QUANDO LA SITUAZIONE È
DEPRIMENTE vi sono, banalmente, due modi di comportarsi o lasciarsi
sprofondare nel baratro di una depressione che farà altro male a se stessi
oppure, è la strada che da sempre preferisco, stringere i denti e andare
avanti con tutta la forza che ti dà la convinzione di avere idee niente
affatto sbagliate, che gli ostacoli fanno parte integrante del progetto
innovativo che da anni vai portando avanti con una visione tanto lucida e
chiara che è impossibile che non si realizzi. E vi assicuro, amici miei, che
questo progetto io lo realizzerò nonostante le burocrazie, le distribuzioni,
le cattive librerie, gli antidemocratici monopoli (curioso: non ha mai nulla
da dire il Garante sulla Concorrenza a proposito del monopolio della
distribuzione dei libri nei supermarket, negli autogrill, negli uffici
postali?), quelli che acquistano e poi non pagano, quelli che considerano il
libro soltanto un oggetto di arredamento. Certo che in una realtà in cui
come dice mia moglie "o Sei Mondadori o Sei Rizzoli o sei fregato"
(ricordate che ho il copyright della battuta e quindi chi la vuole ripetere
deve sempre citare la fonte...) diventa sempre più pressante per noi editori
indipendenti far sentire la nostra voce, il peso delle nostre sacrosante
esigenze che, sia detto subito e chiaramente, non sono affatto rappresentate
dall'AIE che ha una concezione di "piccolo" fuori dalla realtà del mercato
editoriale italiano. Occorre insomma che la politica si renda conto che
l'editoria raggruppa migliaia di piccolissime imprese italiane tutte
desiderose di crescere ma che non lo potranno mai - saranno anzi destinate a
premature fini, a tormentate esistenze o sopravvivenze - se non si comincerà
a dare un valore finanziario alle idee, se non si offriranno garanzie che
permettano ai micro editori indipendenti di poter essere davvero sul mercato
e di buttarsi nell'agone della libera concorrenza in una situazione di reali
pari opportunità. Sì, è arrivato il momento di buttarci anche in politica o
di costituire una lobby capace di far pesare sulla classe politica la
soluzione dei nostri problemi. Certo, alla faccia di ogni conflitto di
interessi che lo vede proprietario anche di uno dei più grossi gruppi
editoriali italiani, sarebbe un bel colpo di immagine per Berlusconi se il
suo governo volesse occuparsi di queste problematiche... Io sono a
disposizione per una articolata consulenza e lo sono, contemporaneamente, di
qualsiasi altro partito, coalizione o gruppo politico dell'arco
cotituzionale. (20 giugno
2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
VIETATO SPUTARE c'era
scritto su cartelli affissi un tempo negli autobus come nei treni. Questo
accadeva negli anni Cinquanta e Sessanta. Una preistoria della cattiva
educazione che credevamo tutti fosse superata. Infatti i cartelli non si
vedono più e giustamente. Ed è altrettanto giusto che quando un campione
sportivo come Totti (che deve avere anche la consapevolezza fra una
barzelletta e l'altra di essere un personaggio che fa tendenza) sputa in
faccia a un giocatore della Danimarca si becchi la punizione che si merita.
Simonel.com e L'Istrice come Dialettando.com sono gli
spazi on line diChi Ama le Buone Maniere e le Buone Letture quindi,
per me, non c'è nazionale che tenga. Vergogna Totti! E la smettano tutti i
giustificazionisti all'italiana.
