Itinerari di Festa
Primo Tempo
Sono le sei e dieci del mattino del 27 dicembre: lo stridio dei
freni del vagone letto annuncia l'arrivo del treno a Napoli,
Stazione Campi Flegrei.
Scendo dal vagone letto, dopo una notte trascorsa quasi insonne
a causa della esagerata ristrettezza degli scompartimenti, e mi
accorgo, leggendo la scritta all'uscita, di avere viaggiato su
una “Carrozza” anziché sul “Wagon Lit” da me prenotato.
Avevo già avuto qualche sospetto che si trattasse della
“Carrozza” per Lourdes visto che, per guadagnare due posti dove
stipare gli ammalati,
il “geniale” progettista aveva ridotto le
dimensioni delle cabine letto rendendole di fatto inabitabili
anche ad una sola persona….figuriamoci a due !
Verrebbe voglia di offrirgli un bel “viaggio premio”, tanto per
fargli constatare la pochezza della sua scienza !
Comunque sia sono arrivata e sono grata ai miei ospiti di essere
venuti a prendermi alla Stazione e di costituire ora la mia
scorta personale …e che scorta : mamma Antonietta con il figlio
Vincenzo, scesi dai loro letti all'alba appositamente per
proteggere il mio arrivo.
Anche questa volta la loro ospitalità è stata categorica e non
c’è stato verso di prendere alloggio presso un albergo. Se vado
a Napoli devo essere loro ospite e basta!
Mentre ci dirigiamo verso casa albeggia dietro il Vesuvio e la
sagoma del vulcano si staglia meravigliosa e superba nella
notte. E' affascinante sapere di essere alle sue falde anche se
un rapido sguardo all'intorno svela un territorio popolato sino
all'inverosimile.
Ce la farà ancora il “sacro fuoco” celato a proteggere questa
popolazione a lui così devota?
I piani per evacuare le zone a rischio si sono rilevati di
misura inadeguata viste le irrisorie cifre proposte quale
risarcimento per l'abbandono delle case di residenza.
In fondo, nella notte che sta finendo, quella sagoma imponente
appaga il cuore e lo rende incurante di ogni pericolo … anche io
mi lascio conquistare dal suo fascino mentre il silenzio
sovrasta tutto, anche i rumori della macchina sul selciato.
Per fortuna, non appena giunti a destinazione, si riguadagnano i
letti per un breve riposo e poi… si è pronti per andare a
tavola!
“Ah questa sì che è vita” penso dopo aver gustato il mio primo
pranzo napoletano a base di mozzarella di bufala acquistata, due
ore dopo il mio arrivo, direttamente dal caseificio di Arzano.
Ho gli occhi socchiusi per la contentezza mentre sento i miei
ospiti programmare nel pomeriggio una gita per mostrarmi le
meraviglie della costa.
Avvisati Giustina, Sasà, Rosa ed Enzo, amici dei miei
anfitrioni, si parte in auto allietati dal sottofondo musicale
di un Compact Disc di Renzo Arbore.
A Sorrento, in via San Cesareo al numero 75, realizzo il primo
bottino : con trenta euro cadauno compero due piccoli angeli in
porcellana Capodimonte impreziositi con oro zecchino e
realizzati a mano dal maestro Cesare Villari . Roba di altri
tempi ! Altro che “made” in Taiwan…
A causa del freddo rimando l'acquisto dei sandali fatti a mano
dal calzolaio Siniscalchi…in fondo potrò ritornarvi a maggio in
occasione della mia seconda visita a San Gennaro !
Proprio così : ho fatto il voto a San Gennaro e ogni anno sono
“per così dire” vincolata ad una visita di piacere nell’antica
Partenope anche se, lungo il percorso di ritorno, cassonetti e
semafori dati alle fiamme incutono in me una certa apprensione
per i disagi che la città subisce a seguito di un,
evidentemente insufficiente, intervento delle amministrazioni
cittadine.
