EDITORIALE     di Luciano Simonelli 
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QUE VIVA PASCOLI!
Per la libertà di parola, di pensiero, di studio, di stampa
e contro l'arroganza di chi pretenderebbe di essere l'unico "titolato" a parlare e a scrivere del Poeta

 «Que viva Pascoli. E il piccolo editore se ha fiuto...»: cominciava esattamente così, alcuni mesi fa, la nota di Mirella Appiotti su Tuttolibri  di La Stampa  in cui annunciava, in anteprima, l'uscita del volume «Giovanni Pascoli» di Gian Luigi Ruggio che ho avuto l'orgoglio di pubblicare. Un'opera - la prima biografia che sia mai stata scritta sul poeta della «Cavalla storna» - su cui l'autore, che da venticinque anni è il Conservatore dei Beni Pascoliani custoditi nella Casa Pascoli a Castelvecchio, ha distillato un quarto di secolo di appassionate ricerche. Ma quell'articolo di Mirella Appiotti mi aveva lasciato un po' perplesso. A parte l'esordio, il testo pareva rivelare un certo imbarazzo per il volume da me pubblicato. Quasi fosse giunto, come “un colpo di teatro”, a turbare chissà quali equilibri. Infatti, in quelle brevi note, la brava e acuta giornalista ci aveva tenuto molto a citare una mostra itinerante su Pascoli curata ben tre anni prima da Anna Maria Andreoli e a segnalare che anche Cesare Garboli stava lavorando sul poeta per la Mondadori. Perché tanta puntigliosa e lodevole completezza dell'informazione?
 Ed ecco che, un mesetto dopo l'uscita della biografia firmata da Gian Luigi Ruggio, l'esimio Cesare Garboli annuncia su due pagine di la Repubblica  di aver scoperto scritti inediti pascoliani. Ma degli inediti scoperti dal mio autore - perché ci sono anche vari inediti in questa che è, ripeto, la prima e l'unica biografia del poeta: un evento culturale - non se ne parla? Sono “meno” inediti quelli scoperti da Ruggio? Valgono di meno? Non sono togati?
  Eh, già, questo serio, onesto e divulgativo libro edito da Simonelli deve davvero aver rotto qualche uovo nel paniere se domenica 28 giugno (proprio il giorno in cui nel parco della casa di Giovanni Pascoli, in un incontro organizzato dal Comune di Barga, veniva presentato ufficialmente il volume di Gian Luigi Ruggio) Vittore Branca annunciava dall'alto della sua autorevolezza sul Sole 24 ore   che «l'interesse di Garboli per una nuova edizione mondadoriana, il riordino delle carte di Castelvecchio affidato a una forte critica novecentista e ottima organizzatrice come Anna Maria Andreoli, stanno dando buoni risultati. E stanno portando alla luce anche la singolare - e quasi del tutto inedita - produzione librettistica pascoliana».
  Insomma, da una parte si elenca chi “ha il diritto” di occuparsi del Poeta e poi si annuncia come novità il fatto che Pascoli avesse scritto testi per Puccini e Leoncavallo. Un fatto, quest'ultimo, che ogni lettore (e per nostra fortuna non sono pochi) della biografia scritta da Ruggio sa già bene da vari mesi.
 E lascia altrettanto a bocca aperta quanto afferma sempre Branca, nell'incipit di quello stesso articolo. Secondo lui, le cause di una ancora non completa e sufficiente conoscenza del poeta (è appunto per questo che Simonelli Editore ho voluto fortemente questa biografia di Ruggio!) sono un inesistente «stato di disordine e di abbandono dei preziosi fondi conservati nella Casa Pascoli di Castelvecchio» (quando e come Vittore Branca ha verificato questo?) e «l'arrivismo confusionario di certi pascolisti al servizio di editori non molto provveduti, favoriti gli uni e gli altri da amici del poeta feticisti e faciloni».
 E la critica? E il democratico e sano confronto delle idee? E la libertà di parola, di pensiero, di studio, di stampa?
 Ormai sono soltanto utopie. Ormai - siano tutti avvertiti - ci vuole “la patente” per scrivere e pubblicare su Giovanni Pascoli e forse anche su molti altri...
Ma l'unica “patente” che questa casa editrice accetta è quella che le danno i lettori acquistando e leggendo i libri che va pubblicando.

Luciano Simonelli

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LEGGI UN INTERVENTO DI GIAN LUIGI RUGGIO
L'AUTORE DELLA PRIMA BIOGRAFIA SU «GIOVANNI PASCOLI»

SCRIVE MIRELLA APPIOTTI SU Tuttolibri La Stampa - 9 luglio 1998

SCRIVE "Il Messaggero - 15 luglio 1998 - e UNA NOTA di L.S.


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