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Idee in Movimento
di Ely Galleani
Alassio, 21 Novembre 2006 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39

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  Il Non Oltre
  commento a "Le Dieci Icone del Bue"

   Le illustrazioni e il testo di questo antico manoscritto conservato nel monastero Shokokuji di Kyoto, in Giappone, sono opera del grandissimo artista-monaco Zen Shubun che nel XV secolo ripropose una sintesi della filosofia “chan” ( la coscienza del Sé ) interpretando le dotte espressioni del monaco buddhista Bai Zhang ( VII secolo) il quale per spiegare ad un allievo la ricerca del Sé, la “buddhità”, usò questa metafora:
   “È come se stessi cercando un bue mentre lo stai cavalcando!”
   Il testo, che era parte integrante della tesi di laurea in filosofia di “Migi Autore”( Erga Edizioni Genova), mi era stato regalato una decina di anni fa e per tutto questo periodo di tempo era rimasto, da me dimenticato, seppellito sotto altri libri.
   Aveva aspettato… attendendo la mia evoluzione, o per meglio dire “il mio risveglio”, prima di riproporsi nuovamente alla mia lettura!
   Dieci anni prima lo avevo aperto svogliatamente soffermandomi a leggere solo quello che allora destava il mio interesse senza prestare alcuna attenzione all’immensa saggezza in esso celata.
   Allora ero ancora protesa nella interpretazione dualistica della vita e mi riproponevo ancora il raggiungimento di alcuni obiettivi, veri e propri miraggi di quello che nella filosofia Zen, e non solo in essa, viene chiamato “il mondo di polvere” ( ndr: dal libro del profeta Daniele “ Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno…” DN 12,1-3 ) .
   E proprio togliendo la polvere dai ricordi della mia vita, eliminando fisicamente tutto ciò che ingombrava inutilmente gli scaffali della libreria …sono stata costretta ad una cernita, ad una rilettura di ciò che mi interessava realmente trattenere.
   Ero stata spinta alla rivisitazione della mia casa dalla applicazione del Feng-Shui (Vento-Acqua ), tale attività implica la conoscenza dell’arte di liberare le energie dentro ai luoghi dove si abita grazie all’influenza che ciò che ci sta attorno esercita sul nostro benessere psichico, affettivo e spirituale.
   Lo scopo era rendere di nuovo libero lo spazio che mi circondava con la ricerca di un vuoto dove l’energia, che anima tutte le cose, potesse liberamente circolare.
   Le dita delle mie mani, ricoperte di polvere grigio scura, avevano già accantonato decine di testi destinandoli alla biblioteca cittadina quando una copertina di plastica marrone attirò la mia attenzione.
   Ricordavo di avere gettato un occhio a quel testo, tempo addietro e di essermi soffermata sulle “storie dei sette” avendo cura di tralasciare tutta la parte filosofica …per me , allora, troppo complessa!
   Riaprendo quello scritto il cuore ebbe un sobbalzo : era esattamente ciò che più mi serviva in quel momento!
   La coscienza dell’epoca Sung del II secolo si dispiegava alla mia vista con tutti i dibattiti tra gli allora taoisti, buddisti e confuciani!
   Tutti condensati nella semplice storia Zen “Di un uomo che cerca, trova, addomestica il bue perso per poi separarsene di nuovo…” (Migi Autore).
   La filosofia espressa è semplice: non esiste nulla da cercare e da raggiungere perché tutto è dentro di noi. L’uomo si separa dalla sua natura, dalla conoscenza del Sé perché è attratto dalle passioni mondane ed è travolto dalle occupazioni quotidiane ( il mondo di polvere) e si mette quindi alla ricerca di qualcosa che mai gli fu celato e che possiede già, la sua essenza (il bue).
   Secondo Dogan tre condizioni sono necessarie : grande fede, grande dubbio e grande coraggio!
   Laddove la fede è la certezza del raggiungimento della meta che è, per tale motivo, già di per se stessa una illuminazione in grado di farci progredire.