VIETATO SPUTARE (17 giugno
2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
ORA CHE LE ELEZIONI EUROPEE
si sono svolte e ogni parte politica ha ricevuto quello che si meritava
c'è da augurarsi che tra maggioranza e opposizione si smetta di fare,
anziché politica, battaglia continua e si passi da troppe parole ai fatti. A
me sta a cuore il futuro della editoria indipendente: una piccola cosa,
direte voi, fra i tanti problemi che affliggono il Paese. Forse. Ma sono
anche convinto che se ognuno facesse davvero la propria parte nell'ambito in
cui è realmente competente i problemi sarebbero certamente minori. Ora, io
sono competente per quanto riguarda editoria on e off line, giornalismo e
Internet. Una competenza non millantata ma vissuta e verificata sul campo di
chi opera nel giornalismo come nell'editoria dal 1969 e lavora in Rete dal
1994. Ebbene, viste anche certe leggi che sono venute fuori negli ultimi
tempi che riguardano Internet e il mondo dell'editoria sarebbe forse il caso
cominciare a privilegiare in questo Paese la competenza rispetto al sentito
dire. Ed io qualche idea seria ce l'avrei per garantire la "sopravvivenza
della specie" degli editori indipendenti. Una sopravvivenza di quella parte
del mondo editoriale-culturale che è l'unica che si preoccupa di offrire
reali contenuti - non barzellette - ai lettori, investe nella scoperta di
nuovi talenti, compie seria ricerca culturale, offre strumenti per non
dimenticare le nostre radici... Sì, qualche idea chiara ce l'avrei per la
editoria indipendente... Chi vuole intendere intenda e nessuno dimentichi
che quando si parla di conflitto di interessi c'è da ricordare bene che
anche in editoria... (16 giugno
2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
IL TEMPO È DENARO, si
dice comunemente. Lo è per tutti, per il commercialista, per il dentista,
per l'avvocato, per il geometra, per il ragioniere, per il medico, per
l'operaio, per il cameriere... davvero per tutti tranne che per l'editore.
Macché, nella convinzione di chi scrive (o pretende di saper scrivere)
l'editore è per definizione un personaggio al servizio della comunità. È
davvero curiosa questa Italia in cui chiunque abbia scritto qualcosa
immagina che sia dovere di un editore di leggergliela, di giudicargliela e,
perché no?, magari anche di pubblicargliela. E la convinzione è così
radicata che quotidianamente soprattutto in allegato di e-mail vengono
rovesciate sulla casa editrice consistenti quantità di testi nella
convinzione che sia un diritto di chi li invia che siano letti. Io sono
certamente interessato a scoprire nuovi talenti: la mia storia editoriale lo
dimostra; ma sono anche una persona seria e anche questo è dimostrato da
quaranta anni nel giornalismo come nell'editoria. Ho cercato allora da
qualche tempo di mettere un po' di ordine nel flusso delle proposte dei
testi. Un ordine che dà a tutti la garanzia entro un ragionevole arco di
tempo che i testi proposti vengano letti e valutati offrendo anche, per
quelli considerati validi, una opportunità seria di pubblicazione. Basta
andare nella pagina Come
sottoporre un manoscritto per capire come abbiamo organizzato le
cose. Naturalmente, per fare fronte a una richiesta di attenzione per i
propri testi occorre che un adeguato stuolo di professionisti analizzi le
opere proposte ed esprima giudizi da sottoporre poi all'editore che farà la
sua valutazione finale. Persone serie e che ovviamente non possono dedicare
seriamente il loro tempo a questa consulenza gratuitamente. Ecco allora che
nelle regole previste per sottoporre un manoscritto c'è anche quella di un
contributo di 60 Euro, Iva compresa, per le spese di lettura. Davvero un
contributo perché se dovessimo valutare il lavoro di una lettura analitica e
critica di un testo, ne converrete, il costo sarebbe ben più alto. Ma questo
