di Mariantonietta Sorrentino Rizzo 
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L' interesse per la memoria è un atto di giustizia e di amore.
Memoria in quanto riscoperta e valorizzazione delle matrici della nostra cultura mediterranea, matrici multietniche.
Memoria per progettare il futuro, per comprendere il presente.
Un viaggio negli itinerari della memoria alla scoperta di una realtà tanto poliedrica quanto seducente.

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Fu sedotto Goethe da Agrigento, visione splendida in una goduta primavera del 1787. Lo sguardo a lambire le mura antiche, le colonne, i frontoni dove il vento
"..macchia e rode l'arenaria e il cuore
dei telamoni lugubri, riversi
sopra l'erba..."
Millenaria sacralità di queste pietre.
Valle dei Templi e valle dei mandorli. A febbraio, una nevicata di fiori bianchi colora le rovine. È Agrigento in festa. Appuntamento da non perdere. Quasi si avverte l'eco delle dendroforie, rituali greci, processione di alberi simbolici. Quanta devozione per Demetra, alla quale più di un santuario vi era dedicato!
Sul versante a sud della rupe Atenea una chiesa del VI/VII secolo, costruita sui resti di un tempio pagano.
Demetra e Kore sostituite da San Biagio, nell'immaginario religioso. Il filo rosso sacro è onnipresente.
Hera Lacinia, Ercole, il tempio di Castore e Polluce fino alle rovine del tempio di Giove Olimpico. Incompiuto, Salvatore Quasimodo ne cantò gli orgogliosi telamoni.
Poco lontano la contrada Kaos. E la casa natale di Pirandello, dove "il pino solitario" conserva, memore, le ceneri del drammaturgo agrigentino.
Il respiro del sacro non abbandona a se stesso il visitatore. La natura trionfa in questo potente scenario. E la cornice d'ogni stagione celebra le vestigia sopite di antica civiltà. Nell'arida estate o alla fine di un temporale, illuminati dal guizzo di fulmini, arrossati dalla calura o dai tramonti, si ergono sicure.I fasti a ricordare anche gli olivi secolari. Le loro braccia poderose e silenti.

Mariantonietta Sorrentino Rizzo

 


 
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