Ha scritto Giovanni Tesio ...E' stata dunque una buona idea - in
questo centocinquantesimo anniversario della nascita di Pascoli - restituirle (Mariu'
Pascoli, ndr.) un
poco della visibilità che da lei fu sempre tenuta sotto stretta vigilanza, anche
nei quarantun anni in cui sopravvisse all'oggetto del suo culto. Ne viene la
storia sfaccettata di una ragazza e poi di una donna che vicino al fratello
s'ingegna di farsi una cultura imparare il latino e il greco, mettersi nella
condizione di seguirne l'officina. E' fin troppo evidente che parlare della
«candida soror» significa parlare dell'intera vicenda familiare, se è vero che
niente di ciò che riguarda Pascoli può prescindere dal groviglio dei rapporti di
famiglia, niente di ciò che riguarda la vita del poeta può essere compreso al di
fuori di un trauma che diventa ossessione. Anche se si può bene uscire - come
qui - dalle letture semplicemente agiografiche, del resto ampiamente riscattate
da tutta una bibliografia critica che ha esplorato il mondo pascoliano con
strumenti adeguati. La Santini esclude con decisione ogni lettura che passando
dal riconoscimento della morbosità diffusa - di espiazione e di complicità - che
si respirava nel «nido» (abitato prima dal poeta e dalle due sorelle Ida e Maria
a Massa e poi con la sola Maria a Castelvecchio di Barga) assuma l'ipotesi
volgare di un vero e proprio rapporto incestuoso. Un atteggiamento equilibrato
che si distingue bene anche in altre circostanze ad esempio a proposito
dell'attività poetica che Mariù esercitò con il nome di Sybilla. Nessuna
sopravvalutazione di maniera ma l'onesto profilo di una vocazione capace certo
di trovare in Pascoli la «lima d'oro» che gli fu riconosciuta da Severino
Ferrari. Una vocazione alla scrittura che più evidentemente si concretizzò nella
stesura delle memorie integrata e pubblicata postuma dal Vicinelli con il titolo
Lungo la vita di Giovanni Pascoli uno strumento insidioso che resta essenziale.
Il meglio del libro si segnala nella ricostruzione degli intricati rami
parentali, dei personaggi meno noti, dei rapporti con i fratelli sopravvissuti
(il concreto Falino e il randagio Peppino), con la stessa Ida, con la zia Rita,
con i bambini che entrano nel cerchio di affetti lunatici. Senza contare le
spigolature polemiche. Ad esempio la causa intentata da Mariù all'accusa del
Morandi sui presunti plagi del Pascoli antologista. Ad esempio (ma la polemica
non è meno della biografa che della biografata) le stinte cronache di certi
giornalisti non da oggi in vena di troppo gracili invenzioni. |