versamento non va giù e oltre al numero crescente di proposte di testi ora
abbiamo anche quello, altrettanto crescente, di messaggi offensivi di chi
non accetta di contribuire al costo di una consulenza che ci richiede. Sì, è
davvero una strana Italia questa degli aspiranti autori di libri che
reagiscono così verso una casa editrice la quale offre poi, a quegli autori
giudicati validi, un regolare contratto di edizione, che come ogni vera casa
editrice decide di investire sui libri che sceglie di pubblicare. Sì, è
davvero una strana Italia quella di aspiranti autori che ti offendono per un
contributo alle spese di lettura di una realtà editoriale seria la quale
emette giudizi seri e poi si affidano alle troppe false case editrici che
accettano di pubblicare i loro libri a fronte del pagamento di migliaia di
Euro. Riassumendo: ci interessa valutare testi da pubblicare
innanzitutto nei SeBook, i SimonellielectronicBook - la nostra
Economica On Line e le regole restano, letteralmente, quelle indicate in
Come sottoporre un
manoscritto. Chi aspira ad entrare nella nostra "squadra" di autori
non ha altra strada che seguire quella indicata con la certezza di ricevere
un giudizio negativo o positivo con relativo contratto di edizione entro 90
giorni dall'invio del manoscritto. Tutto
il materiale inviato via e-mail e per posta ignorando queste regole viene
immediatamente cestinato. (15 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
SONO STATO VENTIQUATTRO ORE
IN GRAN BRETAGNA, esattamente quell'otto giugno che ha portato la
splendida notizia della liberazione dei tre ostaggi italiani in Irak e
l'altrettanto grande notizia della approvazione della nuova risoluzione
dell'ONU sull'Irak. Ecco, avere queste notizie oltremanica è stato
particolarmente piacevole. Sì, è stato piacevole sapere oggettivamente dei
fatti senza che il tutto venisse condito da valutazioni, illazioni,
provocazioni che nulla avevano a che fare con i fatti stessi ma cercavano di
sfruttarli in tema di campagna elettorale per le europee. Già, mi sono
potuto davvero godere due ottime notizie risparmiandomi il teatrino che
invece si deve essere recitato in A Porta a Porta e di cui ho potuto leggere
scampoli di cronaca sul Corriere della Sera sull'aereo che mi riportava a
MIlano. Ora che si va diffondendo l'uso della parabola per vedere la
televisione consiglio davvero a tutti, specialmente in casi come questi, di
andare a dare un'occhiata sulla BBC o la CNN per vedere come vengono
affrontati temi di casa nostra. Andateci, se potete, di tanto in tanto,
proprio per recuperare una prospettiva più reale delle cose, anche per
scoprire che non si parla a livello mondiale di tante cose che in Italia ci
vengono dipinte come fondamentali per la nostra esistenza. (10 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
BERLUSCONI MINIMIZZA, IL
CENTRO SINISTRA FA FINTA DI NON VEDERE, LE ASSOCIAZIONI DI CHI HA
PARTECIPATO ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE CONTRO IL NAZIFASCISMO
TACCIONO. Come uno dei milioni di italiani cittadini di un
democratico Paese nato dalla lotta di Resistenza e grazie al determinante
intervento degli eserciti alleati mi indigno di fronte all'atteggiamento
assunto dalla Francia nei confronti del nostro Paese. No, l'Italia - questa
nostra Italia costruita sessanta anni fa sulle radici di una cruenta lotta
di Resistenza - non è stata considerata degna di partecipare alle
celebrazioni del Sessantesimo anniversario dello sbarco in Normandia. Per
l'Italia, secondo Chirac, le colpe dei padri ricadono sui figli. Lo stesso
però non accade nei confronti della Germania che invece il presidente
francese ha invitato a partecipare. Perché per la Germania - che tra l'altro
non mi risulta possa vantare una significativa lotta di Resistenza contro il
Nazismo - si è deciso di voltare pagina e con l'Italia no? Non vorrei essere