La visita al Duomo, in via Roma, il giorno successivo presenta
due novità: non si può assistere alla messa delle 9,30 perché il
parroco ha la febbre e la statua del Santo,che questo anno non
ha ripetuto il miracolo dello scioglimento del sangue, è stata
spostata dietro l'altare per cedere il posto alla culla del
Bambinello.
Ma San Gennaro premia le intenzioni e perciò, contenta, mi reco
senza indugio ai Tribunali per vedere il dipinto di Caravaggio
della Misericordia che è esposto nella Chiesa omonima, proprio
nel luogo che un tempo fungeva da banco dei pegni. Quel seno
offerto al vecchio da suggere desta imbarazzo ancor più del povero corpo
nudo calpestato dal cavaliere .
Il sesso, allora come oggi, serve a sottolineare le difficoltà sociali
in modo ancora più incisivo.
E' solo uscendo dalla Chiesa che mi accorgo di indossare gli stessi
pantaloni e stivaletti portati nel viaggio natalizio di un anno fa ed è
quindi nel “corso e ricorso del tempo” il mio prevedibile incontro con
uno “Sciuscià” che provvederà, ora come allora, a far brillare le mie
scarpe …Shoes Shine…[vedi art.23]
L'incontro avviene per caso ( ma sarà un caso?) nel negozio
di tessuti di D’Angelo vicino a Piazza Mercato dove il titolare del negozio fa accomodare, in maniera amabile, lo
Sciuscià all’interno perché oggi, fuori, fa troppo freddo davvero !
E’ un ex salariato del Comune che arrotonda così la sua misera pensione
di addetto alle aree cimiteriali, e che, come dice lui, lucida le scarpe
“per togliersi di casa”.
Nel quartiere sono rimasti pochi negozi aperti, tutti si sono spostati
al Cis di Nola e ora le strade, prima brulicanti, appaiono deserte per
colpa di tutte quelle serrande chiuse. Solo una pescheria, allestita su
quattro assi di legno, là per là, all’angolo di via Renovella, richiama
i passanti con i suoi catini azzurri, zeppi di acqua di mare e di
molluschi .
A quella vista mi ricordo che è ora di pranzo e, per finire in modo
degno una simile mattinata, decido di raggiungere il ristorante “Zì
Teresa” (www.ziteresa.com).
Il locale, gestito sin dal 1890 da rinomati pescatori e ristoratori , è
proprio lì sul porticciolo di Castel dell'Ovo, vicino al rimessaggio dei
canottieri .
Si mangia bene, assistiti da uno stuolo di camerieri, e il conto non è
salato: due impepate di cozze, due fritti di paranza con triglie,
sogliole, calamaretti e fiori di zucca, due sorbetti al limone si fanno
pagare sessanta euro, acqua minerale e caffè compresi !
Al momento di saldare il conto alla cassa con carta di credito,
perché la vile cartamoneta manca sempre, mi è d’obbligo notare
l'assomiglianza fra la Zì Teresa di allora e l'attuale
ristoratrice, Teresa Della Notte, nipote di “cotal femmina”.
Un ritratto ad olio ritrae la più famosa “ Zì ” che appare anche
al fianco di Lucky Luciano mentre, sopra la cassa, in una foto
Maradona stringe affettuosamente la mano al compianto cantante
Merola.
Il tributo è dunque dovuto!
Contente, io ed Antonietta, ce ne andiamo a braccetto per le vie
del Borgo cercando, con quei due passi, di smaltire gli eccessi
della tavola….almeno sino alla tappa successiva quando, dopo un
solo quarto d'ora, alla Riviera di Chiana, raggiungiamo la
famosa pasticceria “La Riviera”.
Qui assaporiamo un caffè supplementare e una “cassata” da
mozzare il fiato.
Alla fine si torna a casa salendo da Via Orazio, sulla collina
del Vomero, tanto per apprezzare ancora una volta la meraviglia
che suscita la vista del Golfo di Napoli inondato dall'ultimo
sole pomeridiano ! [il viaggio continua la prossima settimana…]
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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