di Mariantonietta Sorrentino Rizzo 
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L' interesse per la memoria è un atto di giustizia e di amore.
Memoria in quanto riscoperta e valorizzazione delle matrici della nostra cultura mediterranea, matrici multietniche.
Memoria per progettare il futuro, per comprendere il presente.
Un viaggio negli itinerari della memoria alla scoperta di una realtà tanto poliedrica quanto seducente.

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D al verde intenso al blu di Prussia, lo Ionio visto da Cariati. Colori cangianti per la patria dei "mastri" d'ascia e dei "vucalàri". Per secoli, buona parte della Calabria si è servita dei manufatti di creta, fabbricati da questi vasai.
"Gràste" per piantare basilico, "giàrre" per conservare gli alimenti, ma anche "gùmule" e "vucàli" per bere. Popolo di tessitori, i cariatesi.
Tappeti e coperte dal chiaro ascendente orientale. La loro origine è bifronte : storica e leggendaria.
Secondo la tradizione, la pratica venne introdotta dagli scampati alle deportazioni turche. Ma la fantasia popolare si arricchisce di altri particolari, non meno plausibili.
Ridotto l'abitato in macerie, una incursione saracena razziò il paese riducendo in catene i suoi abitanti.
Una giovane molto bella, tra questi . Venduta al sultano, ne diviene la favorita . Col tempo, ottenuta la libertà , torna a Cariati con un carico pregevole: l'arte di tessere alla maniera orientale. E ancora oggi nel centro storico si perpetua la tradizione.
Attraverso le mani di abili tessitrici, i telai a mano ordiscono arazzi, coperte e tappeti dal raffinato gusto orientale. Leggende a parte, la pirateria saracena era faccenda seria. Dalle fortificazioni al linguaggio, dall'urbanistica all'alimentazione il paese calabro è impregnato dalle tracce di un confronto-scontro con la realtà della riva opposta del Mediterraneo.
La difesa costiera del regno affidata a 366 torri.
La Calabria cinta da 96 bastioni . Cariati protetto da una possente cinta muraria, voluta dagli Aragonesi, e inframmezzata da ben otto torri cilindriche.
Tracce delle incursioni ,indelebilmente, avvolgono il paese più delle mura fortificate. Il toponimo pare derivi da "carrìati", in vernacolo "portati via di peso".
Ma l'Oriente parla anche il linguaggio dorato dei limoni, l'oro del mezzogiorno d'Italia.
Cariati, piccolo borgo affacciato sullo Ionio, collocato a metà strada tra Sibari e Crotone è anche sinomino di Magna Grecia.

Mariantonietta Sorrentino Rizzo

 


 
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