rimasto tra i pochi nel nostro Paese ancora capace di indignarmi di fronte a
una ingiustizia e di non condizionare mai la mia indignazione a un credo
politico. Da uomo davvero libero, in un Paese come l'Italia in cui sono
cresciuto altrettanto libero - perché qui libertà e autentica democrazia
sono di casa dalla fine della Seconda guerra mondiale - sono davvero
amareggiato. Di fronte a casi del genere, una classe politica matura si
unisce al di là delle differenze ideologiche. Qualunque sia il governo in
carica, il Paese tutto unito manifesta disappunto, indignazione, offesa. E'
una ben misera classe politica quella che magari gongola per l'offesa di
Chirac a tutto il democratico popolo italiano perché la considera uno
schiaffo a Silvio Berlusconi e al suo governo. Sì, chi gongola per questo
intollerabile schiaffo rinnega la storia della Resistenza al nazifascismo e
la solida storia della nostra democrazia. (6 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
MI PARE INDEGNO CHE LA
FRANCIA DI CHIRAC ABBIA OMESSO DI INVITARE L'ITALIA A PRESENZIARE ALLE
CELEBRAZIONI DEL 6 GIUGNO DEL 60° ANNIVERSARIO DELLO SBARCO IN NORMANDIA. E'
UNA INTOLLERABILE OFFESA PER CHIUNQUE IN ITALIA ABBIA PARTECIPATO ALLA LOTTA
DI RESISTENZA CONTRO IL NAZIFASCISMO. E TUTTO DIVENTA ANCORA PIU'
INTOLLERABILE DI FRONTE ALLA SCELTA, SEMPRE DELLA FRANCIA DI CHIRAC, DI
INVITARE INVECE LA GERMANIA. L'EUROPA E' DAVVERO UNA LONTANA UTOPIA. (5 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
QUELL'INFAME SLOGAN - "10,
100, 1000 NASSIRYA" - DECLINATO DA BANDE DI INFAMI
che hanno infangato la manifestazione pacifista del 4 giugno la dice lunga
su quanto sta accadendo agli italiani in Irak. Mi auguro, come italiano, che
non finisca per venir fuori che dietro i sequestri delle body guard,
l'assassinio di Quattrocchi, gli attacchi al nostro contingente di pace e il
martirio di molti nostri soldati vi sia la regia e la mano di qualche infame
di casa nostra.(5 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
QUALCUNO MI FA NOTARE CHE DA
QUALCHE TEMPO, SEMPRE PIU' SPESSO,
trova in queste mie note una vena di pessimismo, mi rimprovera che nel tempo
- pensate è dal 1997 che converso on line con voi - ho perso quella carica
di determinato ottimismo che pareva accompagnarmi sempre, nonostante tutto.
Sì, forse avete ragione, non viene più fuori costantemente quel "positive approach", come mi raccomandavano di mettere negli articoli gli americani
del Reader's Digest ovvero quel voler trovare, in qualunque argomento si
affronti, anche un lato positivo. Ma avete anche ragione a stimolarmi a
vedere un po' di positivo nonostante tutto. E' vero, se comincia a
scricchiolare la fiducia in un domani migliore anche quando l'oggi appare
così nuvoloso da far presagire lunghe tempeste si entra in un vortice che
rischia di trasformare tutto in una sterile lamentazione. Certo, da quel
maledetto 11 settembre del 2001 ne sono successe di cose capaci di mettere a
dura prova le forze anche del più inguaribile ottimista. Al di là degli
attentati e del terrorismo, al di là delle guerre, al di là delle barbarie
di cui siamo testimoni quotidianamente da oltre due anni quello che trovo
più sconfortante è vedere quanto sia enormemente diffusa la fuga dalla
realtà da parte della stragrande maggioranza della gente comune come di chi
ha responsabilità politiche. Il mio ragionamento è globale, non nazionale e
meno che mai elettorale. Fuga dalla realtà è non considerare che quanto è
accaduto l'11 settembre sia un problema davvero di tutti, paesi arabi e di
religione islamica compresi; fuga dalla realtà è vedere il terrorismo
secondo questa o quella etichetta politica e non considerare che la lotta al
terrorismo deve essere univoca quanto unitaria e quando viene invece condita
da "se" e da "ma" diventa, a voler essere molto blandi, ipocrisia... In
