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Clonazione?
...e se la chiamassimo trasferimento nucleare"?
Severino Antinori, uno dei "padri" della
fecondazione assistita e uno suo libro appena pubblicato in edizione
elettronica dal titolo inequivocabile: "Come avere un figlio e la
clonazione terapeutica". Un testo tutto da leggere per sfatare delle
leggende o per radicare certe convinzioni. Ecco un breve ritratto
dell'autore e il primo capitolo del suo libro.
Il professor Severino Antinori, nato in provincia di Teramo il 6
settembre 1945, può essere considerato uno dei “padri” della
riproduzione assistita, poiché le tecniche innovative da lui messe a
punto per vincere la sterilità (in particolare, la Susi, l’Icsi e l’Hatching)
vengono ormai praticate in tutto il mondo consentendo a milioni di
coppie altrimenti infertili di godere la gioia della maternità. Non si
dimentichi che, a causa delle condizioni della vita moderna, la
sterilità è purtroppo una patologia in aumento e colpisce il venti per
cento circa delle popolazioni dei Paesi industrializzati.
Operare in questo campo non è stato e non è facile per l’opposizione
(spesso denigratoria) di certi ambienti votati da sempre a resistere al
progresso scientifico in nome di principi etici fuorvianti. Ma il
professor Antinori non si è mai arreso, sicuro di agire con rigore
professionale nell’interesse della collettività. Ne sono testimonianza,
oltre ai numerosi interventi e relazioni svolti nei più importanti
congressi mondiali sulla riproduzione, le significative dichiarazioni
rilasciate al Sunday Herald dall’emerito professor Robert Edwards,
direttore dell’équipe di Cambridge, che ottenne la prima nascita con
fecondazione in provetta (Luise Brown).
«Il professor Antinori» ha detto Edwards «va consi-derato un benemerito
della riproduzione assistita. Le accuse che gli vengono mosse, simili a
quelle profferite a suo tempo contro di me, sono pretestuose e senza
alcun fondamento. Il tempo, come sempre, gli darà ragione».
In questo nuovo libro, il professor Antinori indica, e spiega
dettagliatamente, la nuova frontiera costituita dal transfer nucleare
(impropriamente detto clonazione), che, se applicato secondo corrette
norme deontologiche, aprirà affascinanti prospettive terapeutiche per
l’uomo, con riflessi determinanti anche sull’infertilità.
In Italia (come in taluni altri Paesi) le leggi attuali impediscono di
effettuare sperimentazioni in ambito umano. È un errore. Si possono e
devono vietare i risvolti negativi che può a volte produrre il progresso
scientifico, ma impedirne gli sviluppi positivi appare un controsenso
antistorico. Comunque, il professor Anti-nori, coi suoi Centri di
ricerca nazionali e internazionali che effettuano costantemente studi
sugli animali, è all’avanguardia anche per quanto concerne il transfer
nucleare e si dichiara ormai pronto a trasferire sul-l’uomo quegli
interventi in grado di cancellare o alleviare molte patologie che
affliggono l’umanità.
Scrive Severino Antinori nel primo capitolo del suo libro che, uscito
in volume due anni fa, è stato ora aggiornato e viene pubblicato in
edizione elettronica, in SeBook, SimonellielectronicBook:
Di clonazione ormai si parla molto, e spesso a livello emotivo, senza
averne una conoscenza adeguata. Penso quindi sia necessario portare
nella discussione qualche elemento di chiarezza trattandosi di argomento
che indubbiamente ha già ma avrà sempre più importanti riflessi sulla
vita dell’uomo.
La parola clone, dal greco klon, significa germoglio. In senso lato,
biologicamente parlando, con clonazione si intende perciò la possibilità
di riprodurre (o duplicare) il patrimonio genetico di qualsiasi
organismo vitale, dai virus alle piante e agli esseri umani.
Si deve tuttavia precisare che il termine clonazione, soprattutto se
riferito alla riproduzione umana, è improprio, più giornalistico che
scientifico. E fa gioco, avendo assunto nel tempo contenuti
allarmistici, a quelle forze di retroguardia che si oppongono
preconcettualmente da sempre a ogni progresso della scienza (Galileo
Galilei è stato assolto dai suoi “peccati” scientifici soltanto all’alba
del Duemila, con cinquecento anni di incredibile e colpevole ritardo).
In realtà, la clonazione va ridefinita più correttamente come
“riprogrammazione genetica” o “trasferimento nucleare”, che hanno un
senso ben diverso da quello di duplicazione o fotocopiatura di un
individuo. È un rigoroso dato scientifico, infatti, che negli embrioni
animali ricavati tramite il transfer nucleare si ha l’85 per cento di
Dna paterno e il 15 per cento di Dna mitrocondiale materno. Il che
significa che il nuovo soggetto sarà vero-similmente più somigliante al
padre, ma non identico a lui. I gemelli monocoriali, per esempio, sono
molto più simili tra loro che non soggetti clonati con lo stesso
proce-dimento. D’altra parte, occorre tener presente che non è soltanto
la genetica a determinare l’individuo ma anche l’ambiente. Due individui
similmente clonati, sarebbero comunque diversi se uno crescesse in
America e l’altro in Africa.
È bene sottolineare quindi come non esista, né esisterà mai, alcuna
possibilità di creare una copia identica di un soggetto umano adulto, il
quale resta la somma di una serie di eventi unici e irripetibili.
Precisato questo, mi adatterò anch’io a usare spesso il termine
clonazione in quanto ormai divenuto d’uso comune. Confido però che i
lettori tengano ben presenti i distinguo appena esposti considerando la
parola per quello che è, un afflato poetico (germoglio) e uno strumento,
se usato nei limiti di una corretta deontologia, per migliorare la
condizione umana.
Voglio concludere questa breve premessa con un dato di fatto
incontestabile. I progressi della scienza hanno sempre spaventato la
parte meno illuminata dell’umanità e coloro che difendono certe
posizioni ideologiche, rispettabili certamente ma spesso rivolte più al
passato che al presente e al futuro.
La storia insegna che queste resistenze sono sempre risultate perdenti.
Ho citato Galilei. Ma si sono già dimenticate le violente polemiche
seguite al primo trapianto cardiaco effettuato nel 1967 dal professor
Chri-stian Barnard nell’ospedale Groote Schuur di Città del Capo? O gli
anatemi lanciati contro il dottor Robert Edwards quando nel luglio del
1978 fece nascere Louise Brown con la fecondazione assistita? E le
previsioni catastrofiche che si fecero?
Oggi i trapianti di organi sono interventi quasi di routine e la
riproduzione assistita è praticata in tutto il mondo. Col risultato che
sono state salvate molte vite umane e sono state rese felici milioni di
coppie, altrimenti sulla soglia della disperazione.
D’altra parte, l’uomo ha già a che fare con la clonazione se si
considera che una quantità in crescendo di ortaggi e frutti di cui si
ciba quotidianamente proviene ormai da piante ottenute per trasferimento
nucleare, le quali assicurano prodotti delle qualità e delle
caratteristiche volute.
Severino Antinori
Continua in "Come avere un figlio
e la clonazione terapeutica" pubblicato in SeBook - Simonelli electronic
Book - in formato Pdf e in vendita su
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Sopra, la simpatica immagine del professor Antinori
con un neonato in ottima salute che compare nella copertina del suo libro.
Sotto, la copertina del SeBook che è in vendita su eBooksItalia.com: cliccando sulla copertina si va alla scheda del volume elettronico.
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