Day by Day
  di Luciano Simonelli
 Pensieri ad alta voce.
 Rubrica ad aggiornamento continuo.
 Le riflessioni sono in ordine temporale decrescente: la prima è sempre la più recente.
 Cliccando su (Continua) in fondo a ogni pagina potete leggere quanto scritto in precedenza.


 

18 Settembre 2001

PAROLE DA MEDITARE - Ecco due osservazioni che ha fatto il cardinale Ersilio Tonini rispondendo alle domande dei telespettatori:
«Non bisogna cadere nell'errore di pensare che questa sia una guerra di Paesi poveri contro quelli ricchi. Gli attacchi terroristici agli Usa non possono essere considerati la conseguenza di una guerra tra ricchi e poveri perché Osama bin Laden è tra gli uomini più ricchi del mondo, è conla ricchezza che è riuscito a costruire quello che ha fatto.[...]
Chi ha colpito gli Stati Uniti ha commesso un'offesa colossale, non ha rispetto della propria vita , non dà valore alla vita umana, la deve pagare cara. La giustizia è un valore cristiano, la politica deve dare garanzie ai cittadini. C'è sete di giustizia. Il perdono riguarda la coscienza del singolo. Ricordo il figlio di Vittorio Bachelet, che in chiesa, ai funerali del padre, disse che perdonava i suoi assassini ma chiedeva giustizia»

UN ALTRO FILM - Come appaiono vecchi, datati, i discorsi di alcuni politici e intellettuali che parlano di quanto è accaduto a New York e a Washington come se fosse soltanto un problema americano. E prima di esprimere solidarietà, fanno l'«esame» agli Stati Uniti. Che tristezza. Non hanno capito, non capiscono ancora, che questa è tutta un'altra storia. La storia di un conflitto in cui siamo coinvolti tutti. Anche loro.

16 Settembre 2001

LA PRIMA DOMENICA DOPO L'APOCALISSE

E' proprio vero, ormai, dopo quanto è accaduto l'11 Settembre 2001, nulla sarà come prima. E questa giornata che il mondo occidentale cristiano (come ha fatto sabato quello di fede ebraica e musulmana) dedica al riposo, alla preghiera e alla riflessione oggi ha davvero un significato diverso. Anche nei suoni. Qui, dal centro di Milano - sono le 9,45 quando scrivo - c'è nelle strade lo stesso silenzio delle giornate con il blocco delle auto contro lo smog. Sento soltanto il suono delle campane di una Chiesa che invita alla Messa.
Quanti pensieri, quante idee, quante angosce hanno attraversato le nostre menti in questi ultimi cinque giorni che paiono lunghi un secolo. Quante inquietudini continuano ad agitarci sfumando tanti altri problemi che fino a lunedì scorso parevano gravissimi. Ma non bisogna lasciarsi sopraffare da scenari tremendi, bisogna cominciare a saper convivere con una realtà che a lungo accompagnerà le nostre esistenze e ritrovare tutta la forza di guardare al futuro, di sognare uno splendido futuro, di lottare per realizzare il realistico sogno di vivere in un mondo in cui i mostri dell'intolleranza, della violenza, della più disumana e orrenda criminalità vengano schiacciati, annientati. Definitivamente.
Chi ha immaginato quanto l'11 Settembre 2001 è accaduto a New York e a Washington non ha commesso semplicemente una serie di attentati e degli atti tanto criminali quanto vigliacchi contro gli Stati Uniti ma contro tutto il mondo occidentale, tutto il nostro mondo. Non è affatto un caso che il principale obiettivo siano stati gli enormi grattacieli del World Trade Center di New York. Là, dentro quegli immensi edifici, vi era davvero la rappresentanza di imprese e organizzazioni economiche di tutto il mondo. Colpire quegli edifici, compiere un tale massacro, determinare una destabilizzazione economica senza precedenti, ha espresso la determinazione di voler cancellare, completamente, la nostra civiltà per sostituirla con la concezione di un mondo ingiusto e barbaro che, aggiungendo vigliaccheria a vigliaccheria, si trincera e si giustifica dietro una religione, la musulmana, che invece non tollera né giustifica nefandezze del genere.
E l'11 Settembre 2001 questi folli omicidi hanno anche attaccato tutto il mondo islamico che, per la stragrande maggioranza esacra quanto accaduto e considera i suoi esecutori non dei martiri ma degli spietati, criminali assassini. Sì, lo si è visto in tv, da qualche parte dei Paesi arabi, qualcuno ha macabramente esultato di fronte alla tragedia ma sono stati marginali esempi di grande. Marginali, però da non sottovalutare perché rappresentano la punta di un iceberg costruito per anni da troppi cattivi maestri sia religiosi che politici che spesso il mondo islamico non ha avuto o trovato la forza di emarginare nonostante atroci esperienze subite. Basta pensare all'attentato di cui rimase vittima l'allora presidente egiziano Sadat e ai massacri perpetrati negli ultimi anni in Algeria.
Ha detto bene il nostro presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, appena appreso quanto era accaduto a Washington e a New York. Sì, l'11 Settembre 2001 è stato compiuto «Un atto di guerra contro il mondo civile». E quello che da questo scaturirà per difendere la legittimità del nostro mondo di non cedere il passo ai mostri e di andare avanti sulla strada del progresso sarà storia delle prossime settimane. Ma, sarà ineluttabilmente, una storia di guerra, una lunga storia di guerra, molto diversa da quelle che abbiamo finora lette sui libri di storia o visto anche in tv.
La realtà impone a tutti noi di essere d'ora in poi molto più uniti, equilibrati, maturi. Le grandi imperfezioni che esistono in questa nostra civiltà occidentale bisogna d'ora in poi cercare di curarle e risolverle con un senso di maggiore collaborazione, volontà di giustizia, saggezza. E sono certo - non rinuncio mai al mio ottimismo e a guardare positivamente verso il futuro, nonostante tutto - che da questa prova che il Terzo Millennio ci costringe a superare, da questo sentimento di grande solidarietà internazionale, da questa comune determinazione di fare finalmente i conti con il terrorismo e con tutta quella "cultura" che direttamente come indirettamente per tanti anni lo ha alimentato, giustificato talvolta anche coccolato, il nostro mondo ne uscirà migliorato e vivificato.
Prego per le migliaia di vittime innocenti a New York, Washington e sui quattro aerei dirottati, mi sento loro fratello e connazionale a qualunque Paese appartengano.
Auguro a tutti voi che mi leggete una serena domenica di riflessione..

(Continua)

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