questi giorni il presidente americano Bush è in Italia e in Europa in
occasione degli anniversari della Liberazione di Roma e dello sbarco in
Normandia. Tutti, le persone giuste a destra e a sinistra, si augurano che
non accadano problemi in occasione delle annunciate manifestazioni di
dissenso nei suoi confronti. Spero anche io, ottimisticamente, che sia così,
che in questi giorni si onori la memoria di tanti giovani americani e dei
Paesi loro alleati che sessanta anni fa, grazie al loro sacrificio, aprirono
la strada alla vera democrazia in Europa. Spero davvero che sia così. E mi
auguro che si dia sempre meno spazio ai messaggi video che giungono dai
terroristi che operano in Irak e dalle televisioni arabe che fanno
tempestivamente loro cassa di risonanza. Non cadiamo, come purtroppo sta
accadendo, nella trappola delle strumentalizzazioni. Ormai è chiaro che
dietro il rapimento delle quattro body guard italiane, dell'assassinio di
uno di loro e della "gestione" che viene fatta di questa scellerata impresa
c'è la mente di qualcuno che conosce bene la realtà politica italiana. E
tutto viene centellinato con una strategia di influenza politica
all'Italiana. Sì, qualcosa di strano c'è in questo rapimento a partire dal
fatto che soltanto in questo caso la televisione araba la quale non ha mai
pudori nel trasmettere i video più atroci abbia deciso di non mandare mai in
onda quello dell'omicidio del povero Quattrocchi che, si dice, è morto
eroicamente gridando ai propri aguzzini: "Ora vi faccio vedere come muore un
italiano". Non regge alla luce di tutti gli orrori trasmessi puntualmente da
quella televisione questa censura per motivazioni umanitarie in occasione
della esecuzione di Quattrocchi. Ci deve essere altro in qual video. Che
cosa si vuole non mostrare? Le autorità italiane devono pretendere e
ottenere quel video. E indagare, indagare a fondo su questo episodio e su
tanti altri contro gli italiani e sulle loro reali radici e matrici... Sì, è
davvero difficile essere ottimisti di questi tempi, con tutte queste
cose, questa marmellata di orrende quanto ambigue cose che accadono intorno
a noi. Se poi si ha il sogno in questa atmosfera generale di fare editoria
diventa ancora più difficile essere ottimisti. Ma "a da passa' a nuttata"
diceva il buon Eduardo De Filippo, la cui frase ho citato forse in maniera
linguisticamente scorretta: me lo perdonino i puristi del napoletano). Ecco,
l'esile file del mio attuale ottimismo è che passi questa "nottata" e che
cresca il numero delle persone con la consapevolezza che di fronte agli
orrori che ci stanno circondando è sempre vincente l'unione di tutti, il
senso dell'equilibrio, della misura e la capacità di ognuno di ragionare
davvero con la propria testa.(4 giugno 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
CARO MONTEZEMOLO,
ho letto con particolare interesse che nei suoi programmi di nuovo
presidente della Confindustria c'è la creazione di una task force sulla
creatività, una vera e propria "fabbrica delle idee" alla quale partecipino
anche uomini di cultura. Ottima idea. Mi auguro soltanto che la
realizzazione del suo anticonformista progetto non s'impantani nel
conformismo di scegliere fra gli uomini di cultura i soliti con pochissime
idee ma con moltissimo presenzialismo televisivo. Caro presidente, si
guardi, si guardi attentamente intorno e se vuole un consiglio...(27
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
MI HA FATTO DAVVERO PIACERE
leggere su "Letture"
mensile dedicato, come chiaramente dice la sua testata, prevalentemente alle
recensioni di libri un articolo in cui vengono analizzate le presenze on
line dedicate ai dialetti. Ed è una gioia per me, per la casa editrice e per
Golem100, il nostro grande partner tecnologico, vedere che Dialettando.com
viene giudicato il più completo dei siti "generalisti" dedicati al dialetto.
