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Aria
di Casa Pascoli

Pagine inedite, curiosità, echi di storie lontane e sconosciute, altre tessere del mosaico della vita del Poeta ricostruite da chi ha firmato la prima e più completa biografia dell'autore della "Cavalla storna" - «Giovanni Pascoli - Tutto il racconto della vita tormentata di un grande poeta » -  da chi da oltre trenta anni è il Conservatore di Casa Pascoli, l'angelo custode dei centosessantunmila scritti autografi del poeta. Qui sotto, settimana dopo settimana, ci sarà anche la sorpresa di una delle poesie di Giovanni Pascoli. Premete con il puntatore del mouse sul titolo e vi si aprirà una pagina a tendina con il testo integrale. E se un verso vi piace particolarmente, selezionatelo, vi apparirà sulla pagina al posto del titolo della poesia.


CANDIDA SOROR di Maria Santini la prima biografia che sia stata mai scritta a Mariù la più famosa sorella di Giovanni Pascoli. Una corposa opera di 352 pagine, frutto di anni di studi e di ricerche, con molte rivelazioni inedite.

 di
 Gian Luigi Ruggio

n. 12 - 3 - 4 - 5 - 6

  "...Teco trascorrere tutti i suoi dì
vuole Gulì".
No, non fu Pascoli a scrivere questi versi, ma la sorella Mariù. Chi era Gulì? In apparenza; il cagnolino di casa, un ibrido neanche tanto ben riuscito fra un bracco italiano e una femmina di levriero; in realtà, un simbolo, la punta di un triangolo familiare, un figlio a quattro zampe, capace perfino di leggere e scrivere, sia pure con qualche erroruccio di grammatica.
Incredibile, vero?
Eppure, nel libro delle sue memorie Mariù riporta testualmente:
"..Il 26 giugno (1901) Guli "scriveva" al Caselli: "Spero presto rivederdi ha manciare una piccola bistecca con losso... 'zio e mamma' tabbracciano sono il tuo Guli Pascoli. Dei piscottini però menè toccati poini, ne manciano 'zio' e 'mamma' e altri sechatori...".
Pare che fosse anche "laureato"; su talune cartoline conservate a Castelvecchio, si ritrova la firma "dottor Gulì"!
Visse con lo "zio" e la "mamma" per ben 17 anni (dal 1896 al 1912) e, per colmo di sventura, morì poco più di due mesi e mezzo prima del padrone, già gravemente malato. Il suo dispiacere fu tale da non voler neppure ammettere il triste evento, tanto che s'ingegnava a inventare mille bugie perché non si sapesse in giro. Fu seppellito nell'orto della chiusa "tra odorosi laurii, cullato dal dolce canto degli sgriccioli e delle capinere". Lo stesso Pascoli ne schizzò la stele funeraria ancora oggi visibile accanto alla tomba di Merlino, il merlo dall'ala rotta, vissuto anch'esso 17 anni e seppellito in una nicchia chiusa col cemento e tanto d'epitaffo. Poco più oltre, riposa la caprina la cui madre fornì il suo latte alla figlia primogenita dell'Ida.
In casa Pascoli (e non solo a Castelvecchio) gli uccelletti erano - poi - una presenza costante e privelegiata perche godevano di un'assoluta libertà. Spesso, venivano raccolti ancora implumi e anche da adulti - a gabbietta aperta - non volavano via, ma svolazzavano tutt'intorno cinguettando. La notte rientravano spontaneamente nelle loro gabbiette senza sbarre.
La storia dei piccoli ospiti alati comincia con la tortorina, che Giovannino, allora collegiale a Urbino, trovo nella sua cameretta. Per passare - poi - al piccione viaggiatore che - pare - prevenisse addirittura dal Belgio; al passerino Ciribibì, immortalato in una.delicata poesia: "del canto si consola. se il sol ride alla stanza..."; e ancora al lucherino, alla carpinera, all'usignolo. Non per niente Pascoli dedicò tanta attenzione a Paolo Uccello che con tanto amore collocava sempre queste creature alate nei suoi affreschi, così come Pascoli le ricordava nelle "Canzoni uccelline". Amava veramente tutti gli animali, al punto di paragonarsi egll stesso a un ... rospo; sino a sfiorargli la stravaganza come nel caso di una stufa mal usata perche nel tubo c'era - e c'e ancora oggi - un nido d'api! Possedette Micia-Micina e - oltre a Gulì - altri cani, come Brigo, Trigo e Argo una storia infinita. Ma sotto, sotto, l'amore del poeta per gli animali fa presentire l'antica attrazione per il mito della loro innocenza contrapposta all'umana perfidia. La storia - peraltro vera - della cavalla storna, ne fornisce un esempio illuminante.

Gian Luigi Ruggio


 

Giovanni Pascoli di Gian Luigi Ruggio è ora disponibile:
- Sia in volume con in appendice un'ampia antologia dei migliori versi del poeta della "Cavalla storna" (Copertina a sinistra).
- Sia in Edizione Economica Elettronica, in SeBook - SimonellielectronicBook - in due parti: l'una, la biografia; l'altra l'antologia delle Poesie (Copertine a destra).
Per ordinare l'edizione in volume basta una e-mail a ed@simonel.com e il volume verrà inviato contrassegno entro 24 ore dalla ricezione dell'ordine senza alcun addebito per le spese di spedizione che sono un cortese omaggio della casa editrice.
L'edizione in SeBook può essere acquistata subito andando nella nostra Biblioteca On Line e seguendo le istruzioni.

 


 

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