di Mariantonietta Sorrentino Rizzo 
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L' interesse per la memoria è un atto di giustizia e di amore.
Memoria in quanto riscoperta e valorizzazione delle matrici della nostra cultura mediterranea, matrici multietniche.
Memoria per progettare il futuro, per comprendere il presente.
Un viaggio negli itinerari della memoria alla scoperta di una realtà tanto poliedrica quanto seducente.

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Un corso d'acqua, sia esso un ruscello, un torrente o un vero fiume in piena, desta sensazioni e percezioni di freschezza, di movimento, di vitalità.
La mancanza o l'abbondanza d'acqua ha decretato la nascita o la morte delle civiltà.
Fin dall'antichità fu chiara la convenienza di accaparrarsi i diritti sulle acque.
Il loro sfruttamento promuoveva la molitura dei cereali come la concia delle pelli, la tintoria dei panni ma anche la lavorazione dei filati.
Le gualchiere, che hanno fatto la fortuna economica di alcuni paesi del salernitano, si avvalevano dei corsi d'acqua,piuttosto abbondanti, di Salerno e provincia.
Le stesse rinomate cartiere delle Valle dei Mulini in Costiera amalfitana, non sarebbero potute crescere, e prosperare, senza le abbondanti acque delle quali si avvalsero.
Altra industria antica quanto redditizia è stata quella molitoria.
Dalla costiera amalfitana al Cilento, nella provincia di Salerno, si possono ancora incontrare i ruderi degli antichi mulini ad acqua, pronti a raccontare stralci di storia economico-sociale.
Antiche fonti determinano l'origine dell'arte molitoria, cioè l'arte di trasformare il grano in farina, tra il I e il III sec.a.C.
Solo nel medioevo il mulino ad acqua conobbe la diffusione. Strutturalmente, esso univa una grande efficacia ad una reale semplicità: l'acqua captata più a monte veniva canalizzata e raccolta nella vasca; da questa si riversava con impeto nella torre fino a raggiungere la cosiddetta "casetta" del mulino, luogo dove essa azionava i congegni permettendo alle macine di girare.
Quando si dice l'ingegno!

Mariantonietta Sorrentino Rizzo

 


 
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