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Aria
di Casa Pascoli
Pagine inedite, curiosità, echi di storie lontane e
sconosciute, altre tessere del mosaico della vita del Poeta ricostruite da chi
ha firmato la prima e più completa biografia dell'autore della "Cavalla storna"
- «Giovanni Pascoli - Tutto il racconto della vita
tormentata di un grande poeta » -
da chi da oltre trenta anni è il Conservatore di Casa Pascoli, l'angelo custode dei centosessantunmila scritti
autografi del poeta. Qui sotto, settimana dopo settimana, ci sarà anche la sorpresa di una delle poesie di Giovanni
Pascoli. Premete con il puntatore del mouse sul titolo e vi si aprirà una pagina a tendina con il testo integrale.
E se un verso vi piace particolarmente, selezionatelo, vi apparirà sulla pagina al posto del titolo della poesia.
CANDIDA SOROR
di Maria Santini
la prima biografia che
sia stata mai scritta a Mariù la più famosa sorella di Giovanni Pascoli. Una
corposa opera di 352 pagine, frutto di anni di studi e di ricerche, con
molte rivelazioni inedite.
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di
Gian Luigi Ruggio
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Chi nella vita non ha visto infrangersi un idolo, scagli la classica pietra. Anche Pascoli - come uomo - ne aveva, ma quello che gli si sgretololò fra le mani (l'idea) più che la fine di un idolo, fu l'autentica caduta di una dea! Perché l'Ida - penultima di dieci fratelli - non solo era sempre stata colei che veniva trattata con tutti i riguardi, accottentata in tutto, nelle cui mani era stata - in pratica - lasciata l'amministrazione familiare, la sorella a cui si rimetteva ogni giudizio, ma anche qualcosa da vezzeggiare e - perché no? - anche da idolatrare come un po' lasciava intravedere il soprannome di "Idolina" datole da Giovannino. E dunque, in un primo momento, non fu Maria il personaggio emergente, la sorella che - in seguito - si accollò "a tempo pieno" la gestione" del fratello. Ma come si giunse al "dramma dell'Ida?"
Sin dai tempi in cui Giovanni era ancora un oscuro "professorino" di liceo, egli aveva sempre carezzato l'idea di riunire ciò che restava della sua famiglia dispersasi dopo l'uccisione del capofamiglia e la morte di tre fratelli (Margherita, Giacomo, Muigi). Il suo sogno parve realizzarsi nel 1887, quando gli riuscì di ritirare con sé Ida e Maria, dapprima a Massa e poi a Livorno (1895). Anzi, proprio in quell'anno, egli stva preparando la "casina" di Castelvecchio per trasferirvisi con le sorelle. Ma l'idillio ebbe breve durata. Da qualche tempo - infatti - un uomo - certo Salvatore Berti - era entrato - come si suol dire - nella vita di Ida. Al punto che - dopo poco - i due decisero di sposarsi. Per Giovannino fu un gran brutto colpo, tantoché almeno fino ad allora, egli aveva persino cercato di rimuovere dalla sua mente anche l'idea di quell'evento. Non che non accettase il fatto che sua sorella fosse finalmente felice, tuttavia avrebbe gradito di scorgere in lei almeno un minimo di rincrescimento per dovere abbandonare quel "nido" che lui aveva preparato con grande amore. Ma l'Ida sembrava on pensasse ad altri che al suo prossimo sposo. Questo atteggiamento inasprì al punto il fratello che egli ebbe a dinire il matrimonio come un "egoismo in due"!
A testimonianza del dramma che sembrò lacerargli l'anima, resta una lettera - datata 19 giugno 1895 - indirizzata a Mariù. In essa si legge: «Mia dolce Mariù, no, non sono sereno: dell'anno più terribile questo è il mese più terribile: l'Ida freddamente se ne va come se fosse la cosa più naturale del mondo... se ne va strappandomi il cuore, incapace di pensare e di lavorare... se ne va lasciandomi come morto, tra la distruzione dei miei interessi, del mio avvenire, della mia casina... di tutto».
Il matrimonio fu celebrato il 30 settembre di quello stesso anno. Pascoli non vi presenziò, preferendo rinchiudersi - corrucciato - nell'ombra del suo studio. L'Ida partì per il viaggio di nozze senza neppure voltarsi a rispondere con la mano, allo sventolio dei fazzoletti. Da quel giorno Mariù, erede cadetta al trono di famiglia, vi si insediò da regina impugnando a pieno titolo lo scettro del comando.
Gian Luigi Ruggio
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Giovanni Pascoli di Gian
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