende piede l’idea, a più riprese sussurrata nel passato, che l’appuntamento in casa di Patrizia fosse stata una trappola studiata su misura per Lapo. Un settimanale popolare (“Oggi”) vuole saperne di più e corre a intervistare Patrizia (ma il colpo lo fece nell’ottobre del 2005 “Chi”, con una lunga intervista al trans). Pat ovviamente smentisce ogni legame con Moggi, e ancor più l’ipotesi di aver accettato del denaro per incastrare il giovane Elkann. (“Ma quali trappole! Io a Lapo ho salvato la vita”).
  Crederle o non crederle, questo è il dilemma. Fatto sta che il caso si riapre, e la torta che Lapo aveva lanciato contro Moggi torna prontamente al mittente. Proprio mentre su “Oggi” Patrizia lamenta: “Mi aspettavo un ringraziamento, ma non ho ricevuto nulla”. Tra i molti dubbi è lecito avanzare una certezza: il veleno lanciato su Moggi resta in circolazione, creando un nuovo, scandaloso filone. Altro gettone, altro giro di giostra. Un anno e mezzo dopo il primo round. A dimostrare l’incredibile vitalità di un pettegolezzo, teso come ardimentoso ponte tra il futuro degli Agnelli e le sorti della Juventus. Proprio come vuole la scandalogia.
  Passiamo ora alla seconda storia, quella dell’infelice libro “Pasque di sangue” che avevamo preso in considerazione qualche giorno fa (vedi scandalo 13). È successo quello che si poteva prevedere e temere: un gruppo di studenti dell’Università Cattolica di Milano ha abbracciato in pieno le teorie di Ariel Toaff, senza tenere in conto le correzioni di rotta di illustri studiosi e il successivo ritiro del libro. Le teste calde, leghisti di fede, hanno affisso alla Cattolica di Milano un manifesto in cui rilanciano il mito dei sacrifici umani da parte degli ebrei, dichiarando impunemente “non è solo una menzogna antisemita”. Intendiamoci, si tratta di un gruppo piccolo (una quindicina il nucleo duro cui vanno aggiunti altrettanti fiancheggiatori). “Non è un esercito, ma certo una scintilla così, all’interno della Cattolica, non dovrebbe passare inosservata”. Il caso resta dunque aperto e potenzialmente insidioso. Quanti giovane seguiranno l’esempio di questo primo gruppo? Il prossimo capitolo è tutto da vedere.
  E veniamo alla terza vicenda, legata alla successione del premier bavarese Edmund Stoiber, il leader della CSU dimissionario a settembre, che ci riporta molto più indietro (scandalo 4). Protagonista di questa puntata è Horst Seehofer, vice di Stoiber e suo presunto delfino fino alla scandalosa rivelazione della doppia vita che lo costringe a barcamenarsi tra la moglie Karin, 48 anni, madre dei suoi tre figli, e la misteriosa, giovane amante, (32 anni) un’avvocatessa berlinese che lavora in Parlamento, e che attende un figlio da lui (è al quinto mese di gravidanza).
 Un’altra storia più che mai aperta, aperta a infinite puntate ricche di colpi di scena, ben seguita in patria dal tabloid “Bild” e dal settimanale “Bunte”. Entrambi affascinati da questa vicenda umana che non mancherà d’influire sulla politica bavarese e nazionale. A furia di scavare nel passato di Seehofer i giornalisti hanno scoperto che Karin, la moglie offesa d’oggi, non è la prima moglie del politico. È stata preceduta da Christel, che risulta sposata con l’attuale ministro fino al 1982, e l’ha sorretto fedelmente agli inizi della sua carriera. La signora, rapidamente scomparsa dalla scena pubblica, si dice ora disgustata dalle bugie dell’ex marito. Un precedente significativo che ben descrive il carattere irrequieto dell’uomo e la sua tendenza a nascondere sotto il tappeto verità scomode. La denuncia di Christel non dà certo buone referenze all’uomo ora in lizza per uno dei posti nevralgici della politica tedesca. E che comunque sta scavandosi la fossa da solo: la sua giovane amica è già al quinto mese do gravidanza, ma lui non ha ancora deciso tra lei e la moglie (che comunque è già la seconda della serie). Come andrà a finire?
I grandi reality della politica continuano. Per la gioia della scandalogia.

 

Nicoletta Sipos
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