   In breve le dieci icone della metafora del bue indicano la originaria ricerca del Sé, la sua individuazione, il suo raggiungimento e il successivo addomesticamento fino a giungere alla comprensione che esso, il Sé, è inscindibile da noi stessi, ci seguirà spontaneamente senza bisogno di lacci o costrizioni similmente a quanto avviene per il bue che si fa cavalcare nel tragitto verso casa…il nostro spirito chetato allora eleverà, nelle simboliche note di un flauto, l’anima alla natura.
   Una volta compreso tutto questo, l’uomo, ritrovata la sua capacità di pensare autonomamente, è ritornato ad essere come un neonato: ha la leggerezza, l’unità e l’indistinguibilità delle percezioni ed è quindi capace di reagire spontaneamente e senza calcolo.
   Ecco spiegato perché nella VII icona il bue scompare e l’uomo è sereno in contemplazione, è finalmente libero da ogni preoccupazione: tutto ciò che è inutile si elimina da solo!
   È giunto al passaggio più importante, l’icona VIII : un cerchio vuoto.
   Le passioni mondane sono cadute definitivamente.
   L’individuo nella sua dualità non esiste più e a chi gli chiedesse:
   “Sei ancora presente o ti sei annullato?”
egli risponderebbe:
   “Io in verità non so nulla, non so né questo né quello, mi sono innamorato ma ignoro di chi. Dell’amore che mi governa io neppure ho coscienza, il mio cuore trabocca di passione ed è vuoto.” (Il Verbo degli Uccelli p.189)
   A questo punto l’antico saggio Shubun incita a non cadere in un vuoto estremo, in uno stato di quiete simile alla morte ma di cercare piuttosto di elargire le proprie conoscenze.
   Allora l’uomo deve rientrare nel villaggio e con le mani aperte recarsi al mercato (Icona X) ed egli, senza distinguersi da come era prima o identificarsi in alcunché, senza alcun pregiudizio si mescolerà con la gente comune e con la sua sola presenza risveglierà qualsiasi persona che incontra poiché in lui non vi è più separazione tra essere e non essere.
  L’esperienza del raggiungimento del vuoto, del non oltre, non allontana dal mondo…al contrario attraverso di essa si è totalmente presenti nel mondo.
   Ma lo stato di vuoto, di zero assoluto, lo si può raggiungere anche a causa di uno choc, di un trauma violento che rende tutto inverosimile e annienta ogni nostra conoscenza, ogni nostro parametro .
   Questo, a parer mio, deve essere successo alla giovane allieva della scuola Abe Steiner di Torino che ha postato sul web il video delle percosse al ragazzo autistico.
   Il video è stato giustamente oscurato ma se quella ragazza non avesse avuto il coraggio di mostrarlo si sarebbe persa l’unica chance di condannare l’evento e i responsabili di quell’orrendo misfatto sarebbero ancora impuniti.
   Lei, giovane allieva, assistendo al fatto si è trovata di fatto catapultata nel vuoto assoluto con, come unica testimonianza, un video tra le mani.
   Lo ha trasmesso nella rete con il suo computer di casa, ha denunciato il misfatto nell’unico modo che la società odierna le consente …senza rischiare di essere accusata od esposta a vendette.
   Lo ha reso di pubblico dominio!
   È tornata al “mercato” dello Shubun con il suo video tra le mani , le responsabilità sono venute a galla anche se c’è voluto del tempo perché gli adulti si accorgessero della sua silenziosa denuncia.
   I giovani continuano a stupirci per la loro spontaneità colma di saggezza e riflessione.
   Brava! Senza di te non vi sarebbero stati colpevoli e quell’indifeso ragazzo e i suoi genitori chissà quante altre angherie avrebbero dovuto subire.
   Sei a cavallo del tuo bue ed è stato lui a guidarti verso casa, poiché ora siete una cosa sola.

C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com

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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano, Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie, impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato infantile, il desiderio di giocare. Crede nel web, nella possibilità di una nuova forma di comunicazione


Ely Galleani


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