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Firenze, 11 Settembre 2014

Forza Renzi
e complimenti
a Conte

  Secondo me la vignetta di Emilio Giannelli sul ‘Corriere’ dell’ultima domenica d’Agosto ha fotografato quasi esattamente la presente situazione: era intitolata “Il topolino ha partorito la montagna” e rappresentava Renzi seduto su un mucchio di scartafacci dai titoli illuminanti: ‘Scuola’, ‘Lavoro’, ‘Burocrazia’, ‘Spesa pubblica’, ‘Edilizia’ ed altri che non ricordo. Cioè tutto quello che vorrebbe realizzare entro 1000 giorni a partire dal primo Settembre; alcune di queste voci sono già state approvate dal CdM ma quasi tutte accompagnate dal triste annuncio “in attesa di copertura finanziaria”. Ed è proprio qui il guaio grosso poiché per realizzare rapidamente anche solo quelle apparentemente più urgenti ci vogliono tanti di quei soldi che il governo può solo sognare di avere; a questo si aggiunge anche la ferale notizia secondo la quale Cottarelli avrebbe annunciato che dal riordino delle ‘partecipate’ (una delle fonti da cui il premier sperava di ottenere molto) verranno fuori sì e no 500 milioni. Inoltre, non ritengo che il premier possa impunemente ridurre quanto necessario la spesa pubblica [cioè mandare a casa senza senza troppi complimenti la miriade di fannulloni stipendiati annidati nei ministeri, nei partiti, nei sindacati, nella Confindustria (regno dei figli di papà), alla RAI, nelle ASL, in Regioni, Province (ci sono ancora), Comuni ecc.] perché, a causa delle continue vittorie elettorali nelle elezioni amministrative di quasi tutta Italia, questo equivarrebbe a depauperare il suo partito di numerosissimi ‘simpatizzanti’. E così il governo non potrà che ricorrere nuovamente al ‘mettere le mani nelle tasche dei cittadini’: oltre ai già previsti aumenti di benzina, luce, gas ed acqua (con quanta ne è venuta giù e ne seguita a venire quest’anno) ed alla Tasi forse verrà ideato qualche nuovo ‘balzello’ che non si chiamerà ‘tassa’, guai!, nome diventato impronunciabile: quelle dovrebbero essere immediatamente ridotte ma, come ha detto un acuto commentatore, ‘ciò non è nel DNA della sinistra’.

