di Mariantonietta Sorrentino Rizzo n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
L' interesse per la memoria è un atto di giustizia e di amore.
Memoria in quanto riscoperta e valorizzazione delle matrici della nostra cultura mediterranea, matrici multietniche.
Memoria per progettare il futuro, per comprendere il presente.
Un viaggio negli itinerari della memoria alla scoperta di una realtà tanto poliedrica quanto seducente.

© Copyright by Simonelli Editore srl

Nell'ultimo verso della prima delle sue Satire, Orazio fa esplicito riferimento alla mappa stradale che usò per il suo viaggio del 38 a.C, quando da Roma dovette recarsi a Brindisi. Il termine "charta" non lascia spazio ad equivoci o dubbi: nell'antica Roma esistevano guide stradali che evidenziavano gli aspetti più rilevanti di un territorio.
Secondo Tolomeo, ultimo rappresentante dell'astronomia greca nonchè matematico e geografo, la cartografia romana aveva una funzione di utilità immediata e pratica. Facilmente trasportabile, la "charta" era un rotolo di pergamena sul quale il territorio veniva rappresentato, per forza di cose, longitudinalmente. Ecco spiegata la forte deformazione riscontrabile nelle antiche carte geografiche che, in ogni caso, riportavano anche le stazioni stradali o "mansiones", "mutationes" dove locali, taverne, scuderie, magazzini, sorgenti e botteghe varie offrivano al viaggiatore tutti i possibili "comfort" dell'epoca. Deformazione a parte, non dimentichiamo che prima della conquista romana nell'Italia meridionale non esisteva un sistema viario stabile e regolare.
Sul territorio ci si spostava grazie a tratturi, mulattiere, volti a collegare le zone interne a quelle costiere, e adatti alla transumanza. Successivamente alle campagne di conquista, nascono: la via Appia, costruita come via militare e commerciale, la via Regio-Capuam, strumento di penetrazione politica e militare.
Dopo il fiume Sele (Sa), sulla Regio-Capuam i viaggiatori incontravano la "Nares Lucanae", una stazione stradale citata da diverse fonti storiche, collocata nel "Pago Narano", grossa borgata rurale. Idronimo di origine osco-umbra, "Nares Lucanae", o "sorgenti della Lucania", è spia rilevatrice dell'influenza sabina: "nares", parola modellata sul termine arcaico "nahar", significa sorgente montana. In epoca romana, da "Nares Lucanae", oggi Zuppino frazione di Sicignano degli Alburni (Sa), passò Spartaco , capo dei gladiatori, e fautore della famosa rivolta.
Quindici anni dopo vi si ferma Cicerone. Da qui, l'otto aprile del 58 a.C., l'oratore latino scrive all"amico Attico, confidandogli le sue preoccupazioni. Le rinomate salsicce di maiale cotte alla brace, dette "lucaniche" , la gloria culinaria di "Nares Lucanae", dovettero addolcirgli le amarezze di quel momento burrascoso.
Il territorio di Sicignano fu luogo di sosta per i viaggiatori che, dovendo raggiungere la Lucania e la Calabria, attraversavano la Penisola. Anche Virgilio vi transitò: ne abbiamo prova nelle sue Georgiche.

Mariantonietta Sorrentino Rizzo

 


 
Hai una riflessione da fare su quanto appena letto?
Metti tutto personalmente on line su
The Web Park Speaker's Corner
oppure, se preferisci, invia una e-mail a ed@simonel.com.