Che comunque i lettori stiano dimostrando un particolare apprezzamento per
questa evoluzione dello storico Dialetti d'Italia è evidente dal traffico
dei visitatatori e dal numero crescente di amici che da ogni parte del mondo
inseriscono proverbi, parole, poesie nelle altre nostre lingue.(23
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
GIORNO DOPO GIORNO
mi pare in vertiginosa
ascesa il numero delle cose, degli atteggiamenti che mi paiono sbagliati. Mi
viene sempre più spesso da pensare quanto affermava Gino Bartali - grande
campione del ciclismo del quale probabilmente in molti ormai ignoreranno
l'esistenza - ovvero "è tutto sbagliato, è tutto da rifare". Certo mi viene
da pensare proprio così notando come in ogni dibattito televisivo si sia
perso il senso della misura, si "apra bocca e le si dia fiato", non si
conversi e dibatta portando articolatamente quanto pacatamente
argomentazioni su argomentazioni ma ci si confronti per slogan, per partiti
presi, usando sempre più spesso la bambinesca e stizzosa logica di chi vuole
avere sempre ragione. Dibattiti che sono sempre conditi di urla, strepiti,
offese e che lasciano lo spettatore nella migliore della ipotesi confuso e
nella peggiore delle ipotesi convinto che tutto deve diventare "guerra". Nel
Paese, in questo nostro Paese, sarà forse segnale di una crisi economica
ormai quasi endemica, cresce la marea dei furbi. Provate ad essere creditori
di qualcuno e vedrete quanto disperante diventi talvolta riuscire a farvi
pagare quello che vi spetta. Se poi si entra nel mondo editoriale nel
vortice delle rendicontazioni ormai ci si attacca a tutto e pur di non
pagarvi o di dilazionare ancora di più i pagamenti. Cresce la marea di
giovani che - sarà un problema della scuola? sarà un problema delle
famiglie? - ignorano praticamente tutto di quanto è accaduto in Italia e nel
mondo soltanto l'altro ieri. Non conoscono l'esistenza di personaggi e
avvenimenti fondamentali. Questa assenza di memoria, questa crescente
indifferenza verso la conservazione della memoria su ciò che è stato e su
come siamo stati è l'anticamera preoccupante di una società davvero
manipolabile, incapace di essere protagonista del proprio tempo e
soprattutto del proprio futuro. (16
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
IL WEB SI POPOLA, FRA TANTE
PERSONE PERBENE, ANCHE DI MOLTI IMBECILLI
come quelli che trascorrono le
loro giornate cercando di impestarti di virus - se hai un sistema operativo
Windows (i pochi che usano il Mac non corrono per ora rischi: ma allora
perché non passare in massa al Mac?) - inviandoti e-mail con allegato
impestato utilizzando il tuo stesso indirizzo. Imbecilli e delinquenti
perché usano il tuo indirizzo di e-mail per inviare mail che tu non hai mai
inviato. Come difendersi? E' spamming ti rispondono gli esperti e intanto
continui a ricevere e-mail di sistemi antivirus che ti avvertono che quella
tua e-mail che tu non hai mai inviato è stata distrutta perché infettata. Si
dovrà pure trovare una soluzione a questa marea montante di abusi dai quali
attualmente non si sa come difendersi se non denunciandoli qui pubblicamente
e avvertendo che le nostre vere e-mail non hanno mai un allegato e hanno
sempre al piede tutta una serie di indicazioni sulla nostra casa editrice.(14
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
SEMPRE A PROPOSITO DELLA
FIERA DI TORINO, che quest'anno aveva
avuto la sciagurata idea di scegliere come tema l'umorismo e di celebrare i
50 anni di televisione - che cosa poi ci "azzeccasse" con questa
manifestazione quella televisione di casa nostra che in mezzo secolo non è
stata capace di mandare in onda un programma sui libri davvero popolare e ha
tediato tutti i lettori con trasmissioni sempre con il "sopracciò"
dell'intellettuale noioso e spocchioso, qualcuno lo dovrebbe spiegare agli
editori convenuti - devo dire che mi sono preso una bella soddisfazione.