Avevo scritto quanto sopra circa una settimana fa e lo confermo in pieno, ma, nei giorni intercorsi, abbiamo avuto numerose altre esternazioni del nostro; due di queste mi hanno colpito: quella assai reclamizzata nei notiziari e nella stampa e relativa al “troppo grasso che cola” in quanto conferma in pieno quanto scritto più in alto; e l’altra assai meno reclamizzata (in quanto forse molto più indigesta) ma forse politicamente assai più importante che all’incirca suonava: ”per fare le riforme che servono per far ripartire l’Italia bisogna rischiare di perdere le elezioni”; detta dal (per ora) leader della sinistra questa frase che, per me, corrisponde alla pura verità dimostra che Renzi non sottovaluta assolutamente le difficoltà che ha davanti per superare le quali necessita di un sapiente ‘lavoro ai fianchi’ della minoranza a lui ostile in direzione nonché di un’abile azione propagandistica (che, da collaudatissimo imbonitore, direi abbia già iniziato) per ‘tirare dalla sua’ anche la stragrande maggioranza dell’elettorato di sinistra.
Spero ci riesca.
Ma alcuni giorni fa non volevo parlare di quanto sopra, poi mi ero lasciato trascinare dal commento alla vignetta di Giannelli che purtroppo mi aveva indotto ad un certo pessimismo; ma voglio ora lasciare i cattivi pensieri ed augurare a Renzi di riuscire a portarci fuori dai guai, anche passetto per passetto.
Volevo parlare di sport: a partire dai Camponati europei di nuoto dove i nostri atleti hanno ‘mietuto’ medaglie a man bassa in quasi tutte le discipline; al solito la più decantata dai giornali è stata la Pellegrini, autrice di una rimonta strepitosa che ha portato alla medaglia d’oro nella staffetta; sarò un po’ maligno ma subito ho pensato a quanto voglia dire, specialmente nelle atlete, la serenità ‘affettiva’.
E veniamo al calcio: è iniziato il campionato che, secondo quasi tutti i commentatori, dovrebbe essere caratterizzato da una lotta per il primato ristretta a Juventus e Roma (in ordine alfabetico). Ma, secondo me questo campionato non sarà per la Juventus la tradizionale ‘passeggiata’ fino allo scudetto e questo non perché Allegri non sia un ottimo allenatore o perché non ci siano giocatori valentissimi ma solamente poiché ritengo che la ‘spina dorsale’ della squadra sia costituita da giocatori che hanno già vinto quasi tutto (tranne che all’estero), che nuotano nell’oro e che quindi ormai possano non essere completamente ‘motivati’. Poi c’è la Roma, ottima squadra ma accusata da quelli che se ne intendono di essere troppo ‘Totti dipendente’ e Totti, anche se ancora ‘illumina’ quando gioca, comincia ad avere un discreto numero di annetti. Il Napoli, che potrebbe benissimo essere il terzo incomodo, sento dire si dibatta in difficoltà per alcune incomprensioni fra ‘proprietà’ ed allenatore. E poi ci sono Inter, Milan, Fiorentina e Torino che hanno le carte in regola per ‘dire la loro’. Forse assisteremo ad un bellissimo campionato.
Poi è partita con successo anche la nazionale guidata da Conte: non è da poco riuscire a battere l’Olanda (anche se in un’amichevole) con una squadra quasi tutta di giovani messa insieme nel giro di non molti giorni, segno evidente che il ‘mister’ ha saputo motivare tutti. E la conferma si è avuta ieri sera quando la stessa squadra (con la sola variante dovuta all’assenza di Marchisio che scontava la squalifica rimediata ai mondiali, ma comunque ben sostituito da un giovane) si è confermata battendo (stavolta in una partita da 3 punti) la Norvegia ad Oslo.
Devo fare i miei complimenti a Conte (credevo che avrebbe mandato in campo principalmente i ‘soliti noti’ della Juventus ed invece sbagliavo di grosso): forse riuscirà a tirare su una Nazionale in grado di rappresentare al meglio la nostra nazione. Glielo auguro di cuore. Ma non posso esimermi da una piccola malignità e da un commentino: la malignità è che credo che la vittoria sulla Norvegia sia il primo vero successo europeo di Conte (che con la Juventus non aveva collezionato che delusioni e forse proprio per questo ha completamente rinnovato la nazionale); il commentino riguarda la mancata convocazione di Balotelli: per me le difficoltà vanno affrontate subito e non rinviate a tempi migliori e quindi andava convocato magari senza farlo giocare ma soltanto per fargli ‘annusare’ l’aria nuova. Non si dovrebbe rinunciare ‘a priori’ ad un talento naturale.
D’altra parte credo di arrivare a capire certi comportamenti del ventiquattrenne specialmente se considero che lui è stato spedito in Inghilterra da ragazzino e quindi, se vogliamo, si è ‘formato’ là, catapultato fra grandi giocatori, i quali oltre che per la bravura sono abbastanza noti anche per le ‘sregolatezze’, ed ha vissuto una vita altrettanto agiata quanto dissennata. Forse ora, tornato là, si troverà nuovamente a suo agio e riprenderà a giocare come sa, come sembra dimostrato dalla ‘standing ovation’ a lui riservata alla prima partita col Liverpool.
E poi c’è anche un altro aspetto: l’Inghilterra ha un suo fascino; tanto per fare un esempio anche mia moglie ed io, se per qualche evento fossimo stati costretti a lasciare l’Italia, avremmo scelto di vivere in quel paese dove, grazie agli orribili ‘tabloid’, gli italiani vengono inizialmente guardati con sospetto ma poi, ad una conoscenza più approfondita, vengono anche invidiati principalmente per quella caratteristica che contemporaneamente è il loro grande pregio nonché il massimo difetto, cioè quell’indipendenza di giudizio che li rende sì mentalmente liberi ma anche insofferenti alle regole ed indisciplinati. Spero comunque di rivedere, prima o poi, Balotelli in maglia azzurra.

Attilio Taglia


L’aggettivo sciabordito è del vernacolo senese e, secondo me, non trova un esatto equivalente italiano. Non l’ho trovato nel Devoto-Oli e non credo sia nemmeno in altri vocabolari. Forse il suo equivalente inglese è “absent minded”.
Io sono vecchio, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel ’39, avevo sei anni. Quindi alla connata sciaborditaggine si è aggiunto il normale deterioramento dovuto all’età. Perciò quello che dico va preso con le molle. Non ho nessuna intenzione di raccontare la mia vita peraltro piuttosto uniforme e quindi di poco interesse. Ma, scorrendo negli anni e venendo fino ad oggi ed andando anche oltre con l’immaginazione, alcune cose mi hanno colpito; su queste mi sono soffermato ed ho creduto di ragionare. Ed è quanto cercherò di raccontare saltando di palo in frasca e da un tempo all’altro a seconda di come la memoria me lo ripresenta o come qualche richiamo me lo fa tornare in mente.









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