Roberto Festorazzi
«San Donnino, cella 31»
La prigionia dei fascisti scampati al massacro di Dongo
nella testimonianza inedita di Alfredo Degasperi.
ISBN 978-88-86792-18-9
Simonelli Editore
EDIZIONE IN VOLUME FUORI CATALOGO
L'OPERA È DISPONIBILE SOLO IN EBOOK
Un memoriale ingiallito riemerge da uno scaffale polveroso dovera rimasto sepolto per cinqauntanni, inedito ed esemplare compendio delle guerre ideologiche che hanno insanguinato il Novecento. Sotto il titolo «Come morii la prima volta» è raccolta la testimonianza per la Storia di un protagonista del rovinoso naufragio del regime mussoliniano di Salò. Il professor Alfredo Degasperi, giornalista e irredentista trentino, amico del futurista Marinetti e capo dei servizi politici del fascio repubblicano di Como, narra in una prosa nitida la sua vicenda di recluso nel carcere di San Donnino a Como dopo la caduta di Mussolini. Silenzioso cronista tra i relitti del regime di Salò scampati al massacro di Dongo - federali, prefetti, questori e altri gerarchi che assaggiano la polvere dopo venanni di glorie e di onori - Degasperi traccia un affresco a tutto tondo di una classe politica disarcionata.
Prigioniero, dopo il 25 aprile, in quella stessa grande cella 31 che fino a poco prima vi erano rinchiusi gli antifascisti, Degasperi è un cronista minuzioso e annota segretamente, a lapis, su rettangoli di carta igienica, tutto ciò che scorre davanti ai propri occhi. E dentro le mura del penitenziario transitano i familiari del Duce e gran parte dei gerarchi giunti a Como nel crepuscolo di Mussolini. Un documento di straordinario valore questo scoperto da Roberto Festorazzi e che è leccezionale fonte di un volume che osa narrare con lequilibrio del ricercatore storico ma senza complessi di parte quellaltra Storia dItalia che per cinquanta anni da più parti si è voluta ignorare . Un volume, questo, in cui lélite sconfitta è fotografata con impietosa arguzia e disincanto attraverso la testimonianza di Degasperi, un uomo onesto che, per la sua indole anticonformista, non aveva partecipato ai privilegi della casta dominante. Un documento che riapre, attraverso la ricostruzione di brani inediti della guerra tra italiani, la discussione sulla guerra civile del 1943 - 1945: sullo sfondo, il clima rovente dei processi nella Corte dassise di Como, con la lunga serie di condanne a morte che sono la logica prosecuzione del massacro di Dongo, dove cadono i fedelissimi di Mussolini. Gli ultimi pensieri dei fascisti condannati a morte, come lultimo questore repubblichino di Como, ci vengono riferiti come lestrema difesa che questi uomini pronunciano davanti ai tribunali della Storia, ma anche dinanzi a noi, figli e nipoti senza memoria di quellepoca confinata nelloblio e nella vergogna.
Le pagine più intense sono riservate allinedita ricostruzione delle ore che precedettero la fucilazione di Giancarlo Puecher, giovane antifascista condannato a morte nel dicembre 1943, dopo un processo-farsa esemplarmente antigiuridico. Il libro riporta la testimonianza inedita di uno dei componenti del tribunale che condannò a morte Puecher: luomo che vegliò con il giovane nella notte precedente alla sua esecuzione, raccogliendone le confidenze e il tormento, insieme allofferta di trasformare lolocausto della sua vita in un gesto estremo di riconciliazione tra gli italiani.
Roberto Festorazzi è nato a Como il 3 marzo 1965. È sposato e ha due figli. Laureato in scienze politiche, giornalista professionista, lavora al quotidiano Avvenire. Appassionato cultore di storia contemporanea, ha svolto inchieste accurate e molto documentate sui misteri del dopo Liberazione. Ha pubblicato «I veleni di Dongo» (Il Minotauro, 1996), «Hard da morire» (Limina, 1997) e «Churchill-Mussolini: le carte segrete» (Datanews, 1998).
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