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Cronache da una "Realtà" con un Grande Passato e un Radioso Futuro...
Scandali & Scandali
 di Nicoletta Sipos
  Milano, 7 Febbraio 2007   n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11

La Parola
a Lady V

[Primo atto - Secondo Atto - Terzo Atto - Quarto Atto]
 


   Volevamo fare una pausa di riflessione, invece siamo di nuovo nell’occhio del ciclone. Infatti, strattonata, o per libera scelta, Lady V torna allo scoperto proprio mentre il settimanale <i>Diva e Donna</i> annuncia di avere accolto sulle sue pagine l’unica intervista da lei concessa dopo il parapiglia della settimana. L’annuncio è amplificato secondo note leggi giornalistiche: l’intervista si riduce a un breve testo, forse pure confidenziale, in cui la signora cerca di spiegare perché una settimana fa è venuta allo scoperto dopo un silenzio di anni e anni. «Perché», dice, «lui (Berlusconi) oggi è un politico e non un premier».
   La smentita di Lady V arriva prontamente, e poco dopo giunge la precisazione della direttrice del settimanale in questione che ritratta la parola intervista e la sostituisce con “riflessioni”. In effetti il testo è breve e generico, ma sia pure in termini vaghi ribadisce i concetti più cari a Veronica: l’amarezza per la costante caduta di stile del marito, il desiderio di passare all’azione per non essere sempre vittima di pettegolezzi e il concetto basilare: «Non puoi chiedere a una persona di amarti, ma puoi chiederle di rispettarti».
   L’intervista arriva invece sul Corriere della Sera del 7 febbraio, affidata come di consueto all’amica Maria Latella che la proporrà anche su A, il giornale da lei diretto e che la scorsa settimana aveva pubblicato l’intervista a Berlusconi (vedi scandali 8). Intervista in cui l’ex premier ribadiva per lei passione totale. Ora Veronica si toglie un paio di sassolini dalla scarpa.
   «Il vaso era colmo», spiega. «Nessuno deve smarrirsi, l’inconscio a volte gioca brutti scherzi. Ho capito che con quel suo comportamento ricorrente mio marito non stava decidendo solo per sé. E poiché quando non c’è comprensione c’è malattia, in questo caso ad ammalarmi sarei stata io». E più oltre parla di un confine oltre il quale lei e i figli non intendono seguire il rispettivo marito e padre, perché altrimenti ne sarebbero complici».
   Sarebbe questo, alla fine, il significato profondo della lettera “privata ”di Veronica, pubblicata da La Repubblica. Significato che Maurizio Costanzo delinea con garbo su Chi cercando una seconda lettura come nel doppio fondo di una valigia. Il condizionale è d’obbligo, ma l’ipotesi è plausibile. Ben vengano allora le precisazioni dettate a Maria Latella: puntualizzazioni che, nella fattispecie, escludono alcune delle ipotesi spuntate nei giorni scorsi.
    Lady V non vorrebbe entrare in politica. Non avrebbe (e qui il condizionale vale doppio) nemmeno un espresso desiderio di divorzio. Sarebbe felice di sapere che i sondaggi sono a favore di suoi marito perché così di dimostra che lei non lp ha danneggiato, cosa che non intendeva fare.
   E ancora, a placare il gossip, Lady V ribadisce di aver seguito in segreto il marito durante il recente ricovero al San Raffaele, essendosi seriamente preoccupata per la sua salute, Aggiunge di non averlo seguito in America, dove gli hanno applicato il pacemaker, perché i medici l’avevano ampiamente tranquillizzata e sua figlia Eleonora desiderava restare da sola con il padre.
   Come ne esce la signora B? Penso che le si dovrà riconoscere la capacità di proteggere in modo esauriente quella che chiama la sua “identità”, fatta di carattere, anima, ideali, valori. Penso pure che dovremo esserle grati perché l’intervista toglie di mezzo molta fuffa e rilancia di prepotenza il desiderio della signora di proteggere gli interessi dei figli. Inoltre, in qualche misura, lascia aperta la via a una possibile riconciliazione. Ricordando, tra l’altro, che una donna di cinquant’anni e un uomo di settanta possono e debbono comportarsi con maggiore coerenza.
   Alla fine dobbiamo ringraziarla. Tra l’altro la paginata con la sua composta intervista affianca un mega-articolo sulla recente esternazione di Berlusconi secondo il quale tutti i gay sono di sinistra. Prontamente contestata da amici di destra come il maestro Zeffirelli che oltre a tutto odia la parola gay e si definisce piuttosto omosessuale.
   Aggiungiamo però un’ulteriore riflessione sull’avanzata del privato (le lettere dei coniugi B) nel pubblico. La scandalogia registra da tempi immemorabili, e anche in questi anni di privacy, l’uso di temi intimi per attirare l’attenzione, mettere a punto una rotta, agevolare qualche forma di trasformazione anche politica. Mi pare tuttavia un errore grossolano definire private queste lettere destinate con grande consapevolezza alla pubblicazione. Possono essere più o meno dosate, centellinate, lavorate: ma sicuramente non sono un sfogo privato destinato a restare chiuso in qualche cofanetto o bruciato sulle fiamme di un camino. Sono pagine private, tutt’al più, come lo erano i mastodontici diari di Thomas Mann, vergati con puntiglio maniacale per diventare una sorta di mausoleo dello scrittore.
Mi permetto dunque, dopo profonda riflessione, di ricordare agli esegeti che non devono sentirsi dei tremendi ficcanasi quando leggono e valutano i testi dei due duellanti. Essi obbediscono a ciò che i due protagonisti desiderano e quasi esigono da tutti i noi. Non sono esercitazioni vane perché, come abbiamo visto, possono aprire un dibattito salutare definendo campi e posizioni.
   Per saperne di più mi permetto di ricordare il mio manuale, L’antica arte dello scandalo, edito da Simonelli, che vi invito ad acquistare e, ovviamente, anche a leggere.
  Lady V definirebbe forse una caduta di stile questa mia autopromozione.Ma, cari amici, abbiate pazienza: anche editori e scriventi hanno le loro esigenze. Per continuare a pubblicare e a scrivere. Sempre che il loro lavoro sia giudicato utile. Questo, naturalmente, dovete dirlo voi.

Nicoletta Sipos

Intervista: Questo libro scandaloso >>> 

 


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