Avevo organizzato una articolata presentazione di
J.R.R. Tolkien -
Autore del Secolo di Tom Shippey nel Caffé Letterario, spazio da
circa duecento posti, venerdì 7 maggio alle ore 21. E alla stessa ora,
quello stesso giorno, in altri spazi della Fiera vi erano, da una parte,
Pippo Baudo che celebrava la televisione; da un'altra, il cabarettista
Luttazzi che parlava di Woody Allen; il cantante Luca Carboni che
intratteneva i suoi fans e la poetessa Maria Luisa Spaziani che festeggiava
50 anni in versi. Ebbene, amici miei, non so quante persone siano andate
agli altri appuntamenti, so soltanto che, alla faccia di tutti gli altri e
dei loro organizzatissimi uffici stampa, alle 21 di venerdì 7 maggio ho
registrato il pieno per il mio Tolkien...(12
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
ED ECCOCI ANCORA QUI
di ritorno dalla Fiera Internazionale
del Libro di Torino, il consueto, massacrante appuntamento (cinque
giorni di lavoro ininterrotto dalle 10 alle 23) per chi in Italia si ostina
come noi a continuare a fare l'editore nonostante che questo sia un mondo
lastricato di tanti, forse troppi problemi, per chi non appartiene a uno di
quei grossi gruppi editoriali che si contano sulle dita di una mano. Giorno
dopo giorno, per noi editori indipendenti e, consentiteci, di qualità, la
vita è resa sempre più difficile da molti ostacoli. Uno sono i "non
colleghi" ovvero la marea di case editrici che pubblicano libri facendosi
pagare dagli autori, inquinando una realtà già difficile, creando false
illusioni in autori di scarso talento che farebbero meglio a investire i
loro soldi nell'acquisto e nella lettura di buoni libri. Un altro è che noi
indipendenti, i più deboli del mondo editoriale ma i più creativi, quelli a
cui si devono le vere e nuove scoperte editoriali, veniamo
quotidianamente "massacrati" da logiche distributive parametrate su chi
pubblica decine e decine di novità il mese e non su chi esce con sei novità
l'anno e ci sentiamo sempre più usati anziché "promossi" in libreria. E
cresce, in una situazione di mercato certamente non felice - anche per
merito del libro in edicola che ha di fatto consolidato il monopolio
editoriale dei due maggiori gruppi - lo stuolo di quelle librerie che troppo
spesso diventano le peggiori amiche degli indipendenti. Quante vendite di
libri perdute grazie alle "vigliacche" risposte che danno a chi va a
chiedere uno dei nostri libri. Risposte false come: "Il libro è esaurito"
oppure "E' in ristampa". Classiche, vili risposte di fronte alle quali io ho
scritto chiaramente nel mio ultimo catalogo: "Tutti i nostri libri sono
sempre disponibili. Diffidate di chi vi dice che sono esauriti e
telefonateci".(11
maggio 2004)
Parliamone
su The Web Park Speaker's Corner
DOVETE SAPERE CHE IN QUESTI
GIORNI in cui è
caduto il primo maggio, la festa dei lavoratori, quelli che non hanno
certamente festeggiato sono le centinaia e centinaia di case editrici
indipendenti (ovvero quelle piccole e piccolissime) che dal 6 al 10 maggio
parteciperanno a quella annuale avventura carica per loro di tante speranze
che è la Fiera Internazionale del Libro di Torino. Me lo immagino il
laborioso arrabattarsi per mettere a punto le ultime cose, per avere quel
manifesto, quel depliant o quel catalogo che magari non arriva dallo
stampatore, per verificare se questo o quell'autore che deve intervenire a
presentare il suo libro non abbia qualche altro improvviso impegno e, in
particolare, se il personaggio "importante" che presenterà il libro non si
rimangi magari la assicurazione di esserci data magari alcuni mesi fa.
Capita, talvolta, questa spiacevole evenienza. Ricordo il forfait dato
all'ultimo minuto da SAR Amedeo d'Aosta che doveva intervenire a un
dibattito da me organizzato, tra l'altro sull'onda di una sua dichiarazione
a proposito dello storico referendum Monarchia/Repubblica. C'era
Massimo Caprara, con
il quale avrebbe gradito confrontarsi, c'era
Luciano Regolo
ma alla fine non c'era lui. Giustificazione per una assenza a una presenza
che aveva regalmente confermato al sottoscritto per telefono mesi prima.
Perché? L'arrogante silenzio di una non giustificazione che fu il segnale di
una regale maleducazione. Ma forse stava gia progettando di avanzare le sue
pretese di sostituirsi al cugino per l'inesistente trono d'Italia...
