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ARTE
- Personaggi da ricordare  
di Mario Pancera

ERNESTO TRECCANI:
SESSANT'ANNI FA NASCEVA
IL MOVIMENTO DI CORRENTE  1938 - 1947

Milano, 1998 - Pittore, poeta, scrittore, oggi Ernesto Treccani ha 77 anni e vive a Milano nel Palazzo delle rondini, in via Carlo Porta 5, dove si trovano anche il suo studio-museo e la Fondazione Corrente, che, nata nel 1978, ci ricorda non soltanto il titolo del suo giornale, Corrente,  della galleria d'arte e del movimento di pensiero che ne seguirono, ma anche i fermenti della cultura milanese fra il 1938 e il 1948. Il movimento è entrato nella storia dell'arte. Treccani stesso è famoso, ma quando il 1° gennaio 1938, sormontato da sei fasci littori e accompagnato da una frase di Mussolini, uscì il mensile Vita giovanile, diventato poi il quindicinale Corrente  di vita giovanile e, infine, Corrente  tout court, aveva 17 anni e quattro mesi, ma era soprattutto il figlio dell'industriale tessile Giovanni Treccani, conte degli Alfieri, senatore del Regno, fondatore della monumentale Enciclopedia italiana.
Finito il liceo, aveva usato il regalo del padre per fondare un giornale. Sono passati sessant'anni.Corrente  venne soppresso dopo i primi vagiti, nel 1940, all'entrata dell'Italia in guerra accanto alla Germania. Lo stesso giorno venne ordinata la chiusura di La critica  di Benedetto Croce.
Come mai un foglio di giovani fascisti era stato soppresso insieme con la rivista del vecchio filosofo liberale? Che cosa era accaduto nel gruppo diCorrente ? Chi è realmente Ernesto Treccani? Come mai da fascista è diventato comunista (oggi è iscritto al Pds) e perché, uscito da una famiglia cattolicissima, è diventato agnostico, da figlio di ricco industriale del Nord è diventato populista andando a sostenere le battaglie contadine in un paese del Sud? Perché si è laureato in ingegneria, ma ha fatto il pittore? Sono piccole domande, ma si può averne qualche risposta utile per la comprensione di una parte della società italiana di quegli anni.
Benché ci sia materiale per un romanzo, qui vediamo soltanto le tappe principali del giornale che fu prima di fronda all'interno del regime (quasi tutti i giovani erano universitari fascisti; altri erano allievi del filosofo Banfi) poi un focolaio di idee di estrema sinistra. Il movimento passò, insomma, da Mussolini a Marx. I collaboratori andavano da Raffaele De Grada a Vittorio Sereni, da Carlo Bo a Enzo Paci, da Alfonso Gatto a Trombadori, da Bertolucci a Comencini, a dimostrazione che il ventagli d'interessi era larghissimo e si disputava d'arte, di musica, di letteratura, di teatro con l'aiuto di autori della più varia formazione e di diversa età.
L'avventura del periodico si concluse per ordine di Mussolini con il numero datato 31 maggio 1940, perché il Partito fascista aveva capito dove sarebbero arrivati quei giovani irrequieti, ma la vicenda umana e artistica del gruppo che si batteva per la maggiore libertà nell'arte, sarebbe continuata. E il "movimento" si sarebbe riconosciuto non soltanto nei suoi fondatori e non soltanto in quei due anni di vita, ma avrebbe allargato il suo ambito a pittori, scultori, filosofi, poeti, scrittori, storici dell'arte e critici fino al Realismo della seconda metà dei Quaranta.
La prima mostra del gruppo di Corrente  fu inaugurata il 18 marzo 1939. Vi parteciparono Carrà, De Grada, Tosi, Martini, Migneco, Messina, Bernasconi, Tomea, Birolli, Marussig, Gabriele e Gianni Mucchi, Cesare Monti, Lanaro, Filippo Tallone, Cantatore, Manzù, Cherchi, Bartolini, Cassinari e Luigi Grosso. Nella successiva comparvero anche i nomi di Guttuso, Broggini, Reggiani, Santomaso, Fazzini, Tamburi, Mafai, i fratelli Mirko e Afro Basaldella, Montanarini, Fausto Pirandello, Tomea, Lucio Fontana, Birolli.
Guttuso avrebbe testimoniato più tardi: «...in una situazione di generale degradazione intellettuale, politica e civile, quale era quella dell'Italia di allora, quei giovani cercavano l'Europa». In occasione della seconda mostra collettiva, apparve su Corrente un editoriale intitolato "Continuità" , in cui si affrontava il realismo in arte, argomento che negli anni successivi sarebbe stato oggetto di grandi dibattiti, artistici, letterari, politici e che «era essenzialmente il nostro problema».
In quello stesso 1940 si tenne la seconda edizione del Premio Bergamo, istituito dal ministro Giuseppe Bottai, avversario politico di Farinacci (che aveva voluto il fascistissimo Premio Cremona). Vi parteciparono quasi tutti gli artisti di Corrente . Ugo Ojetti, scrittore e giornalista fascista assai potente, attaccò ferocemente sul Corriere della Sera  i partecipanti alla rassegna chiamandoli «guerrieri di tela più o meno sporca, destinati a riconquistare la roccaforte milanese ai pulcini fattisi capponi nella novecentista covata giudia...». Insomma, in nome di una nuova realtà, i giovani fascisti erano diventati reprobi. Questo era il clima.
Finita la guerra, nel 1945, il mondo cambiò. Il movimento di Corrente  andò allargandosi ben oltre quel che era stato il gruppetto iniziale. Gli ex giovani artisti si impegnarono tra realismo, lirismo, astrattismo, arte informale o concreta, espressionismo realistico. Birolli promosse "Secessione", Guttuso guidò il "Fronte nuovo delle arti". E qui cominciarono gli scontri ancora una volta politici. Si profilò una nuova dittatura: quella che voleva imporre il cosiddetto Realismo socialista. L'anno di svolta fu il 1947. Molti, stanchi delle diatribe, lasciarono, preferendo le loro libere strade. A questo punto, però, Corrente  aveva esaurito il suo compito di fermento per restare, tuttavia, come testimonianza di anni difficili ma fecondi.


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Tutto sulla vita e le opere di Lucio Fontana, Francesco Messina, Marino Marini, Luigi Broggini,
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