Londra, Craver Road numero 7. Una strana targhetta. Dylan Dog Indagatore dell'Incubo.
Non abbiate paura, suonate pure. Il campanello emetterà un urlo lancinante, niente dlin-dlon, troppo banale. Vi aprirà uno strano individuo, un tipo identico a Groucho Marx. Non fate caso alle sue battute, ignorate le sue assurde proposte. Dopo un corridoio degli orrori, lo troverete lì, Dylan Dog, l'Indagatore dell'Incubo, impegnato col suo galeone.
Vi darà subito del tu, odia i formalismi. Poi ordinerà a Groucho di preparare il the. A quel punto toccherà a voi esporre i vostri incubi, le vostre paure, le vostre angosce. Se Dylan accetterà il caso, la sua parcella sarà di 50 sterline al giorno più le spese. Per questa cifra, Dylan Dog parteciperà al vostro incubo e tenterà di risolverlo.
Dylan Dog è uno di quei personaggi che non necessitano assolutamente di presentazioni (credetemi, non è un luogo comune). Ha battuto ogni record di vendita, si è imposto come fenomeno di costume. Ha vinto la scommessa/sogno del suo autore, Tiziano Sclavi, di creare il primo fumetto popolare d'autore tutto italiano.
E' grande, Dylan Dog. E' emozione pura. Con lui l'orrore si è trasformato in un pretesto per analizzare, studiare, capire la psiche umana, il labirinto della mente, il significato dell'anima. A Dylan quindi la palma di miglior fumetto italiano dell'ultimo decennio.

Emilio Saturnini

[Torna a inizio sezione fumetti]