Eh, sì, la
Fiera Internazionale del
Libro di Torino è una straordinaria fatica fisica e psicofisica per
gli editori indipendenti. Fisica perché è il trionfo del fai da sé. Nessuna
schiera di collaboratori, facchini, uffici stampa, hostess, niente di
niente. I libri, che pesano, te li devi scaricare da te. L'arredo dello
stand te lo crei da te, senza architetti e designer, e, soprattutto, te lo
"monti" da te. Poi, in questa spartana "solitudine" c'è da stare in stand
dalle 10 del mattino fino alle 23, ininterrottamente, in quella curiosa
dimensione che talvolta ti dà quasi l'impressione di essere una "ragazza in
vetrina" vedendo sfilare la gente davanti al tuo stand o vedendola guardare
i tuoi libri, sfogliarli. A proposito di quest'ultima azione, è ancora
incredibile l'esitazione che mostra gran parte della gente nel prendere in
mano un volume, aprirlo, leggerne qualche riga, compulsarlo. Bisogna ancora
invitare tanti a toccare e a guardare senza paura. Quanto male hanno fatto e
fanno quegli stupidi librai (anche nella più gloriosa delle categoria ci
sono gli sciocchi) che quando entri in negozio e ti avvicini al banco con i
libri esposti ti aggredisco subito con un: desidera? Lo sconto è il
tormentone di ogni Fiera. E il bello è che lo vengono sempre a chiedere sui
libri dell'editore indipendente. Non osano fare la fatidica domanda quando
invece sono nei megastand della grosse case editrici.
Pensate l'assurdo: per entrare
in Fiera si paga un biglietto e la maggior parte dei visitatori corre ad
affollare gli stand di quei grossi editori i cui libri trova dovunque ergo:
acquista con il sovrapprezzo dell'ingresso e senza pietire nessuno sconto
libri che troverebbe comunque e dovunque... Talvolta, vedendo come i
visitatori finiscano poi per privilegiare sempre tanti non libri editori dai
grossi gruppi, viene una buona dose di malinconia, viene da chiedersi: ma
perché sono venuto qua? perché ho speso tutti questi soldi (quest'anno ti
fanno pagare oltre allo stand anche gli spazi in cui fai una presentazione)?
per fare da corona a chi di fatto monopolizza il mercato?
Certo, a proposito di
inquietudine, nell'edizione di quest'anno non c'è da stare troppo
tranquilli. Spero di essere smentito dai fatti e ne sarei davvero felice ma,
sulla carta, le premesse ci sono tutte perché dal 6 al 10 maggio alla
Fiera del Libro di Torino
trionfino il cabaret, le barzellette, la televisione e non i libri. La
preoccupante scelta di un tema come l'umorismo unita alle celebrazioni dei
50 anni di Tv in Italia e l'altrettanto preoccupante serie di autorevoli
sciocchezze secondo cui l'editoria italiana "diciamoci la verità, è stata
salvata dai libri firmati dagli umoristi" lascia attoniti coloro i quali non
"giocano" con i libri ma rischiano tutto se stessi nel produrre libri che
regalino scintille di cultura. Forse si dovrebbero essere editori non
manager editoriali con stipendio garantito per organizzare una fiera del
libro. Mi vengono i brividi a pensare che cosa accadrà alle 21 di venerdì 7
maggio: quando io al Caffé Letterario parlo di
J.R.R.
TOLKIEN Autore del Secolo con una folta schiera di autorevoli
personaggi, contemporaneamente, in un altro grande spazio della Fiera, il
cabarettista Luttazzi parla di Woody Allen. Vi farò sapere come è andata
quando l'11 maggio riprenderò a scrivere su questa pagina. Nel frattempo,
incrocio le dita e invito chi si trovasse dalle parti di Torino di venire a
sostenere la mia sfida. Ecco, è anche questa la fatica psicofisica.
Ma, nonostante tutto, penso
positivo. Se non fosse così non sarei sempre a galla dal 1996 e sono
"carico", anzi molto "carico" nell'affrontare la "battaglia" della Fiera.
Naturalmente, se passate da Torino, vi aspetto allo Stand B 22 del
Padiglione 1 dalla 10 alle 23 dal 6 al 10 maggio.(2
maggio 2004)
Parliamone
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(Continua)
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