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Idee in Movimento
di Ely Galleani
Sardegna, 2 Agosto 2007 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47
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"OnTheWeb-BLOG-Una Stella in Rete" di Ely Galleani

Compiti
per le Vacanze


  Ricordo , da piccola, il piacere che provavo quando, finita la scuola, ricevevo il libro dei compiti delle vacanze. La prima sensazione la ricevevo dall’olfatto.
  Annusavo per bene l’odore della carta nuova che, sfogliando le pagine, solleticava la mia fantasia incitandomi a procedere con la vista nella ricerca di quelle immagini preludio della successiva lettura.
  Con solo quei due sensi ero già in grado di assaporarne i contenuti.
  Anche quando si mangia i sensi dell’olfatto e della vista sono in grado di accontentare il più difficile tra i gourmand e il gusto, in fondo, si ciba più di queste sensazioni che di quanto in effetti si assapori.
  I sensi esistono ben per qualche motivo!
  Sarà questo il compito che mi sono prefissata per questa estate: dedicare approfondita considerazione a tutto quello che sembra superficiale ma così non è.
  Sono tante le cose sulle quali non ci fermiamo a riflettere e che prendiamo “sotto gamba” come se non fossero per nulla influenti.
Tempo di vacanze.
  Credo che il tempo delle vacanze sia una sosta importante utile a riflettere sulle esperienze provate alla scuola della vita. Riflettere, guardarsi dentro, piegarsi verso se stessi.
  I miei compiti quest’anno sono davvero corposi così come infiniti gli argomenti da trattare.
  Per prima cosa mi fermo a respirare. Lo faccio con calma, prendo il tempo dalla mia parte nella speranza si abitui presto a non correre più ed io possa perdere il conto dei giorni che passano , felice di essere viva nella realtà che mi circonda.
  Anche quest’anno ho toccato terra Santa...ops...Sarda!
  Posso smettere di correre: la natura mi sovrasta e mi colma, non devo più cercare altrove, ho tutto il mondo intorno a me. Mi commuove tornare su queste coste, rivedere la bellezza di queste rocce.
  Proprio così: sono tornata in Sardegna laddove lo spazio integra il tempo favorendo la contemplazione e l’annullamento del nostro ego.
  Praticamente libera!
  Quanti misfatti sono stati attuati per soddisfare l’ego smisurato degli esseri umani.
  Ricordo, quale delicato esempio, la favola di La Fontaine dove una volpe, non riuscendo a raggiungere un tralcio d’uva, colpevole di essere cresciuta troppo in alto, diceva a tutti che era acerba.
  Pur di accontentare se stessi si è pronti a passare sopra tutto, la verità in primis.
  E non è di certo un caso che per gli antichi questa fosse la qualità più importante, indissolubile dalla vita stessa. La Maat degli antichi egizi, che oltre alla verità includeva l’equità e l’ordine quali virtù essenziali al cammino di questa vita.

Museo del Louvre
Statuina di Maat

  Ma per perseguire la verità non si possono sacrificare vite innocenti.
  Penso ai danni subiti dai bambini per il comportamento superficiale di molti grandi.
  Forse non ci rendiamo conto quanto la psiche di un bambino sia delicata , quanto sia facile incrinarla irrimediabilmente.
  Il suo animo è puro, la sua voglia di apprendere grande ma l’innocenza che perderà nell’imparare a conoscere come va il mondo non deve essergli tolta con l’inganno o con la violenza.
  Non si può chiedere ad un bambino di testimoniare su un reato del quale è stato involontario testimone o, ancor peggio, vittima. Perché così facendo lo si renderà consapevole di qualcosa di cui, forse, non si era accorto. Gli si addosseranno responsabilità da adulto e , imponendogli la rivisitazione del vissuto, lo si legherà per sempre al ruolo di delatore.
  Avrà sulle spalle la responsabilità di essere lui l’accusatore.
  Comodo fare la giustizia in questo modo, sulle spalle di un innocente.
  Tutto questo non ha interessato minimamente l’ego dei giudici che hanno ritenuto idonei a testimoniare sull’incidente probatorio di Rignano Flaminio bambini della più tenera età.
  Ma chi sono questi giudici che si arrogano il diritto di finire di distruggere una giovane vita appena scampata ad una tragedia ?
  Quale scuola li ha formati ? Dovrebbero essere chiamati, loro, a rendere conto dell’ego che li pervade e li fa essere così lontani dal dovere che sono chiamati a compiere e non a perseguire con ogni mezzo!
  Non credo si debba mai chiamare un bambino a testimoniare: meglio che la verità non venga mai a galla piuttosto che rendere vittima, in maniera definitiva, la psiche di un innocente.
  Vittima del sopruso di un bruto e anche di chi dovrebbe fare giustizia.
  Soffia il maestrale su questi miei pensieri, libera l’aria dalla foschia e mi fa intravedere lontano orizzonti più sereni.
  Da Apuleio ad Ovidio si sono trattati gli stessi argomenti ripresi poi nel «Sogno di una notte di mezza estate»da Shakespare nel 1500. Da quest’opera è nato «Le Songe» messo in scena da J.-C. Maillot con il corpo di ballo di Montecarlo.
  Uno spettacolo nello spettacolo: una combriccola di fatui attori, che ricorda nelle aspirazioni noi umani, che agisce inconsapevole dentro un mondo dalle aspirazioni migliori, quello fatato di Oberon e Tatiana dove è l’amore il fine ultimo, complice un cupido pasticcione dal nome Puck.
  In mezzo ai protagonisti Oberon (Jerôme Marchand) e a Puck (Jerôme Verbruggen) ed ignari della loro presenza cinque esseri umani occupano la scena colmi solo della loro vanità, stupidità e superficialità. Ignari del significato della vita cercano solo un futuro per il loro ego pronti a qualsiasi compromesso per realizzarlo.
  Questa insensata compagine umana si scorda, nella sua corsa, dell’amore e del rispetto dovuto a ciò che ci circonda. Questo non accade nel mondo fatato di Oberon dove gli errori vengono corretti e gli affini riavvicinati perché sia l’amore a vincere, sempre.
  Nella nostra realtà purtroppo sono incalcolabili i casi in cui le persone e l’ambiente in cui esse vivono contano meno di nulla.
Innumerevoli incendi dolosi hanno provocato ingenti danni in quei comuni dove aree di pregio o vincolate sono state annullate dal fuoco.
  Perché allora non obbligare al ripristino delle stesse nello stato antecedente al rogo?
  Nessuno speculatore avrebbe più interesse a distruggere un territorio che poi la comunità sarebbe obbligata a ricostituire nella sua primaria integrità. Hanno bruciato uliveti ...si piantino nuovi ulivi ma non si permetta più il cambio di destinazione dell’area offesa.
  Così l’utilizzo criminoso dell’ambiente avrebbe fine.
  Alle volte la soluzione di un problema è più facile se si ha il coraggio di analizzare la via più semplice.
  Così mi suggerisce il sussidiario estivo - alla pagina 78 - prima di iniziare il compito di quest’estate: una ampia riflessione su cosa vogliamo diventare!

C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!

Vostra
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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano, Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie, impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato infantile, il desiderio di giocare. Crede nel web, nella possibilità di una nuova forma di comunicazione

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