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L'Uomo Ragno

di Emilio Saturnini

Un bel giorno di tanti anni fa, Stan Lee ebbe una strana idea. Era il 1963 e il mondo dei super eroi stava pian piano germogliando. Stan propose il progetto al disegnatore Steve Dikto con (più o meno) queste parole: «Un giovane studente viene punto da un ragno radioattivo che gli conferisce una agilit› sovrumana, un senso del pericolo (o di ragno) e la possibilità di arrampicarsi sui muri». Lo stesso anno esce su Amazing Adult Fantasy il primo episodio di Spiderman (L'Uomo Ragno). Il resto, come diverse volte si dice e scrive, è storia. Pura e semplice. Perché l'enorme successo di Spiderman in tutto il mondo ha fatto del personaggio un vero mito contemporaneo che ha valicato gli invisibili confini del fumetto per approdare nel linguaggio di tutti i giorni. Ma L'Uomo Ragno ha anche il merito di aver introdotto (come avvenne con il mantello di Batman) l'odierno stereotipo della tutina (o calzamaglia) e del costume "attillato". Il Ragno scardinò poi la figura dell'eroe cupo e misterioso assumendo l'impronta di superhero metropolitano assillato come tutti dai piccoli grandi problemi della società. In questo contesto, Spiderman amplifica con maggior forza il concetto di identità segreta (fattore gi› presente nei "classici" Batman e Superman) presentando il problema del Sig. Peter Parker sotto un punto di vista intimo e vicino alla realtà. Un eroe diverso quindi. Capace di scambiare battute in combattimento o volteggiare sopra Manhattan per raggiungere gli uffici del Daily Bugle prima che il caporedattore lo sgridi per l'ennesimo, imbarazzante ritardo.

PER CONOSCERE IL PERSONAGGIO:
«Percezioni» e «Maschere» di Todd McFarlane
«Notti Oscure» di Danny O'Neal & Frank Miller

Emilio Saturnini

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